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Ecco come i popoli indigeni del Sud America resistono alla COVID-19

Categorie: America Latina, Bolivia, Brasile, Venezuela, Citizen Media, Indigeni, COVID-19

I contadini del Brazilian Reforma Agraria Popular [1] hanno distribuito circa sei tonnellate di cibo alle popolazioni indigene durante la pandemia. Crediti fotografici: Vinícius Braga/Fotos Publicas [2] (CC BY 3.0 [3])



Secondo le comunità indigene e le organizzazioni per i diritti umani [4] [it, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], i popoli indigeni dell'America Latina sono sottoposti ad un rischio maggiore di contrarre la COVID-19 a causa della mancanza di dati e della trascuratezza politica. I tassi di malnutrizione, anemia, obesità sono alti, mentre le risorse per costruire ospedali nelle zone limitrofe [5] sono scarse. In Bolivia, ad esempio, il Bolivian Center for Legal Studies and Social Research (CEJIS) ha anche messo in guardia sul rischio di “etnocidio” di gruppi indigeni all'interno del contesto COVID-19. Preoccupazioni simili si sono diffuse in tutto il continente.

Per affrontare la mancanza di accesso ai servizi sanitari di base e l'assenza delle autorità pubbliche, i popoli indigeni si ingegnano per affrontare la COVID-19.  Ecco come i popoli di Yek'uana, Kayapo Mekranoti, São Gabriel da Cachoeira, San Antonio de Lomerío, Territorio Indigeno Multietnico e la comunità Tsimané in Venezuela, Brasile e Bolivia stanno resistendo alla pandemia.

Questa mappa delinea tutti i territori indigeni dell'Amazzonia sudamericana e mette in evidenza le comunità presenti in questa storia. Le forme sono state create da Global Voices sulla base di un database compilato da Amazonia Socioambiental [6], filtrato con QGIS e modificato con Photoshop e Illustrator.

I popoli indigeni in Venezuela protestano per i loro diritti attraverso le piattaforme YouTube e Twitter

In Venezuela, le informazioni sono diventate ancora più scarse in seguito all'arresto [7] [en] del leader e giornalista indigeno Melquíades Avilás, avvenuto il 13 marzo nella zona estrattiva di Delta Amacuro. É stato incarcerato dopo aver chiesto [7] [en] su Facebook  “I nostri ospedali saranno pronti per il coronavirus?”. Il post è stato eliminato poco dopo poichè i medici e altri attivisti della zona hanno denunciato la negligenza dello Stato  durante la pandemia in modo più silenzioso [8] [es]. Mentre il numero esatto di indigeni che hanno contratto e sono morti di COVID-19 [9] [es] in Venezuela non è chiaro, l'ONU stima che quasi 5000 [10] [es] indigeni venezuelani siano fuggiti in Brasile a causa della pandemia.

Alla fine di giugno, tre leader indigeni del popolo Yek'uana dello stato sudorientale del Bolívar hanno letto la loro dichiarazione ufficiale che riassumeva come la pandemia e le misure di quarantena abbiano influito sullo stile di vita e riportava la notizia di 302 indigeni bloccati al di fuori delle loro comunità. Al momento della pubblicazione, questi non sono riusciti a tornare a casa a causa della quarantena e mancanza di benzina.La lettera viene letta nel video di seguito riportato:


Per trovare un modo di protestare che esponesse meno il singolo protestante, i popoli indigeni e gli attivisti per i diritti umani hanno anche sostenuto una protesta virtuale attraverso l'hashtag July #HoyMeUnoAKapeKape [8] [en] (#OggiMiUniscoaKapeKape) organizzata dall'ONG Kapè Kapè [11] [es] e rivolta alle comunità indigene nello stato di Amazonas per denunciare la mancanza di cibo, denaro, acqua, benzina, sistema sanitario pubblico, accesso alle medicinali e la violazione dei loro diritti democratici. Il più delle volte si sono lamentati della decisione delle autorità elettorali di eliminare [12] [es] la metodologia di voto diretto dei popoli indigeni.

Mi congratulo con @ackapekape per il nuovo anniversario, e mi unisco alla campagna per il rispetto del diritto alla salute integrale della persona dei popoli indigeni, a causa della mancanza di misure politiche adeguate, una situazione che si aggrava per la #Covid_19 nella regione.

#OggiMiUniscoaKapeKape

In Brasile, le comunità indigene mostrano resistenza bloccando un'autostrada e costruendo ospedali mobili

La pandemia ha raggiunto le comunità indigene brasiliane nel bel mezzo di una battaglia per il mantenimento dei diritti fondamentali. Il 18 agosto, decine di leader indigeni amazzonici hanno denunciato le disuguaglianze sociali nella loro regione bloccando una strada fondamentale [18] [pt] per il trasporto dei cereali verso lo stato del Mato Grosso. Armati di archi e frecce, i Kayapo Mekranoti [19] hanno occupato per dieci giorni l'autostrada BR-163 vicino alla città di Novo Progresso, nel nord del Brasile, a circa 80 km dal villaggio in cui vivono i Kayapo.

I Kayapo hanno inviato una lettera [20] [pt] durante il blocco alla Fundação Nacional do Índio (Funai [21] [pt]), ente governativo responsabile dell'attuazione delle politiche riguardanti i popoli indigeni in Brasile. Nella lettera, i Kayapo scrivevano di essere stati costretti ad abbandonare le loro terre e di avere un accesso limitato, se non proprio nullo, alle misure basilari di prevenzione contro la COVID-19.

Questa comunità vive nel territorio di Badjônkôre [22] [pt], una terra indigena ufficialmente delimitata dal 2003, estremamente preziosa per ricercatori d'oro, proprietari di bestiame e imprese del legno. Lo sfruttamento strategico di queste aree che sono legalmente attribuite alle comunità indigene è una tendenza nazionale, testimoniata anche dagli incendi nelle foreste dell'Amazzonia e del Pantanal [23]. Da quando il presidente Jair Bolsonaro si è insediato al potere, vi è un tira e molla con la decisione di rimuovere le misure di protezione sulle terre delimitate [24] [en], oltre alle garanzie [25] [en] di accesso all'assistenza sanitaria e alle condizioni sanitarie di base delle comunità indigene.

Il 15 settembre, il popolo di Kayapó ha ottenuto la sua prima vittoria legale [26] [pt] in materia; lo Stato brasiliano deve ora soddisfare le richieste di protezione ambientale indigena in questa regione.

Stop alla deforestazione in Amazzonia!

Stop all'abbandono davanti alla #COVID19! [

Il popolo indigeno Kapayo del #Brasile in resistenza.

#levitedegliindigenicontano

Nonostante la COVID-19 si sia diffuso rapidamente in Brasile, la città brasiliana con il maggior numero delle popolazioni indigene è riuscita a estinguere [32] [pt] i decessi legati alla COVID-19 nel mese di luglio. São Gabriel da Cachoeira, città situata al confine con la Colombia e il Venezuela, è nota per avere una popolazione composta per più del 90% da indigeni che appartengono a circa 23 diverse etnie [33] [pt]. Quando è iniziata la pandemia, hanno stabilito un coprifuoco e organizzato campagne di informazione locali, che comprendevano la produzione di podcast e la circolazione di un'automobile sonora per le strade della città che trasportava informazioni in lingua indigena, al fine di prevenire la diffusione della malattia.

Questo è stato fatto a maggio, quasi due mesi dopo l'arrivo della COVID-19 in Brasile, con l'aiuto di leader indigeni che hanno collaborato con istituzioni straniere, come Medici senza frontiere [34] [pt] e un fondo nazionale [35] [pt] che aggrega le donazioni di banche, ospedali e membri della società civile. Insieme, hanno donato 800000 dollari brasiliani (150.703 dollari) per costruire nove unità sanitarie mobili e avviare una campagna di screening massiva  [36][pt].

I popoli indigeni in Bolivia condividono la loro saggezza con il mondo

Secondo i popoli indigeni delle pianure della Bolivia orientale, gli strumenti necessari per affrontare la pandemia sono un libro di ricette, uno sciroppo fatto in casa, e un protocollo sanitario.

“La comunità di San Antonio del Pallar, territorio indigeno multietnico del bosco di Chimanes, Amazzonia boliviana”. Pagina 6 di Remedios del Monte [37] [Remedies of Nature]. Foto di Fátima Monasterio Mercado, utilizzata su sua concessione.

I leader dei Territori Indigeni Multietnici [38] [en] (TIM), proprietari di terreni a titolo collettivo secondo la legge boliviana, hanno pubblicato il libro Remedios del Monte. Quest'ultimo può essere tradotto in modo generale con rimedi della natura, del bosco o della boscaglia. Paulina Noza, presidente del Consiglio delle donne del TIM, ha spiegato [39] [es] alla stampa locale:

 Hicimos este recetario, preocupados por la pandemia que brotó este año. (…) Por eso nosotros seguimos conservando [esos saberes] y ahora queremos que la gente lo conozca

Abbiamo creato questo libro di ricette perchè siamo preoccupati per la pandemia. (…) Vogliamo che le persone conoscano la saggezza secolare che conserviamo.

Fátima Monasterio, avvocatessa e ricercatrice, ha raccontato [39] [es] alla stampa locale che l'uso della medicina naturale è una strategia di sopravvivenza scaturita dall'assenza dello stato. Di fatto, l'introduzione del libro di ricette recita [en]:

En esta lucha por la vida, que se remonta a la memoria de los antiguos, seguiremos exigiendo el cumplimiento de nuestros derechos.

In questa lotta per la vita, che risale alla memoria dei nostri antenati, continueremo a esigere la realizzazione dei nostri diritti.

Il libro di ricette [37] [es] contiene istruzioni su come rafforzare le difese naturali dell'organismo, curare il raffreddore, trattare sintomi come febbre, diarrea e tosse, e dispensa anche consigli su come migliorare il rapporto spirituale dell'uomo con la natura.

Inoltre, la comunità Tsimané, [40] che appartiene al TIM, ha sviluppato [41] [es], insieme a medici e antropologi, un protocollo sanitario che riguarda l'assistenza speciale per gli anziani, il controllo dei punti di ingresso nel loro territorio, la cura delle persone in quarantena, la ricerca di contatti e la diffusione di informazioni nella loro lingua indigena. Nel video qui riportato in basso, la presidente del TIM, Paula Noza, spiega l'aiuto della comunità e il funzionamento dei punti di ingresso.

Nel frattempo, José Parapaino Chuvirú, originario del territorio indigeno di San Antonio de Lomerío, ha lanciato lo sciroppo tradizionale “Sabor Original Kutuki” [“Kutuki Original Flavor”], fatto con l'erba medica kutuki e macerato con una miscela di radici e foglie. Secondo le testimonianze [42] [es] citate nella piattaforma Salud con Lupa, la bevanda è stata efficace nel calmare i sintomi di COVID-19.

#NO_ESPERES_MÁS..??y#QuedateEnCasa..?..

Geplaatst door Chochio [43] op Zondag 14 juni 2020 [44]

#NON_ASPETTARE_PIÙ….??e #RimaniInCasa