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Il Sudan ha bisogno di leggi forti sulla neutralità della rete per far fronte al suo crescente boom di internet

Categorie: Africa sub-sahariana, Nord Sudan, Citizen Media, Legge, Tecnologia, Advox

Una donna che fa ricerche con il suo smartphone. Foto proveniente da Piqsels, (CC0 1.0 Universal).

In Sudan, dove Internet gioca un ruolo fondamentale nel suo cambiamento economico e politico, le leggi sulla neutralità della rete hanno ancora un lungo percorso da intraprendere.

I principi  [1][en, come i link seguenti] di internet sulla buona condotta sanciscono che i provveditori del servizio Internet (i cosiddetti ‘service provider’) né discriminano né applicano costi differenti in base agli utenti, al contenuto o alle applicazioni.

In linea generale, si tratta di garantire l'accesso gratuito ed equo ad Internet, per mezzo di leggi e politiche che diminuiscano le tensioni tra il settore privato ed il bene pubblico.

Malgrado la mancanza di un termine unico: “la maggior parte (degli attivisti) propone che…i proprietari di Internet che formano e forniscono l'accesso alla rete, non sono tenuti a controllare come gli utenti usufruiscano legalmente di Internet e non devono discriminare l'accesso a quella rete da parte del provveditore di contenuto”, secondo quanto riporta l'articolo accademico scritto da Angela. A. Gilroy [2].

Nel 2003, il docente di diritto Tim Wu ha coniato il termine nel suo libro intitolato “Neutralità della rete, discriminazione a macchia d'olio [3]“, nel quale descrive le tensioni presenti tra il settore privato ed i gruppi dell'amministrazione pubblica.

Dato un accesso più ampio alla rete [4] per gli utenti sudanesi, la mancanza di una norma sulla neutralità della rete si traduce in violazioni maggiori e più frequenti.

La violazione della neutralità della rete avviene sotto varie forme [5] [it], per esempio come “La discriminazione in conformità con il protocollo”, secondo la quale le compagnie di telecomunicazione e i service provider restringono o bloccano l'accesso ai siti o ai servizi in opposizione ad alcuni protocolli di riferimento, come per esempio quando i service provider bloccano l'accesso alle applicazioni VoIp, quali Whatsapp, Skype e Viber.

In altri casi, i service provider forniscono  l'accesso ai siti o alle applicazioni per mezzo di un'offerta di tariffe a costo 0 (la Zero-tariffazione [6] [it]) che agevola gli utenti a prescindere dai loro rispettivi piani tariffari e senza addebitarli per quel accesso. L'applicazione di tali prezzi discriminatori agevola alcune compagnie rispetto ad altre [7] in maniera sleale.

Nel Sudan, le parti attive del mercato di telecomunicazione hanno adottato la zero-tariffazione che è una violazione palese dei principi fondamentali della neutralità della rete creata dagli esperti nel settore; e da allora, tali tariffazioni sono diventate norme comuni e concesse.

MTN Sudan è una filiale della compagnia MTN con sede in sud Africa, la quale consente ai suoi utenti l'accesso a Facebook Zero [8]. Questo servizio facente parte di un progetto internazionale lanciato da Facebook in collaborazione con fornitori di reti mobili, offre una versione di Facebook gratuita e con solo testo [9].

Un altro esempio è il progetto Wikipedia Zero, il quale è stato proposto dalla compagnia di telecomunicazione sudanese [10] come parte del programma Wikipedia Zero [11] [it]. L'accesso gratuito all'enciclopedia online è stato reso possibile per mezzo dei cellulari. Nel 2018, tale servizio è stato sospeso, date le precedenti denunce da parte dei sostenitori della neutralità della rete.

Zain Sudan è una delle compagnie del gruppo Kuwait Zain che ha reso possible ai suoi utenti l'accesso al programma Free Basics di Facebook [12] che consente ai suoi utenti l'accesso ad un certo numero di servizi del web di cui Facebook è il principale. Nel 2017, le ricerche [13] compiute da Global Voices hanno dimostrato che Free Basics violava i principi di neutralità della rete, e che Facebook consentiva un flusso di dati limitato alle abitudini e agli interessi  degli utenti connessi dai Paesi in via di sviluppo.

Inoltre, Zain Sudan ha promosso recentemente un’offerta [13] chiamata Flex che consente l'accesso gratuito a Facebook e all'applicazione Messanger.

Cabine telefoniche in Sudan. 16 Febbraio, 2004. Foto di Arne Hoel/World Bank via Flickr, 2004 (CC.BY.20).

 

Il Sudan non prevede ancora alcuna legge sulla neutralità della rete. E con ciò, un certo numero di disposizioni legali nella Legge di Telecomunicazione e Regolazione della Posta Elettronica dell'anno 2018 [14] [ar], trattano nel dettaglio il problema in maniera indiretta.

L'articolo 23 dell'atto proibisce qualsiasi attività non competitiva da parte di società legittimate. Inoltre, in quello che potrebbe essere considerato in opposizione alla tariffazione zero, l'articolo 38 proibisce qualsiasi ordinanza che crei discriminazione tra gli utenti, così come le offerte che limitano la concorrenza.

Un'altra legge, che tratta della neutralità della rete,è la Legge del 2009 sulla Organizzazione della Competitività e Prevenzione del Monopolio [15]. Il secondo capitolo di questa legge vieta a qualsiasi entità la distribuzione di servizi o prodotti in base a una partizione geografica del mercato, proibisce un periodo di tempo specifico o il favoritismo per alcuni clienti rispetto ad altri.

In un Paese nel quale Internet ha provocato una rivoluzione [16] e che ha conseguito un aumento delle aziende operanti nel settore tecnologico giovanile [17] [ar], si necessita del livellamento del mercato per mezzo di norme sulla neutralità della rete. Ciò aiuterà nel regolare i competitor economici e proteggerà i diritti degli utenti al fine di accedere gratuitamente ed in maniera lecita ai servizi e alle applicazioni.

Il Sudan dovrebbe apprendere da alcuni Paesi come Canada, India e Olanda che hanno adottato delle misure e delle leggi giuridiche per regolare le pratiche di telecomunicazione e i provveditori di servizi, secondo ciò che la neutralità della rete stabilisce.

Inoltre, sul Sudan preme la necessità di una trasformazione culturale all'interno della società civile e il settore privato con l'obiettivo di consapevolizzare e creare incentivi per la difesa della neutralità della rete. .