In Australia le vittime di violenza sessuale criticano la sicurezza dell'app di incontri Tinder

I saw you on Tinder

‘Ti ho vista su Tinder’, Graffiti a Trastevere, Italia 2014 – Foto concessa dall'utente Flickr Itmost (CC BY 2.0)

Da un'indagine del programma radiofonico australiano TripleJ Hack [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] sono emerse accuse inquietanti circa il modo in cui le app di incontri si occupano dei casi di violenza sessuale.

Il 12 ottobre Triple J, un programma per giovani che fa parte della ABC (Australian Broadcasting Corporation), ha mandato in onda il servizio “Tinder: A Predator's Playground” (Tinder, un parco giochi per predatori) su Four Courners della ABC TV.

Alla sollecitazione di TripleJ sulla sicurezza nelle app di incontri hanno risposto più di 400 persone, delle quali 175 hanno raccontato ai giornalisti di aver subito un reato sessuale da parte di qualcuno incontrato sull'app Tinder [it], di proprietà di Match Group, compagnia di servizi di incontri. Circa 48 tra gli intervistati hanno detto di aver denunciato il reato a Tinder, e soltanto 11 hanno ricevuto una risposta.

Il video e la trascrizione sono disponibili qui.

Secondo quanto riportato dall'indagine, i predatori sono riusciti a separarsi dal “match”, cancellando così le prove e diventando irrintracciabili per le vittime. A quanto pare, questa funzione era stata originariamente pensata per proteggere gli utenti, certo non i predatori. Le donne si sono lamentate della difficoltà di ricevere una risposta da Tinder, nonché di far rimuovere i predatori dalla piattaforma. Ci sono state anche denunce sul fatto che alcuni poliziotti “non hanno fatto il loro lavoro”, tuttavia un portavoce della polizia dello stato del New South Wales ha sostenuto che “è sempre difficile ottenere informazioni” dalle app riguardo i casi di violenza sessuale.

Parecchie interviste con le vittime contenevano descrizioni inquietanti e dettagliate delle aggressioni, incluso lo stupro. È stato anche rivelato che una delle vittime si è suicidata in seguito al processo di uno stupratore seriale che aveva molteplici profili su Tinder.

Esemplifica le reazioni sui social media questo tweet del dottor Oscar Vorobjovas-Pinta:

Ho guardato il programma con orrore. Sono sconvolto da come Tinder gestisce i casi di abuso sessuale.

Così come anche la preoccupazione di Kelsey Menzies sulle app di incontri:

Quasi tutte le mie amiche single hanno una storia di un incontro tinder sospetto o di un “match” che si è avvicinato un po’ troppo. Quella. Storia. È. Importante. Grazie triplejHack e 4corners.

Dal suo lancio nel 2012 Tinder ha contato più di cento milioni di download e nel 2019 le sue entrate globali hanno superato l'1,2 miliardi di dollari statunitensi. Booboo Kittiefukk ha fatto notare l'impatto delle accuse sul numero di donne che usano l'app:

Ugh. Chissà se in Australia il numero di profili femminili su tinder è diminuito in modo significativo grazie a 4corners & triplejHack. Giornalisti che tengono al sicuro le donne perché tinder non lo fa. Vergognati, tinder.

E Verity Hawkins ha sottolineato una preoccupazione costante sul modo in cui vengono considerate le voci delle donne:

Ancora una volta le donne non vengono credute, ma sminuite e sottovalutate. Storie raccapriccianti di violenza sessuale e molestie.

Intanto Tinder ha pubblicato sul proprio blog una dichiarazione scritta in cui difende “i propri processi e le proprie politiche” mentre promette di migliorare le misure di sicurezza:

We have heard from survivors and we are acting. We strive to continually improve our safety systems and are always ready to take further action when shortcomings are identified.

[…] We are grateful to all who have spoken up about violence or assault by someone who they met through our platforms. We value and respect their courage and determination to report these incidents so we can remove these offenders from our sites and better protect our users.

Abbiamo ascoltato le voci delle vittime e ci stiamo muovendo. Ci sforziamo di migliorare continuamente i nostri sistemi di sicurezza e siamo sempre pronti a prendere ulteriori provvedimenti quando si riscontrano delle carenze.

[…] Siamo grati a tutti coloro che hanno parlato apertamente di violenze o aggressioni da parte di qualcuno incontrato sulle nostre piattaforme. Stimiamo e rispettiamo il loro coraggio e la loro determinazione a denunciare questi incidenti di modo che possiamo rimuovere dai nostri siti gli aggressori e proteggere meglio i nostri utenti.

A quanto pare, non ha concesso alcuna intervista a TripleJ. È chiaro che Jack Gramennz vuole che Tinder si prenda maggiori responsabilità:

Tinder non poteva mandare nessuno davanti alle telecamere per difendere la compagnia su Four Corners ma ovviamente la mattina dopo sul blog c'è un post di X,000 parole su quanto si impegnano

Inoltre, la risposta di Tinder ha indignato la giornalista Hannah Ryan:

Una risposta patetica da parte di una compagnia accusata di permettere ai perpetratori di violenza sessuale di non rispondere delle proprie azioni e continuare ad aggredire attraverso le loro app.

La controversia su Tinder ha suscitato la reazione di molti anche su altri social media. Sulla pagina Facebook di Four Corners ci sono svariati post con centinaia di commenti, mentre il breve video di TripleJ su Instagram ha ricevuto oltre 19.000 visualizzazioni.

Rosalie Gillett e Nicolas Suzor, dell'Università di Tecnologia di Queensland, hanno esaminato alcune questioni più ampie sul sito web The Conversation, affermando che:

Tinder isn’t alone in failing to protect women — our attitudes matter a lot as well.

All the major digital platforms have their work cut out to address the online harassment of women that has now become commonplace. Where they fail, we should all work to keep the pressure on them.

Non è solo Tinder a non proteggere le donne – anche il nostro atteggiamento incide molto.

Tutte le maggiori piattaforme digitali hanno il loro bel da fare per affrontare le molestie online sulle donne che ora sono all'ordine del giorno. Laddove non ci riescono, tutti dovremmo impegnarci a continuare a fare pressione su di loro.

Chi sta valutando l'idea di tenere o creare un profilo su un sito di incontri, che sia per relazioni serie o appuntamenti occasionali, deve prendere in considerazione due questioni chiave: Come possono Tinder e altre app di incontri proteggere meglio gli utenti dai predatori online? Come possono dare un adeguato sostegno alle vittime? Tinder si è associato a Noonlight per offrire un rinforzo della sicurezza: in questo modo, i servizi d'emergenza come la polizia e i primi soccorritori vengono allertarti con un'allarme telefonico. Tuttavia, questo sistema al momento è disponibile solo negli Stati Uniti.

Intanto TripleJ Hack ha proseguito l'indagine, andando a verificare se le vittime possono intentare un'azione legale contro il servizio di incontri.

Nel più recente sviluppo della vicenda, il ministro australiano delle comunicazioni, Paul Fletcher, ha incontrato dei rappresentanti di Match Group per parlare del miglioramento della sicurezza degli utenti. Così Merryn Redenbach ha risposto alla notizia sulla pagina Facebook di Four Corners:

Will Tinder now release data on all complaints of sexual assault received from Australia to the police sexual offences units in each State and Territory, or another body established to investigate this abuse? And comply quickly with all Police requests for data? Any other response from the company is just marketing spin.

Tinder rilascerà ora i dati su tutte le denunce di violenza sessuale ricevute dall'Australia alle unità di polizia per reati sessuali in ogni stato e territorio o a un altro organismo istituito per indagare sugli abusi? E soddisferà subito tutte le richieste di dati da parte della polizia? Qualunque altra risposta da parte della compagnia è solo marketing.

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