I legislatori moldavi stanno discutendo le modifiche alla proposta di legge del “Grande Fratello” [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] che, secondo i gruppi della società civile e i portabandiera dei diritti umani, consentirebbe la sorveglianza e la censura.
Formalmente nota come proposta di legge n. 161 sugli emendamenti e i supplementi ad alcune leggi, la legge amplierebbe gli obblighi dei fornitori di servizi di telecomunicazione di raccogliere e conservare i metadati delle attività di comunicazione dei cittadini, aumenterebbe altri tipi di sorveglianza digitale e permetterebbe alle autorità di bloccare i siti web “contenenti informazioni che spingono all'odio o alla discriminazione etnica, razziale o religiosa, all'ostilità o alla violenza”.
European Digital Rights, la principale organizzazione paneuropea per la protezione delle libertà digitali, ha commentato il disegno di legge, sostenendo che il processo legislativo sul disegno di legge non dovrebbe continuare “senza un'analisi completa della necessità e della proporzionalità di questa eccessiva interferenza con i diritti fondamentali” e garantendo che la legge sia coerente con la dottrina internazionale dei diritti umani.
Il difensore dei diritti umani Pavel Grecu ha avvertito via Twitter:
If the Moldovan Big Brother draft law will be adopted it will be the official end of the hope to build a democracy in Republic of #Moldova
— Pavel Grecu (@pavel_grecu) April 3, 2016
Se il progetto di legge del Grande Fratello moldavo sarà adottato, sarà la fine ufficiale della speranza di costruire una democrazia nella Repubblica di #Moldavia.
Grecu ha spiegato [ro] che il sistema giudiziario moldavo non è in grado di proteggere i cittadini da una sorveglianza abusiva, citando dati ufficiali secondo cui i giudici approvano il 98% delle richieste di intercettazione delle comunicazioni elettroniche da parte dei pubblici ministeri.
Nadejda Hriptievschi, il direttore del programma del Centro di risorse legali della Moldavia (LRCM) ha dichiarato di essere preoccupata per il disegno di legge perché contiene diverse disposizioni che propongono l'introduzione di misure di sorveglianza di massa “assolutamente ingiustificate”. Ha anche sottolineato che le disposizioni relative alla rimozione di contenuti opinabili potrebbero teoricamente portare al blocco di Facebook, Youtube o Twitter nella Repubblica di Moldavia o di “siti scomodi per il governo/istituzione”.
La legge è passata al Parlamento moldavo nell'aprile del 2016. La sua adozione è stata rinviata dopo che diversi gruppi della società civile hanno chiesto ulteriori revisioni del disegno di legge per allinearlo agli standard internazionali. Ciò comprenderebbe una revisione da parte della Commissione di Venezia, un organo consultivo del Consiglio d'Europa, composto da esperti indipendenti nel campo del diritto costituzionale, che forniscono assistenza costituzionale nell'Europa centrale e orientale.
A ottobre 2016 le organizzazioni della società civile interessate hanno organizzato una tavola rotonda pubblica con i parlamentari e si sono espresse a favore di un'azione di contrasto della sorveglianza a tappeto.
A novembre la CRLM ha pubblicato delle raccomandazioni sulla legge del “Grande Fratello”, preparate in collaborazione con Bogdan Manolea, direttore esecutivo dell'Associazione per la tecnologia e Internet (ApTI) della vicina Romania, membro dell'UE. Il gruppo ha raccomandato di respingere gli articoli proposti che porterebbero a misure di sorveglianza di massa, intraprendendo un attento esame della legislazione che limita i diritti fondamentali, e rinunciando all'obbligo di “bloccare” l'accesso alle pagine web.
Il 10 dicembre la Commissione ha emesso un parere congiunto sul progetto di legge, individuando il numero di questioni che le autorità devono affrontare per soddisfare gli standard europei applicabili.
Poiché la Moldavia è membro del Consiglio d'Europa, il Parlamento dovrebbe modificare il disegno di legge in linea con le raccomandazioni della Commissione di Venezia e delle organizzazioni della società civile, oppure rinviarlo al governo per una nuova proposta.