Liberata la studiosa australiana Kylie Moore-Gilbert da una prigione iraniana tramite scambio di prigionieri

Kylie Moore-Gilbert after her release from prison in Iran

Kylie Moore-Gilbert dopo la sua scarcerazione in Iran. Fotogramma dal video di SBS News del 20 novembre 2020.

La liberazione della studiosa britannico-australiana Kylie Moore-Gilbert, dopo oltre 800 giorni in una prigione iraniana, è stata accolta con gioia e sollievo in Australia e in tutto il mondo. Il suo rilascio è stato parte di uno scambio con tre prigionieri iraniani.

La dottoressa Moore-Gilbert era detenuta nelle carceri iraniane per presunto spionaggio da settembre 2018. Circolavano notizie [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] secondo cui Moore-Gilbert era stata arrestata e accusata di spionaggio per conto di Israele dopo che l'Iran era venuto a conoscenza della sua relazione con un cittadino israeliano.

L'Università di Melbourne, dove Moore-Gilbert era docente, ha espresso sollievo alla notizia del suo rilascio:

Siamo sollevati e felicissimi che la dottoressa Kylie Moore-Gilbert sia stata scarcerata in Iran. Il vicerettore Duncan Maskell ha detto che la dottoressa Moore-Gilbert è sana, salva e di ottimo umore, e la prima priorità dell'Università sono la sua salute e il suo benessere.

Anche il suo gruppo di sostegno di amici e colleghi ha twittato:

Siamo al settimo cielo perché la nostra fantastica amica e collega, la dottoressa Kylie Moore-Gilbert, sta tornando a casa dopo 804 giorni di prigionia in Iran. Una donna innocente è finalmente libera. Oggi è davvero una bellissima giornata per l'Australia!

Global Voices ha fatto un reportage sul suo caso nell'agosto 2020: La ricercatrice melburniana Kylie Moore-Gilbert resta un “ostaggio politico” nella prigione iraniana di Qarchak [it].

C'è una preoccupazione fondata per il benessere di Moore-Gilbert una volta tornata in Australia. Jason Rezaian, che ha trascorso 544 giorni in prigione in Iran, ha espresso i suoi pensieri:

Sono entusiasta di vedere che la dottoressa Kylie Moore-Gilbert è finalmente libera dopo oltre 2 anni come ostaggio del regime in Iran. Ma per quanto felice, conosco fin troppo bene il trauma e lo smarrimento sul suo viso. Le auguro salute, guarigione, privacy e pazienza.

Rezaian era anche tra coloro che chiedevano la fine della cosiddetta diplomazia degli ostaggi:

È ormai ora che gli alleati democratici – anzi, che tutti i governi responsabili – lavorino insieme per porre fine alla cattura di ostaggi sponsorizzata dallo stato una volta per tutte, a cominciare dall'Iran, da molto tempo il colpevole principale di questa barbara pratica.

Il primo ministro australiano Scott Morrison, accogliendo con entusiasmo il suo rilascio, ha rivendicato un certo merito per aver usato una diplomazia silenziosa, che è stata criticata da alcuni degli amici e colleghi di Moore-Gilbert. Si è rifiutato di rilasciare commenti su eventuali negoziati o sul coinvolgimento di altri governi. Ha affermato che nessun prigioniero in Australia doveva essere oggetto di scambio.

Si ritiene che i prigionieri iraniani scambiati siano tre uomini condannati e detenuti in Thailandia con accuse relative a un tentato omicidio di diplomatici israeliani. Inevitabilmente, sono riemerse preoccupazioni sul premiare la diplomazia degli ostaggi e intraprendere negoziati relativi al terrorismo:

Thread. Per quanto entusiasti che Kylie Moore-Gilbert sia stata rilasciata, non dobbiamo farci illusioni: la cattura di ostaggi da parte dell'Iran è stata appena ricompensata, ancora una volta, con la liberazione di assassini a tutti gli effetti, in particolare Masoud Sedaghat Zadeh dell'IRGC, responsabile di un attacco terroristico contro gli ebrei nel 2012.

Anche il ruolo del governo israeliano è stato messo in discussione:

Il governo australiano ha discusso dello scambio di prigionieri con Israele, dato che i tre iraniani rilasciati in cambio della libertà di Kylie Moore-Gilbert erano imprigionati per aver tramato di assassinare diplomatici israeliani? PM @MarisePayne: “Non commenterò le discussioni diplomatiche”.

Molti australiani hanno sollevato altre questioni relative ai diritti umani, che ritengono dovrebbero essere affrontate dal governo di Scott Morrison. Delia Quigley è stata tra coloro che sui social media hanno ricordato al governo australiano il trattamento riservato ai richiedenti asilo, in particolare l'uso della detenzione a lungo termine:

È senza dubbio meraviglioso che la dottoressa Kylie Moore-Gilbert sia stata rilasciata da un'ingiusta prigionia in Iran.

È solo che sembra tutto un po’ ipocrita, visto che il nostro governo celebra questo mentre detiene coloro che hanno cercato legalmente asilo da luoghi come l'Iran ?

Karyn H, attivista per la liberazione di un altro australiano, Julian Assange, ha collegato i due casi. Ha invitato la ministra degli esteri australiana, Marise Payne, a intensificare gli sforzi per Assange:

Sono felice di sapere del rilascio di Kylie Moore-Gilbert. Attendo con impazienza anche il rilascio del cittadino australiano Julian Assange. Il suo coraggio e la sua tenacia sono una vera ispirazione. Ci si aspetterebbe che lavorasse altrettanto duramente per liberare Julian.

Moore-Gilbert ha ringraziato il governo australiano e ha elogiato il popolo iraniano in una dichiarazione dopo la sua liberazione:

I have nothing but respect, love and admiration for the great nation of Iran and its warm-hearted, generous and brave people. It is with bittersweet feelings that I depart your country, despite the injustices which I have been subjected to. I came to Iran as a friend and with friendly intentions, and depart Iran with those sentiments not only still intact, but strengthened.

Ho solo rispetto, amore e ammirazione per la grande nazione dell'Iran e per il suo popolo cordiale, generoso e coraggioso. È con sentimenti contrastanti che lascio il vostro Paese, nonostante le ingiustizie a cui sono stata sottoposta. Sono arrivata in Iran come amica e con intenzioni amichevoli, lascio l'Iran con quei sentimenti non solo ancora intatti, ma rafforzati.

Attualmente è in quarantena per la COVID-19 in un luogo non reso noto.

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