Regista pakistano sospende l’uscita del suo film pluripremiato in seguito a minacce

Screenshot from the official trailer of Zindagi Tamasha (Circus of Life)

Screenshot del trailer ufficiale del film Zindagi Tamasha (Il circo della vita)

Il noto attore e regista pakistano Sarmad Khoosat [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] ha ricevuto ripetute minacce volte allo scopo di interrompere l’uscita in Pakistan del suo film Zindagi Tamasha (Il circo della vita). Pur avendo dichiarato di non voler promuovere più il suo film, cancellando la première pakistana, continua a ricevere ininterrottamente minacce personali.

Zindagi Tamasha, girato in lingua urdu e pangiabi, è stato presentato al festival di Busan International Film Festival vincendo il premio Kim Ji-seokRacconta la storia di Naat Khwan Rahat Khawaja (Arif Hassan), musulmano devoto che scrive, compone e incide perfino inni di lode a Maometto. Non appena il suo segreto oscuro viene a galla, l’intera famiglia si ritrova sempre più ostracizzata dalla società. Secondo la sinossi ufficiale, questo film è una “rovente critica politica sulle piccole divinità terrestri che controllano le nostre emozioni più recondite” e considerato per questo motivo, come un’allusione agli abusi del Diritto ecclesiastico in Pakistan.

Zindagi Tamasha di Khoosat Sarmad è il primo film pakistano vincitore del prestigioso premio Kim Jiseok del Busan Film Festival. Una rappresentazione unica del diverso che vede come protagonisti gli stereotipi di genere, l’omosessualità, la pedofilia e il credo religioso.

In uscita il 24 gennaio.

Sebbene il film abbia superato tre certificazioni dell’ufficio pubblico per la censura di contenuti cinematografici (CBFC), uno dei poli del partito conservatore e precisamente il Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP), ha affermato che questo film è anti-islamico per il modo in cui viene ritratto l’ex Ministro degli Affari esteri del Pakistan Khawaja Muhammad Asif. Il TLP ha annunciato il 22 gennaio 2020 una protesta nazionale contro il film, poiché “raffigura in maniera errata coloro che recitano inni di lode al profeta Maometto (PBUH)” [it].

Il partito conservatore Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP) ha annunciato il 22 gennaio una protesta nazionale contro il nuovo film “ZindagiTamasha” di Sarmad Khoostad per presunta blasfemia.

In una lettera dell’ufficio della censura della provincia di Sindh, condivisa su Twitter, viene menzionato che l’ufficio ha imposto delle restrizioni sulla distribuzione pubblica del film poiché “potrebbe provocare malcontento tra il pubblico osservante e degenerare in disordini, minacciando la situazione pacifica del paese.”

Non censurato. Tuttavia si raccomanda una terza revisione dopo la certifica. Può darsi che si stia preparando il terreno per una censura.

Sindh è la prima provincia a censurare “Zindagi Tamasha”. Vergogna al governo di Sindh.

Sotto minacca continua

Dopo l’opposizione del partito conservatore Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP), Sarmad è stato vittima di numerosi abusi in rete e i suoi dati personali (numero di carta d'identità e telefonosono stati condivisi online. GlobalVoices ha parlato con l’ufficio dei diritti digitali, i quali dichiarano di aver informato ed inoltrato un reclamo a Twitter in relazione ai tweet contenenti informazioni personali su Sarmad.

Il 16 gennaio Sarmad scrive una lettera aperta al Primo Ministro del Pakistan Imran Khan e al presidente Arif Alvi, chiedendo il loro supporto per l’uscita del suo film. Scrive che lui e il suo team sono stati vittima di bullismo anche se l’ufficio di censura del Pakistan ne ha concesso l’uscita nazionale:

Una lettera aperta a Imran Khan e Arif Alvi.

Sarmad scrive:

“It’s a story about a ‘good enough Muslim’ – there was/is no mention of a sect, party or faction of any sort. Neither in the uncensored version nor the censored one. If a bearded man is to be generically called a molvi (cleric), then trust me, this is/was a film about a good molvi (cleric). An empathetic and heartfelt story of a bearded man who is so much more than just that. He is a human being portrayed through a very humane eye. Well, forget it!”

“Il mio film parla di un “buon musulmano”. Non c’è alcun riferimento a una setta, a un partito o qualsiasi altra fazione, sia nella versione non censurata che in quella censurata. Se un uomo con la barba lunga è in genere considerato un mawlawi (intellettuale islamico), credetemi, si tratta della storia di un bravo mawlawi e della sua sincerità ed empatia. È un essere umano ritratto con occhi umani. Non è nient’altro che questo!”

Anche il trailer è stato rimosso da YouTube l’ultima settimana dello scorso dicembre 2019, dopo che alcuni user erano entrati in disaccordo con il contenuto delle immagini. La compagnia di produzione cinematografica Khoosar Film ha dichiarato in seguito:

Khoosat Films took down the trailer from YouTube themselves. A trailer is just a tiny part of the entire film, there's no context so a few people had some issues regarding the content of that clip and we took that into account. After minor tweaks, we'll reupload it soon enough.

ll trailer è composto solo da alcune scene del film, senza alcun contesto, così per evitare che qualcuno possa fraintendere, l’abbiamo rimosso noi stessi da YouTube. Lo ricaricheremo presto dopo aver effettuato alcune piccole modifiche.

Il trailer aggiornato [fa] (in lingua urdu) è già disponibile online.

Sotto la pressione di forti tensioni, Sarmad Khoosat ha deciso to sospendere l'uscita del suo film in Pakistan.

Continuo a ricevere minacce telefoniche e via sms. Dovrei forse ritirare “Zindagi Tamasha”?

Nonostante l’uscita del film in territorio nazionale sia stata cancellata, i continui messaggi provocatori su Twitter contro il regista e il suo team non sono terminati. Molti utenti continuano a stigmatizzarlo come film anti-islamico e blasfemo, senza neanche citarne con chiarezza il motivo. Vengono ancora condivisi sui social media poster e annunci di proteste nazionali allo scopo di proibirlo, dimenticando che il regista ne ha già cancellato l’uscita.

L’enorme fiasco di “Zindagi Tamasha” ci ricorda quanto sia estenuante e frustrante essere un semplice cittadino in questo paese. Prendono un film come il capro espiatorio di ogni male e noi non possiamo farci nulla.

Ultimo aggiornamento: il partito conservatore Tehreek-e-Labbaik Pakistan (TLP) ha annunciato di rinviare le proteste indette per il 22 gennaio 2020, in risposta alla decisione dei governi di Sindh e Punjab di bloccare l’uscita del film “Zindagi Tamasha”.

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