Richiesta di riforma immediata del sistema universitario in Afghanistan dopo il suicidio di una studentessa

Marcia di protesta. Foto di Bali Samandar con concessione d'uso.

Il recente suicidio della studentessa Zahra Khawari dell’università di Kabul, ha scatenato numerose proteste reclamanti la fine della corruzione e discriminazione da parte del sistema di istruzione superiore in Afghanistan.

Studenti afgani hanno inondato i social media organizzando una marcia di protesta all’università di Kabul, qualche giorno dopo il suicidio della studentessa la cui tesi, a quanto pare, era stata rifiutata ripetute volte a novembre 2019.

Il suicidio e le conseguenti proteste hanno ottenuto una grande risonanza mediatica locale [fa, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione].

Amici di Zahra, studenti dell’ultimo anno di Scienze Veterinarie all’università di Kabul, hanno raccontato ai giornalisti che l’amica si è suicidata all’età di 25 anni a seguito del terzo rifiuto della tesi di laurea da parte del suo relatore Gul Mohammad Tanin. La polizia ha confermato il suicidioavviando un’inchiesta che ha condotto all’arresto del Prof. Tanin. Non specificate le accuse.

Zahra Khawari viveva nel dormitorio dell’università di Kabul. Originaria della provincia di Daikundi, distretto molto povero della zona montuosa nella parte centrale del paese. Secondo quanto riportato, Zahra si è avvelenata durante la colazione ed è deceduta poco tempo dopo nella sua stanza.

A seguito dello scandalo, il ministro in carica dell’istruzione superiore Abdul Latif Roshan fu costretto a dare le dimissioni il 22 novembre, sostituito poi da Najibullah Khwaja Omari.

Proteste sui social media  

Dopo essersi diffusa la notizia della morte di Zahra Khawari, le piattaforme di Twitter e Facebook sono state inondate di immagini di studenti, messaggi di condoglianze e aspra condanna nei confronti del suo relatore.

La giornalista Zahra Joya sfoga il suo risentimento in un breve post su Facebook.

بشکند دستی که انسانی را مجبور می‌کند تا به زندگی‌اش نقطه پایان بگذارد

Rompiamo le braccia a colui che ha spinto una ragazza al suicidio.

L’attivista liberale Asif Asina ha postato una foto di Zahra, già largamente condivisa, mentre trasforma a sue spese e su ordine del relatore, un container di acciaio in un pollaio.

Nel suo post su Twitter Asina rimpiange di non aver spinto, durante il tempo trascorso come studente all’università di Kabul, per una riforma consistente del sistema di istruzione:

Ripensando agli sforzi di Zahra [all’università] e alle proteste dopo il suo suicidio, mi sento confuso. Rivedo in questo contesto la mia esperienza personale come studente e tutte le cose che a quel tempo abbiamo ignorato. Ci sarebbero stati così tanti cambiamenti che avremmo dovuto sollecitare.

Molti giovani afgani sperano che la morte di Zahra dia lo spunto per riformare il sistema di istruzione superiore, quanto meno nell’università principale della capitale.

Un quotidiano nazionale ha creato una rubrica incoraggiando gli studenti a condividere le loro esperienze e proporre suggerimenti per delle riforme. Molti di loro hanno raccontato degli ostacoli incontrati per poter arrivare alla laurea.

La marcia degli studenti universitari di Kabul

Il giorno dopo la morte di Zahra, studenti e colleghi hanno indetto una marcia riversandosi nel campus dell’università, per esprimere il loro dissenso verso le discriminazioni e il comportamento “dittatoriale” dei professori universitari nei confronti degli studenti, testimoni di numerose difficoltà per superare l’esame d’ingresso e mantenersi economicamente nell’università più rinomata del paese. L’università di Kabul, dicono, rappresenta per noi un “sogno impossibile”.

Tahir Qadiry riassume l’animo dei manifestanti su Twitter [en]:

Quello che è accaduto a Zahra all’università di Kabul è solo un piccolo esempio del caos e della dilagante corruzione delle università pubbliche. Zahra si è tolta la vita per liberarsi dal peso dall’ingiustizia. Questa situazione richiama un po’ il film Bollywood “3 idiots”. Le aree accademiche devono rimanere tali.

.Zakiiiieh, twitter user afgano, afferma che Zahra, appartenente al tanto perseguitato gruppo etnico hazāra, potrebbe essere stata vittima di discriminazioni etniche.

È così triste. La discriminazione… Zahra sarebbe potuta essere un genio, una ricercatrice, un inventore o costruttore per il suo paese. Invece ci ha lasciati portando con se tutti i suoi sogni.

Rimarchevole è l’adesione alle richieste di riforma da parte di alcuni membri dello stesso staff universitario. Yunus Toughyan, un professore dell’università di Kabul, posta su Facebook:

این بار نخست نیست که فضیحتی نا بخشودنی در پوهنتون کابل صورت می گیرد. در همین پوهنتون استادان هستند که بر شاگردان (فرزندان خودشان) تجاوز کردند و به جای تحذیر تقدیر شدند و به مقامات عالیه رسیدند. استادانی بودند و هستند که رشوه گرفتند و می گیرند و این مسئله به فیسبوکها رخنه کرد، هیچ کس آن را ندید و نشنید و نپرسید. سالهاست که در پوهنتون تعصبات ملی، سمتی و زبانی اعمال می شود. واقعن می شرمم که در کنار افرادی متجاوز، زانی، رشوت خوار و متعصب قرار دارم.
روان زهرا خاوری شاد و یادش گرامی باد. در کنار معترضین تا آخر دادخواهی می کنم. ننگ و نفرین بر وجدانهای بیمار

Non è la prima volta che un tale imperdonabile scandalo si verifica all’università di Kabul. Proprio in questa università molti professori hanno violentato studenti e invece di venire espulsi sono stati semplicemente rimproverati. Alcuni hanno ricevuto mazzette, le cui prove sono state condivise su Facebook, ma nessuno di loro è mai stato arrestato. Per anni hanno avuto comportamenti pregiudizievoli basati sulla lingua, razza ed etnia. Mi vergogno di aver lavorato con loro… Starò a fianco dei manifestanti fino alla fine. A morte i corrotti.

Una tragedia che sfocia nell’indifferenza?       

La storia di Zahra ha avuto un forte impatto sugli studenti afgani, poiché esprime i sacrifici personali che molti di loro hanno fatto per assicurarsi una laurea in un sistema compromesso dalla corruzione e dalle discriminazioni.

La tesi di Zahra, che inizialmente verteva sulle tecniche di alimentazione delle pecore, sarebbe stato l’ultimo ostacolo prima della laurea, ma, secondo le dichiarazioni della sua compagna di stanzala quale fu la prima a trovare il corpo della studentessa dopo essersi avvelenata, il suo relatore Gul Mohammad Tanin respinse nuovamente il suo elaborato anche dopo che Zahra ne cambiò l’argomento [en]:

Zahra went through a hard time working on her project, and spent so much money. Not once, but multiple times her dissertation was simply dismissed. She was no longer able to spend time working on the project because she is from a poor farming family. She came under too much pressure and finally killed herself.

Zahra ha attraversato un periodo difficile durante la stesura della sua tesi, investendo una grande quantità di denaro. La sua tesi non è stata respinta una sola volta ma ripetute volte, portandola a rinunciare al progetto per mancanza di tempo e sostegno economico, poiché veniva da una famiglia di contadini. La pressione era sempre più forte e togliersi la vita era l’unica soluzione.

Tuttavia il suo relatore non è l’unico presunto mostro nella triste storia di Zahra, infatti secondo quanto riportato dai mediadopo essere stata trovata agonizzante ma ancora viva, la responsabile del dormitorio non ha autorizzato immediatamente il trasferimento in ospedale, interrogando piuttosto amici e parenti sulle prove della sua appartenenza al dormitorio tramite controllo del tesserino.

Alla fine la zia è riuscita a portarla in ospedale ma era troppo tardi.

La causa principale di suicidio è la depressione non curata. La depressione si può curare e il suicidio può essere evitato. Puoi trovare aiuto nelle linee di crisi suicida e di supporto emotivo e confidenziale.Visita il sito Befrienders.org per trovare una linea di crisi suicida nel tuo paese.

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