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Telefonate, SMS e radio: tecnologie pre-internet aiutano l'istruzione dei bambini poveri durante il lockdown in India

Categorie: Asia meridionale, India, Citizen Media, Disastri, Donne & Genere, Istruzione, Linguaggi, Salute, Sviluppo, Tecnologia, COVID-19
Screenshot from an YouTube Video by ThinkZone. [1]

Genitori svolgono attività istruttive con i bambini grazie alle risorse di ThinkZone ricevute via cellulare. Screenshot da un video su YouTube di ThinkZone.

Mentre le classi si spostavano in ambienti virtuali in India in seguito al lockdown dovuto alla COVID-19, gli studenti provenienti da regioni isolate e da famiglie a basso reddito, che non hanno accesso a Internet, hanno dovuto affrontare delle sfide durissime per continuare a studiare.

L'India è entrata in lockdown [2] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] a marzo, e solo a giugno ha cominciato gradualmente a revocare le restrizioni [3]. Le lezioni sono state spostate in ambienti virtuali, nonostante solo un quarto delle famiglie indiane abbia accesso a Internet.

Una premiata start-up no-profit dalla città di Cuttack [4] [it], nello stato di Odisha, ha trovato il modo di aiutare le famiglie in difficoltà: attraverso tecnologie che non necessitano di Internet, come telefonate, SMS e la radio, fornisce un'istruzione a basso costo [5] a più di 5000 bambini in 400 villaggi.

L'imprenditore sociale Binayak Acharya ha avuto quest'idea [6] cinque anni fa. Insieme a educatori delle comunità, a lavoratori degli Anganwadi [7] (servizi sociali nelle aree rurali) e a insegnanti di scuola elementare, ha sviluppato un metodo di istruzione di primo livello per bambini di comunità sotto-finanziate chiamata ThinkZone.

Durante il lockdown [8] i metodi di ThinkZone si sono dimostrati efficaci. Mentre le scuole chiudevano, ThinkZone ha avviato una collaborazione con Radio Choklate su FM 104, una stazione locale di Odisha, per mandare in onda le lezioni. Chandrima Banerjee ha recensito [9] il programma su Times of India — “È come Zoom, senza i video e l'interattività. Ma funziona.”

This is the place where ThinkZone’s Early-Childhood Education program started five years ago. Image via Thinkzone. Used with permission. [6]

Questo è il luogo dove cinque anni fa ha avuto inizio il programma Early-Childhood Education (Istruzione per la prima infanzia) di ThinkZone. Immagine utilizzata dietro autorizzazione.

Gli insegnanti di ThinkZone usano anche chiamate vocali, interactive voice response (IVR) e SMS per insegnare i moduli. Il sistema è gratuito e opera in due modi [10]: con “Pull Calling”, i genitori chiamano un numero o mandano un SMS che garantisce loro l'accesso a moduli d'apprendimento giornalieri per i loro bambini. Con “Push Calling,” ThinkZone offre ogni giorno 1 o 2 minuti di chiamate tramite l'IVR e moduli via SMS progettati su misura.

L'organizzazione di Acharya ha sviluppato anche attività “Fai-da-te” che i genitori possono realizzare con i propri figli a casa, in combinazione con tecnologie non basate su Internet.

Bambini in quattro distretti di Odisha – Cuttack, Kendrapara, Khordha e Bhadrak – hanno beneficiato [11] dei programmi di ThinkZone. Per le loro iniziative inoltre sono state assunte 300 donne dai distretti.

Cos'è che ci fa andare avanti? Leggete queste straordinarie storie, recensioni e reazioni dei genitori che hanno preso parte al nostro programma di apprendimento da casa.
Buona giornata nazionale dei genitori.

L'istruzione durante la pandemia

Secondo l’UNESCO [16], più di 1,37 miliardi di studenti in 138 Paesi in tutto il mondo hanno subito le conseguenze della chiusura di scuole e università dall'inizio della pandemia della COVID-19. Più di 60,2 milioni di docenti non sono in aula, e molti di loro stanno insegnando attraverso qualche strumento tecnologico.

Anche se l'anno scolastico in India dovrebbe iniziare a settembre, ancora non c'è alcun piano nazionale definito [17] per riprendere le lezioni offline nel Paese.

“Molti bambini non ritorneranno subito in classe perché i genitori saranno esitanti, e vorranno tenere i propri figli al sicuro” ha detto [18] Acharya in un'intervista con la International Youth Foundation.

Anche se altre no-profit [9] in India stanno utilizzando metodi simili, come fornire lezioni a distanza attraverso popolari app a banda ridotta come WhatsApp, le soluzioni su vasta scala non sono semplici. I 5000 bambini di ThinkZone sono una goccia nell'oceano se consideriamo i 320 milioni di studenti [19] affetti dal lockdown in India.

Al tempo stesso, su Twitter l'utente Sangsan ricorda come alcuni studenti nello stato indiano di Mangalore, a causa di problemi di connessione, devono raggiungere la cima di una collina per frequentare le lezioni online:

Cari signori Narendra Modi e Harish Poonja [il Primo Ministro dell'India e un parlamentare dello stato di Mangalore, ndt], il diritto all'istruzione vale per ogni studente e bambino. Più di 100 bambini in questo villaggio remoto stanno lottando per questo diritto, arrampicandosi su colline nel mezzo della foresta, affrontando anche il rischio degli animali selvatici. Per favore aiutateli.

Barsha can communicate better with her family and friends after she joined the ThinkZone education program. [25]

Barsha può comunicare meglio con la sua famiglia e amici dopo essersi unita al programma di istruzione di ThinkZone. Immagine utilizzata dietro autorizzazione.

Inoltre non sono solo i bambini da comunità a basso reddito a soffrire per la transizione all'istruzione virtuale — anche i bambini con disturbi dell'apprendimento fanno fatica ad adattarsi, come ha scritto su Twitter la ricercatrice Seema Nath:

I bambini con disabilità in diversi stati dell'India, incluso Odisha, corrono un grosso rischio di abbandonare gli studi se non riusciranno ad adattarsi ai mezzi online/digitali per le loro lezioni durante la pandemia della COVID-19.

Oltre a questo, Janhavi Apte scrive [28] un editoriale a Statecraft in cui esorta il governo a costruire infrastrutture migliori per l'apprendimento a distanza:

The COVID-19 pandemic has exposed the severe inequalities that exist between the rich and the poor, rural and urban households, and between males and females. These disparities lay bare the pitfalls in access to education in India, even on virtual platforms. While a push towards remote learning is understandable in these trying times, the current system is insufficient to serve as a suitable alternative to in-person learning. Following the current trajectory, an inability or unwillingness to build and strengthen the education infrastructure in the country will only push the poor, vulnerable and disadvantaged even further into the margins of society, and even worse, leave them behind.

La pandemia della COVID-19 ha mostrato le gravi diseguaglianze che esistono tra ricchi e poveri, famiglie delle aree rurali e delle aree urbane, e tra maschi e femmine. Queste disparità mettono a nudo gli ostacoli all'accesso all'istruzione in India, anche sulle piattaforme virtuali. Se una spinta verso l'apprendimento a distanza è comprensibile in questi tempi difficili, il sistema attuale non è sufficiente per fare da valida alternativa all'apprendimento in presenza. Seguendo l'attuale tendenza, l'incapacità o la ritrosia a costruire e rafforzare le infrastrutture per l'istruzione nel Paese non faranno altro che spingere ulteriormente i poveri, i vulnerabili e i bisognosi ai margini della società.