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Bellezza e resilienza nelle foto scattate dai giovani cubani durante la quarantena

Categorie: Cuba, Arte & Cultura, Citizen Media, Media & Giornalismi, COVID-19

Tornare al mare mi riempie di forze e pace (Foto: Josué Corujo).

Questo articolo è stato originariamente pubblicato da Periodismo de Barrio e poi leggermente editato da Global Voices. Il link [1] [es, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] all'articolo originale.

Lo scorso 23 giugno, il Servizio di Informazione di elTOQUE e Periodismo de Barrio hanno lanciato la convocazione al Laboratorio online di fotografia “Después de Abril” [Dopo aprile] [2], con l'obiettivo di documentare, in modo creativo, i giorni di quarantena a causa della COVID-19.

Cuba, che lamenta 91 morti [3] [en] per la COVID-19, si trova in isolamento parziale  [4]dalla fine di marzo e ha poi iniziato a riattivarsi gradualmente dal 20 luglio [5]. Dopo una nuova ondata di contagi a La Habana ad agosto, Cuba è tornata [6] [en] a chiudere spiagge, ristoranti, bar e ha proibito i voli internazionali.

Nel laboratorio, ritratti, paesaggi nostalgici e apparenze quotidiane sono alcune delle immagini che hanno maggiormente ispirato la memoria dei partecipanti.

Durante quasi un mese, alcuni giovani cubani hanno condiviso abilità e conoscenze sulla fotografia. Attraverso le reti social e un gruppo di Telegram hanno formato una comunità di circa 70 persone, che insegnano e imparano in gruppo, mentre condividono foto ed esperienze.

Pur essendo terminato il periodo ufficiale del laboratorio, il gruppo Después de Abril [7] rimane attivo su Telegram. Finora hanno condiviso 570 foto e per la convocazione ne hanno inviate 45.

In questa parte della galleria pubblichiamo 13 delle 24 fotografie della selezione finale.

Un adolescente con la sua mascherina su cui è impressa la parola COVID, come se fosse una marca (Foto: Randy B.).

Nel mezzo di questa crisi per la COVID-19 ho incontrato questi angeli. Il loro deterioramento fa quasi sembrare che gli scappi una lacrima (Foto: Raimel Fernández).

Tornare al mare mi riempie di forze e pace (Foto: Josué Corujo).

Durante la quarantena ho cercato di fotografare un colibrì. Quando sono riuscito a scattare la foto mi ha meravigliato come la natura segua il suo ritmo, più dell'essere umano (Foto: Randy B.).

Lo ha imparato da bambina ed è immersa nei suoi ricordi (Foto: Roger TM).

Ritrarre mia nonna è allegria. Averla avuta vicina in questi mesi è un immenso regalo (Foto: Josué Corujo).

Dopo aver avuto tanta nostalgia delle gite in campagna, la natura ha deciso di venire a trovarmi (Foto: Gabriela Molina).

I mesi di quarantena sono stati più duri per coloro che come noi non avevano una bella vista dalle lore finestre. O forse pensiamo che sia così (Foto: Amarilis Magaña).

Conversazione. Sempre all'inizio e alla fine della giornata (Foto: Roger TM).

Restare chiusa in casa mi sembrava a volte come guardare un pozzo senza fondo (Foto: Gabriela Molina).

Nel giardino giapponese eravamo lo stesso gruppo di amici di sempre, che si gode le escursioni (Foto: Luisma del Valle).

Questa è una foto personale, perché sono i piedi della mia fidanzata. Abbiamo simulato la pioggia (con una pompa dell'acqua) e l'immagine è una rappresentazione: lei cammina e il mio sguardo è sempre dietro a lei, incurante delle difficoltà della vita (Foto: Randy B.).

I colori dell'imbrunire, però senza colori (Foto: Roger TM).