Gli stranieri residenti nei Paesi Bassi come vedono Zwarte Piet, l'aiutante dal viso nero di San Nicola?

Zwarte Piet, l'aiutante dal viso nero di San Nicola

Zwarte Piet, l'aiutante dal viso nero di San Nicola. PHOTO: Hans Pama (CC BY 2.0)

La prima volta che ho festeggiato San Nicola – Sinterklaas nei Paesi Bassi – in compagnia di amici olandesi fu a New York, quando ero ancora una studentessa. Ci furono poesie argute, indovinelli, regali divertenti e tradizioni buffe. Ero affascinata. Che meravigliosa festa che fu!

L'elemento mancante della ricorrenza fu Zwarte Piet [it], l'aiutante dal viso nero di San Nicola. La sua presenza a Brooklyn sarebbe stata sconveniente e tra l'altro nessuno sembrò sentirne la mancanza.

Quando nel 2002 vidi per la prima volta Zwarte Piet nei Paesi Bassi, espressi indignazione di fronte a quel personaggio nero che lanciava caramelle a una folla in festa. Mi fu immediatamente detto che ero “troppo sensibile”, “troppo politicamente corretta” e “troppo americana”.

“…ci sono giochi che non possono essere considerati innocenti…”

Ho scoperto che non sono stata né la prima né l'ultima persona americana ad essere rimasta scioccata alla vista del servitore. Nel 1944, i soldati neri americani che stazionavano nel Limburgo protestarono contro Zwarte Piet. Gli abitanti del luogo si giustificarono spiegando che era tutto un gioco, ma non ci fu neanche un soldato che trovò la rappresentazione divertente, secondo la ricostruzione dei fatti [nl] di Jop Euwijk e Frank Rensen:

They explained to the protesters [Black American soldiers] that the blackfaced Piet servants were all an innocent joke. In return, the Dutch were told that there are jokes that cannot be made innocent, no matter how good the intentions.

Spiegarono ai soldati che il servo nero era tutto uno gioco innocente. Ma i soldati risposero che ci sono giochi che non possono essere considerati innocenti, nonostante le buone le intenzioni.

“Se vuoi capire i Paesi Bassi, guarda chi ha il diritto di manifestare.”

Foto delle parole di un discorso tenuto dall'attivista Naomi Pieter

Negli ultimi anni, la protesta contro Zwarte Piet ha assunto una rinnovata urgenza. Le persone sono scese in piazza a protestare. Nel 2016, circa 200 persone – neri, per lo più – sono state arrestate. Alcuni attivisti sono stati bersaglio di molestie e minacce di morte. A questo proposito, l'artista e attivista Naomie Pieter descrive quel giorno come uno dei più traumatici della sua vita:

The police surrounded us, they caged us. And then they pulled black people into our circle, even those who were not part of our group. That’s what happened to Jerry [Jerry King Luther Afriyie]. He wasn’t part of our group…First they [the police] singled him out. He was standing across the street. Then they loaded him onto the arrest bus. Then they pulled him out. Then they beat him…It was the most traumatic experience of my life.…

If you want to understand the Netherlands, look at who has the right to demonstrate. Nazis, Pegida [right wing political group from Germany]…Instead of blocking Nazis, you block people struggling for inclusive societies. We receive threats of violence from the right and the police shut down our march and let the Nazis march. They give them the whole stage.

La polizia ci ha circondati e messi in un angolo. Poi hanno portato via le persone nere che erano tra noi, anche quelle che non facevano parte del nostro movimento.

Questo è quello che è successo a Jerry [Jerry King Luther Afriyie], il qualche non era un membro del gruppo: prima di tutto i poliziotti lo hanno individuato – era in piedi dall'altra parte della strada – poi lo hanno arrestato e caricato sulla camionetta. Dopo averlo tirato fuori, lo hanno picchiato. È stata l'esperienza più traumatica della mia vita.

Se volete capire i Paesi Bassi, guardate chi ha il diritto di manifestare. I simpatizzanti del Nazismo, i militanti di Pegida [un'organizzazione tedesca di estrema destra]. Invece di fermare i nazisti, vengono fermate le persone che lottano per una società inclusiva. Noi riceviamo minacce di violenza dalla destra e la polizia blocca la nostra marcia, lasciando manifestare i nazisti. Gli hanno dato totale visibilità.

Confronto tra la raffigurazione di Jim Crow e Zwarte Piet

Questa immagine mette a confronto le raffigurazioni di Jim Crow e Zwarte Piet. Il testo a destra è la traduzione di un articolo pubblicato nel 1945 dal giornale olandese De Stem: “Finché ci saranno soldati neri nei Paesi Bassi, nessuno girerà per strada con il viso dipinto di nero.”

“Gli stupidi olandesi con le loro bizzarre tradizioni”

Per questo articolo ho chiesto a più di trenta stranieri residenti nei Paesi Bassi di parlarmi delle loro prime impressioni su Zwarte Piet. Come la maggior parte degli intervistati, Karl Webster si è sentito “arrabbiato e confuso” la prima volta che ha visto il servitore. Molte persone non potevano credere ai loro occhi, descrivendo la scena come qualcosa di irreale, un miraggio stupido e razzista.

Grafico a torta che mostra il paese di provenienza degli intervistati.

Grafico che mostra il paese di provenienza degli intervistati.

Di seguito alcune delle risposte.

Shawna Snow:

Our first experience was coming outside seeing the parade of when Saint Nicholas coming to Spain. I was with my five kids and my mother-in-law and we had no idea what was going on.

We’re walking around going, what is going on. And then we see these white people in black faces throwing cookies with this really pious and sad looking Santa Claus on this white horse. And they’re screaming and the cookies are flying, and I’m thinking: this would never fly in the States…

My mom was an antique collector, so I recognized the blackface, the mammy faces, from turn of the century [early 1900s] Vaudeville, and I knew this was a really racist presentation.

La nostra prima esperienza risale a quando siamo andati a vedere la parata di San Nicola in arrivo dalla Spagna. Ero con i miei cinque figli e mia suocera e non avevamo idea di quello che sarebbe successo.

Mentre stavamo passeggiando, abbiamo visto queste persone bianche con il viso dipinto di nero che lanciavano biscotti, in compagnia di un Babbo Natale dall'aspetto pio e triste in sella a un cavallo bianco. La folla urlava, i biscotti volavano e io pensavo: questo non accadrebbe mai negli Stati Uniti…

Mia madre era una collezionista di antiquariato, quindi ho riconosciuto la faccia nera, la faccia della mammy [it] da varietà di fine secolo, e sapevo che quella era una rappresentazione davvero razzista.

Anne-Marie Roche si è sentita confusa la prima volta che ha visto Zwarte Piet ad Amsterdam:

I was taking my baby daughter to creche on one of the coldest mornings I have ever experienced in Amsterdam and I spotted some people who appeared to have painted their faces black running around with sacks. It felt more like a strange dream. A few years later I attended my first Sinterklaas intocht [welcoming ceremony] and realised it was not a dream. This really happened in Holland.

Stavo portando mia figlia all'asilo in una delle mattine più fredde che avevo mai vissuto ad Amsterdam, quando ho notato alcune persone con il viso dipinto di nero camminare in strada con dei sacchi. Sembrava più uno strano sogno. Alcuni anni dopo ho assistito al mio primo Sinterklaas intocht [la cerimonia di benvenuto di San Nicola] e ho capito che non era un sogno. Stava succedendo davvero nei Paesi Bassi.

Un intervistato di 25 anni racconta del suo disagio verso una tradizione che ha vissuto per la prima volta da bambino:

I couldn't understand why white people, especially adults, would purposefully paint themselves fully black with exaggerated red lips, wear big afros, and then pretend that this happened to the piets going down the chimney (while sinterklaas was white as can be), who prior to that were fully white people with blond hair.

I recall white kids (and through their silence, white parents) wickedly “joking around” that Black and Brown classmates were piets who should stick to helping (read serving) and picking up after Sint (read white people).

Non riuscivo a capire perché i bianchi, soprattutto gli adulti, si dipingessero intenzionalmente il viso di nero, le labbra di un rosso esagerato, indossassero grandi parrucche afro e poi fingessero che era quello l'aspetto di Piet – inizialmente biondo e con la pelle chiara – dopo essere sceso giù per il camino (mentre San Nicola rimaneva immacolato).

Ricordo i bambini bianchi (e i genitori bianchi, complici dei propri figli con il loro silenzio) scherzare maliziosamente sul fatto che i loro compagni di classe neri avrebbero dovuto aiutare (leggi servire) il Santo (leggi persone bianche).

Foto che spiega l'uso della parola "schiavitù" in olandese

KNECHT/ SERVITORE: in molti proverbi, la parola ha un'accezione negativa. Le persone equiparano “knechting” alla schiavitù, anche se il servo è pagato. L'espressione “nessuno è padrone, nessuno è schiavo”, mostra una chiara fierezza nel non opprimere né nell'essere oppresso.

“Liberatevi di una nostalgia razzista non adeguata ai nostri tempi.”

Come molti intervistati, il partner di Faten Bushehri è olandese. La prima volta che ha visto i biscotti di Zwarte Piet, ha dichiarato di voler boicottare la panetteria che li vendeva:

I had a good conversation with my Dutch fiance about it, and he also heard many other perspectives of some of my friends. I heard the Dutch arguments about preserving culture and traditions, and my response was, if your tradition is to be racist you should change your tradition. Children don't care whether Piet is black or green or white, they are not going to miss it. Get rid of racist nostalgia that does not fit our modern time.

Ho parlato dell'argomento con il mio fidanzato olandese, il quale ha anche ascoltato i punti di vista di alcuni miei amici. Ho sentito olandesi difendere la figura di Zwarte Piet con argomentazioni basate sull'importanza del preservare la cultura e le tradizioni e la mia risposta è stata: “Se la vostra tradizione è razzista, allora dovreste cambiarla. Ai bambini non interessa se Piet è nero, verde o bianco, non sentiranno la sua mancanza. Liberatevi di una nostalgia razzista non adeguata ai nostri tempi.”

Lara vede la questione come “niente più di quando vedevo gli elfi di Babbo Natale. Un fenomeno culturale.”

E un intervistato di 66 anni afferma:

I first saw Zwarte Piet thru the eyes of 3-year-old twins, so a naive sense of wonder and joy overrode my own thoughts. However, I’d heard a story about how he beat bad children with sticks and whisked them off to Spain in a sack. This created an unsettling ambivalence. Foreshadowing?

Ho visto Zwarte Piet per la prima volta attraverso gli occhi di due gemelli di 3 anni, così l'ingenuo senso di stupore e gioia hanno avuto la meglio su di me. Tuttavia, avevo sentito un storia secondo cui Zwarte Piet picchia i bambini cattivi con il suo bastone e li porta con sé in Spagna mettendoli in un sacco. Questo ha creato in me un'ambivalenza inquietante. Presagio?

Ora si chiede come quei due gemelli presentino la tradizione di Sinterklaas ai loro bambini.

Un intervistato di 37 anni racconta la prima volta che ha visto Zwarte Piet:

I thought it was a racist stereotype. I'm from the US (Texas) and the first time I saw a Piet was in Utrecht, in the centrum [center]. There were a few Piet hanging in the window of a shop and because I had never heard of this I actually stood outside the shop for ten minutes waiting for someone to react to what I thought was a reference to lynching and blackface.

Pensavo fosse uno stereotipo razzista. Vengo dal Texas e la prima volta che ho visto Zwarte Piet è stato a Utrecht, nel centro della città. C'erano alcune miniature di Piet appese alla vetrina di un negozio e, poiché non ne avevo mai sentito parlare, sono rimasto lì fuori per dieci minuti, in attesa di qualcuno che reagisse a quello che credevo fosse un riferimento al linciaggio e al viso nero.

“Non voglio che i miei bambini accettino come normale qualcosa di tossico.”

Molti degli intervistati riflettono sull'impatto che questa tradizione può avere sui loro bambini o sui bambini futuri. I figli di Chris Saxe sono cresciuti tra due culture: americana e olandese. L'uomo afferma:

Maybe because I have children now, but I’m even more aware of Zwarte Piet continued – and more muscular – prevalence. I don't want my kids to accept something so toxic as normal – and not just because my children have their feet in two cultures (USA & NL).

That there are lots of white Dutch willing to defend Zwarte Piet with the arguments (“Heritage! Tradition!”), vitriol, and suppression of dissent that the American South uses to defend the Confederate flag and statuary comes as no surprise at all.

Sarà che adesso ho dei figli, ma sono sempre più consapevole della continua – e massiccia – prevalenza di Zwarte Piet. Non voglio che i miei bambini accettino come normale qualcosa di tossico, e non solo perché i miei bambini sono cresciuti tra due culture diverse (americana e olandese).

Che ci siano molti olandesi bianchi disposti a difendere Zwarte Piet con giustificazioni (“Cultura! Tradizioni!”) e sarcasmo, soffocando il dissenso con cui gli americani del sud difendono la bandiera e le statue degli Stati Confederati, non è una sorpresa per nessuno.

La risposta di Holly fa da eco a quella di Chris:

My child went to a Dutch school when we first arrived in the country and he came home confused and we had to undo that damage – seeing blackface being normalised…

I am so disappointed that there is any one arguing to retain this ritualistic humiliation of people of colour. I'm angry enough that my kids have been exposed to stereotypical images and black caricatures but then I speak to black friends whose children are hurt by this every year, and my having to undo damage to my (white) children is nothing to what they put up with.

I'm also appalled at the police brutality wrought on protesters last year, that's not the country to which I thought I was moving. And then after all this, seeing the willful denial and ignorance of those defending Zwarte Piet is a horror show of white privilege in action. It's a huge scar on the character of my adopted country.

Mio figlio ha iniziato a frequentare una scuola olandese la prima volta che siamo arrivati nei Paesi Bassi. Un giorno, dopo aver visto il viso dipinto di nero essere normalizzato, è tornato da scuola confuso e abbiamo dovuto dargli le giuste chiavi di lettura per interpretare il fenomeno.

Sono così delusa che ci sia qualcuno che voglia mantenere questa tradizione umiliante per le persone nere. Sono arrabbiata anche perché i miei bambini sono stati esposti a caricature e immagini stereotipate dei neri; ma poi ho parlato con i miei amici neri i cui figli sono offesi ogni anno a causa di questa tradizione, e mi sono resa conto che il mio dovere di guidare i miei bambini (bianchi) verso una giusta comprensione del fenomeno non è nulla rispetto a quello che sopportano loro.

Sono anche sconvolta per la brutalità che la polizia ha mostrato contro i manifestanti l'anno scorso. Non è questo il paese in cui credevo di trasferirmi. E dopo tutto ciò, vedere il rifiuto ostinato e l'ignoranza di quelli che difendono Zwarte Piet è un orrendo spettacolo del privilegio bianco in azione. È un'enorme sfregio al mio paese di adozione.

Faten dice: “Se questa festa è una glorificazione del colonialismo e della schiavitù, allora dovremmo riconsiderare tutto”. Si chiede perché non usare un personaggio completamente diverso. Perché non un coniglio, ad esempio?

My partner is Dutch, I’m going to make sure my kids don’t participate in this phenomena, I’m not going to send them black man cookies. I’m not going to dress them up as Zwarte Piet.

Isn’t this a time of joy and inclusiveness? For some kids this is the most stressful time of the year. That’s not fun.

Il mio partner è olandese, mi assicurerò che i miei figli non prendano mai parte a questa rappresentazione. Non gli regalerò mai i biscotti di un uomo con il viso dipinto di nero. Non li farò travestire da Zwarte Piet.

Non è questo un momento di gioia e inclusione? Per alcuni bambini questo è il periodo più stressante dell'anno. E non è divertente.

“La vivacità e il dinamismo di una cultura si riflettono nella sua capacità di inclusività”

Molti difendono Zwarte Piet con argomentazioni del tipo: “Pensa ai bambini”. Tammy Sheldon ci ricorda che i bambini non si accorgeranno se la tradizione dovesse cambiare:

Kids have a supple imagination; the fun will not be lost. I mean, K3 (the very popular children’s pop group) has changed its lineup several times over the years, with no harm done to its little fans.

I mention this as the constant refrain of objection is “think of the kids!” Obviously, different folks have different rationales for not changing. At the end of the day however, what is being asked is on every level reasonable, and does not take away from a kid’s party, nor from the foundational culture of a society. The vibrancy and dynamism of any culture are reflected in its capacity for inclusivity.

I bambini hanno un'immaginazione flessibile; il divertimento non andrà perso. Voglio dire, le K3 [un gruppo pop per bambini molto famoso] hanno cambiato la loro formazione diverse volte nel corso degli anni, senza particolari traumi per i loro piccoli fan.

Lo dico perché il costante ritornello di obiezione è “Pensa ai bambini!”. Ovviamente, persone differenti hanno differenti ragioni per non cambiare. Tuttavia, ciò che viene chiesto è ragionevole e non toglie nulla alla festa dei bambini, e neanche alla tradizione di una società. La vivacità e il dinamismo di una cultura si riflettono nella sua capacità di inclusività”.

Screenshot del documentario "Zwarte is roet" di Sunny Bergman

“Non puoi mostrare questo alla persone che sono state oppresse e schiavizzate e dire: “Questo è ciò che penso di te.” – Screenshot del documentario Zwarte is Roet [en] di Sunny Bergman.

“È un enorme sfregio al mio paese di adozione.”

Un intervistato australiano afferma:

After the Dutch were told repeatedly that this was a racist caricature some rethought the story. I loved the multi colored piets that came into being — but many Dutch complained at the loss of their heritage and persisted with Blackface Piet and sooty Piet.

That means I can no longer think they are casual racists who don’t know better. Now I know that they put their racist childhood fantasy traditions ahead of respect and empathy. And I am ashamed of myself if I go into a shop with a Piet doll. It’s awful.

Dopo che agli olandesi è stato detto ripetutamente che questa è una caricatura razzista, alcuni hanno riconsiderato la tradizione. Ho amato i Piet con i visi di colori diversi visti all'inizio, ma molti olandesi si sono lamentati per la perdita della loro patrimonio culturale e hanno insistito con il Piet fuligginoso e dal viso nero.

Questo significa che non posso più pensare che siano razzisti occasionali che non conoscono di meglio. Adesso so che antepongono le loro tradizioni razziste dalla fantasia infantile al rispetto e all'empatia. E mi vergogno di me stesso se entro in un negozio che ha un pupazzo di Piet. È orribile.

Elena ha studiato il nazionalismo e le tradizioni e afferma che le argomentazioni a favore della tradizione di Zwarte Piet sono un classico caso-studio di identità costruita. Coloro che difendono Zwarte Piet vedono questo personaggio dal viso nero come un tratto non negoziabile del loro essere. Aggiunge:

Then I explained it to my parents, who are politically engaged and highly educated people, and they said: ‘aren’t you exaggerating? It's just a tradition’. That made me think of when I had first come to the Netherlands and not given attention at first to its real meaning. Compassion for me and them and everyone else, you can say. And I got the idea we need to talk more with each other, listening to each other’s stories, in order to go beyond a pointless polarisation.”

Poi l'ho spiegato ai mei genitori – persone istruite e politicamente impegnate – che hanno detto: “Non starai esagerando? È solo una tradizione”. Questo mi ha fatto pensare a quando sono arrivata per la prima volta nei Paesi Bassi e non ho prestato attenzione al reale significato di Zwarte Piet. Compassione per me, per loro e per chiunque altro. Credo che dovremmo parlare di più con gli altri, ascoltare le loro storie, in modo da andare oltre un'inutile polarizzazione.

Un'anziana donna dal Regno Unito definisce la tradizione come “una tradizione innocua e molto carina che è stata trasformata in una questione razziale”.

Un intervistato da San Francisco scrive:

As an American, I find the blackface tradition tone deaf to the horrors of Dutch colonialism (slavery). Yet everyone around me, both native Dutch and Dutch people with immigrant backgrounds, all love Black Pete.

Come americano, trovo che la tradizione del viso nero sia sorda agli orrori del colonialismo olandese. Tuttavia, tutti intorno a me, sia nativi olandesi che olandesi di origini straniere, amano Zwarte Piet..

“… è implicito, nel suo aspetto e nei suoi doveri verso San Nicola, il trattamento ingiusto e lo sfruttamento delle persone di colore”

Come molti, la prima risposta di Eric Asp è stata di shock. Nel tempo ha sviluppato una comprensione diversa:

I think I developed a deeper understanding for how most Dutch people experience the various festivities surrounding Sinterklaas, including Zwarte Piet) — but the American side of me always recognized an element of racism with Zwarte Piet, and I learned to more gently push back against that particular tradition.

Penso di aver sviluppato una più profonda comprensione per come la maggior parte degli olandesi vive le varie festività legate a San Nicola, inclusa la figura di Zwarte Piet. Ma la mia parte americana ha sempre riconosciuto un elemento di razzismo in quel viso nero, quindi ho imparato a respingere più delicatamente quella particolare tradizione.

Ben Falkenmire è d'accordo:

“I understand Dutch affection for Zwarte Piet is born out of a warm, and well-meaning Christmas tradition. But I cannot excuse it. The very sight of Zwarte Piet I still find offensive because implicit in his appearance and his duties to Saint Nik is the historical unjust treatment and exploitation of people of colour.”

Capisco che l'affetto degli olandesi per Zwarte Piet nasca da una gioiosa e bonaria tradizione natalizia, ma non posso giustificarlo. Trovo ancora offensivo il personaggio di Zwarte Piet perché è implicito, nel suo aspetto e nei suoi doveri verso San Nicola, il trattamento ingiusto e lo sfruttamento delle persone di colore.”

Le ultime parole sono dell'attivista Jerry King Luther Afriyie, pronunciate durante un'intervista per il giornale olandese Het Parool:

The welcoming cerimony? Well, what of it? If you still come as Black Pete, then you are the demonstrator. You are letting us know that black people don't belong here.

La cerimonia di benvenuto? Beh, e allora? Se arrivi come Zwarte Piet, allora sei il dimostrante. Ci stai facendo sapere che le persone nere non appartengono a questo posto.

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