Il rischio ambientale posto dalla petroliera venezuelana evidenzia l’importanza di trasparenza e partecipazione pubblica

Screenshot della FSO (Unità galleggiante di stoccaggio e scarico) Nabarima, la nave che rischia di affondare e di creare un'enorme fuoriuscita di petrolio nel Golfo di Paria, tratto da un video caricato da Fishermen and Friends of the Sea, l'organizzazione non governativa con sede a Trinidad e Tobago che ha lanciato l'allarme sulla situazione.

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Cari-Bois News [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] Una versione modificata è stata ripubblicata in questa sede come parte di un accordo sulla condivisione dei contenuti con Global Voices.

L’inarrestabile campagna pubblicitaria sorta intorno alla FSO Nabarima (una nave galleggiante di stoccaggio e scarico) negli ultimi mesi ha evidenziato due criticità riguardanti il viaggio di Trinidad e Tobago verso la sostenibilità.
Per prima cosa, il potere che che risiede nel palmo delle mani dei gruppi di attivisti e dei cittadini si è esteso su vasta scala grazie ai social media e ad altre piattaforme digitali. In secondo luogo, tenere nascoste informazioni per poi erogarle a intermittenza, non è il modo in cui un governo del XXI secolo che persegue un'agenda di sviluppo sostenibile dovrebbe interagire con il proprio pubblico.

Si potrebbe obiettare che una delle ragioni principali per cui l’iniziale protesta pubblica sostenuta dal gruppo di attivisti FFOSS: Fishermen and Friends of the Sea (pescatori e amici del mare) ha scatenato così tanto furore, è stata la percezione del pubblico che la FFOS e altri gruppi di società civile stessero gettando luce nell’oscurità del segreto di stato. Questa giustapposizione è il modo in cui ogni buona storia cattura l'immaginazione: mette subito in scena il cattivo e l'eroe. Questa massiccia protesta pubblica e la spinta all'azione di governo è qualcosa che sembra familiare anche oggi e che alimenta il crescente senso di giustizia sociale verso democrazie più partecipative. Da #BLM#EndSARS [it], le persone non si accontentano di canali d'informazione unilaterali. Più le persone rimangono meno soddisfatte delle informazioni di pubblico dominio, più le barriere che impediscono loro di raccogliere e comunicare le proprie informazioni si abbassa di giorno in giorno.

Tuttavia, la mancanza di informazioni dalle sale del governo non fa altro che minare il buon lavoro che il governo ha effettivamente intrapreso attorno alla situazione di Nabarima. Le iniziative del Ministero degli Affari Esteri e della Comunità dei Caraibi (CARICOM) con il governo venezuelano e altre giurisdizioni interessate sono recentemente venute alla luce, con il ministro che ha rivelato come diverse note diplomatiche e altri interventi facevano parte di un processo iniziato ad agosto. Ancora più degno di nota è stato il suo riconoscimento dell’importanza della pressione pubblica da parte della società civile sull’azione persistente del governo. Era anche chiaro che Il Ministero dell’Energia e delle Industrie energetiche (MEEI) e altre importanti compagnie statali responsabili per la gestione ambientale avevano lavorato duramente applicando una buona scienza alla modellazione delle fuoriuscite di petrolio e altre attività di mitigazione dietro le quinte.

Come mai allora, è stato permesso alle due correnti complementari, il desiderio pubblico per la trasparenza e il tentativo dello stesso governo di essere intraprendente, di scontrarsi l’uno con l’altro, risultando in ciò che appare come narrazioni di irresponsabilità governativa, giochi di ego attivista, politica partigiana ed egemonia americana [it] negli affari caraibici?

La parola chiave qui è trasparenza o mancanza di questa. È più probabile che le persone si impegnino ora nella raccolta congiunta di informazioni e nella diffusione collaborativa di queste. Questa è la realtà del mondo in cui viviamo. L’incapacità dei governi di essere in grado di supportare questa creazione di conoscenza non catalizzerà altro che la continua e crescente sfiducia nei confronti dei loro cittadini.

La FSO Nabarima così come le infrastrutture degradanti di decenni di industria petrolifera e del gas sparse in Venezuela e a Trinidad e Tobago, rappresentano una significativa minaccia ambientale per l'intera regione caraibica. La reazione pubblica, sia in patria che all'estero, è stato un importante indicatore del fatto che le persone stanno riconoscendo l'importanza critica del nostro ambiente naturale per la nostra continua sicurezza e protezione in un mondo che è colpito da crisi sanitarie, economiche e sociali, il tutto all'interno della minaccia più esistenziale di tutti: il cambiamento climatico [it].

A Trinidad e Tobago, i principi della trasparenza pubblica e la responsabilità in materia ambientale è sancita in modo trasversale, con uno dei più solidi quadri legislativi e politici ambientali della regione. Trasparenza e responsabilità si possono trovare nel diritto di ogni cittadino di intentare un'azione diretta presso la Commissione Ambientale, negli obblighi legali per la partecipazione del pubblico alla Legge sulla Gestione Ambientale e nell'integrazione di questi principi nella Politica Ambientale Nazionale. Tuttavia, come afferma lo Stockholm Environmental Institute, “il contributo pubblico non migliora la qualità del processo decisionale se le persone giuste non sono presenti nella sala (cioè quelle con informazioni uniche) o i responsabili delle decisioni non tengono effettivamente conto di tali informazioni […] la partecipazione pubblica può generare sfiducia e conflitti se il pubblico non percepisce il processo come equo”.

Omar Mohammed (terza fila, terzo da destra) e altri rappresentanti della società civile di Trinidad e Tobago sostengono la firma dell'accordo di Escazú da parte del loro paese. Foto per gentile concessione di Omar Mohammed, utilizzata dietro autorizzazione.

Il governo deve quindi creare e lasciare spazio ai vigorosi tentativi della società civile di aumentare la trasparenza e la responsabilità, e deve impegnarsi pienamente per un governo moderno e trasparente. Molte sono le strade a sua disposizione per farlo, migliorando al contempo la propria capacità di mantenere le promesse. Seguono due di queste opportunità.

La prima è l'adesione all’ Accordo di Escaz (Accordo Regionale sull'Accesso alle Informazioni, la Partecipazione del Pubblico e la Giustizia in Materia Ambientale in America Latina e nei Caraibi), che è il primo trattato sui diritti umani per le questioni ambientali che parla direttamente di garantire l'accesso alle informazioni, la partecipazione dei cittadini e l'accesso alla giustizia in materia ambientale.Trinidad e Tobago non ha ancora aderito, con un'altra firma necessaria per l'entrata in vigore dell'accordo.

La seconda opportunità è la rivisitazione dell’ Open Government Partnership, un movimento internazionale “basato sull'idea che un governo aperto è più accessibile, più reattivo e più responsabile nei confronti dei cittadini, e che il miglioramento del rapporto tra le persone e il loro governo ha benefici a lungo termine ed esponenziali per tutti”. Trinidad e Tobago si sono impegnati ad aderire all'OGP nel 2012, affermando che “la Repubblica di Trinidad e Tobago sostiene che l'inclusività, la partecipazione e la trasparenza sono i pilastri di una gestione democratica efficace”. Tuttavia, nel dicembre del 2019 Trinidad e Tobago è stato rimosso come paese OGP per mancanza di azione.

Non saremo in grado di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale che noi, come Paese, ci siamo prefissati di raggiungere se non ci orientiamo verso la trasparenza e la responsabilità, che favoriscono entrambi una maggiore partecipazione del pubblico. Non viviamo più in società che si accontentano di processi decisionali gerarchici e monolitici su cose che hanno un impatto sulla nostra vita. Se lo sviluppo è destinato a “non lasciare nessuno indietro”, come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, lo sviluppo deve essere condiviso. Tuttavia, questa creazione non può avvenire a meno che non ci impegniamo tutti per un paese che si basi sulla trasparenza, la partecipazione e la responsabilità.

 

Omar Mohammed è l'amministratore delegato di The Cropper Foundation, un'organizzazione no-profit che ha trascorso gli ultimi 20 anni sostenendo gli ideali di sviluppo sostenibile, equità e giustizia nella regione caraibica. Ha una laurea in scienze ambientali e un master in economia presso l'Università delle Indie Occidentali. Attualmente sta facendo ricerche su come i leader della società civile caraibica danno un senso cognitivo del cambiamento climatico, attraverso il lavoro per un MSt in Sustainability Leadership presso l'Università di Cambridge Institute for Sustainability Leadership.

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