Confessioni dei ‘Netto-Uyoku’, ex-razzisti giapponesi di internet

hinomaru
In tutto il mondo la discriminazione nei confronti di persone di etnia o cultura diversa è motivo di conflitto e odio. In che modo nasce il razzismo? E come possiamo fermarlo? Forse possiamo trovare indicazioni utili per combattere il razzismo nelle coraggiose confessioni di persone che un tempo credevano nei discorsi razzisti.

Una utente di Twitter [ja, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] racconta di essersi lasciata inghiottire dal vortice dei pregiudizi contro utenti cinesi e coreani mentre cercava un sollievo alla solitudine.

Ho l'impressione, guardando la TV a casa, che i programmi basati sul format “Stranieri che elogiano il Giappone” siano molto aumentati. Questo a me fa paura. Perché nel periodo in cui io ero una hikikomori [it] (reclusa sociale) ed ero diventata una net uyoku [en] (un leone da tastiera nazionalista), leggevo molti di questi siti sul tema “Stranieri che amano il Giappone” (1/4)

Dieci anni fa io, hikokomori e depressa, leggevo in continuazione siti che raccoglievano storie di stranieri che amano il Giappone. Mi facevano sentire meglio. Perché io, che all'epoca mi sentivo una fallita sotto tutti gli aspetti, ero comunque giapponese. Perciò quando qualcuno amava il Giappone, mi sentivo amata anche io (2/4)

e così facendo, mentre continuavo a cercare siti che elencavano le bellezze e gli aspetti positivi del Giappone, trovavo anche dei link che mi portavano a siti pieni di discorsi di odio nei confronti di cinesi e coreani. Dal momento che ero già in una mentalità nazionalista da “il Giappone è grande, il Giappone è il migliore”, ho finito per credere sinceramente a racconti che davano un'immagine negativa della Cina e della Corea (3/4)

Fortunatamente sembra che alla fine sia riuscita a rendersi conto che c'era qualcosa di strano nei discorsi di questi siti.

Ciò che mi ha fatto realizzare quanto questi discorsi fossero sbagliati è stata la tremenda misoginia nelle sezioni commenti. Anche se mi vergogno a dirlo, non trovavo strani i discorsi di odio nei confronti di altri Paesi e delle persone straniere, ma quando ho letto discorsi di odio di genere nei confronti di donne come me, finalmente ho realizzato l'aspetto crudele e illogico di questo modo di fare. (4/4)

Secondo l'utente Tsukushi Kawai, come raccontava in un post del 2014 (ora inaccessibile) del suo blog, oltre alla solitudine anche la sensazione di conoscere cose che gli altri non sanno ha contribuito a trascinarlo nel vortice dei discorsi di odio.

さみしかったわけだ。暇だったのもある。だからネットに熱中した。当時はやり始めていたまとめサイト。あれを読むとね、学校やテレビでは「得られない情報」に触れることができたんだと当時は思った。そしてそういう情報を見知らぬ「誰か」だったとしても、共有できるのはうれしかったな。しかも天下国家を論じる話ばかりだ。自分が偉くなった気がしたね。
[中略]
あの当時の自分は、韓国の人を馬鹿にした、あるいはもっと酷い言葉でののしられた文章を見てもなんとも思わなかった。単に罵られている側の人を知らなかったからかもしれんが…自分と違う世界に住む人が何を言われようが、正直どうでもよかったんだと思う。

Mi sentivo solo. E avevo tempo da perdere. Perciò mi sono appassionato al web. All'epoca leggevo questi siti, e credevo di averci trovato le “cose che non ti dicono” a scuola o in televisione. Inoltre mi rendeva felice poter condividere queste notizie, anche se con persone che non conoscevo. Erano tutti discorsi sulla politica del Paese, mi facevano sentire importante.
[…]
All'epoca, vedere frasi in cui si prendevano in giro le persone coreane, o le si insultava con parole pesanti, non mi faceva nessuna impressione. Forse era semplicemente perché non conoscevo le persone che venivano insultate… vivevano in un mondo diverso dal mio, e sinceramente non mi importava niente.

Tsukushi Kawai racconta di aver superato la sua mentalità razzista espandendo la rete di conoscenze di persone con cui confrontarsi, e scoprendo persone genuine e sincere attraverso le sue letture.

俺がネトウヨを辞めた理由は、3つある。
一つは、一応大学に入れてもらって…今度こそ友達を作ろうとして、いろいろと自分なりに努力したから。
[中略]
見知らぬ人と情報を共有してさみしさを紛らわせる必要もなかった。
二つ目は、たくさん本を読んだからネトウヨ的な考え方がばかばかしく思えるようになったこと。 ネトウヨ時代に見聞きした、愛国サイト、いかがわしい書き込み、そして「保守本」(日本は素晴らしいからこの国を愛そうみたいな)とは違う種類の本を読んだ。自分が特に熱中したのは、昭和維新の生き残りの人の本とプロレタリア文学の人の本だ。詳しくは触れないけど…あの人たちの本には「なぜ自分がこの国を愛そうとおもったのか」とか「なぜ自分が貧しい人々を救いたいのか」が明確に書かれた。昭和維新の生き残りの方でいうならば、軍人として戦場で戦った経験、貧しい部下の新兵の家庭の事情を知ったこと…とかかな。プロレタリア文学ならば、自分が労働者として実際に働いた経験、そこで見聞きした経験なんかが克明に描いてあった。そういう経験を踏んだうえで、今の世の中は間違っている、だから正さなきゃならないんだ…とちゃんと書いてあった。
[中略]
そしてもう一つ…。それは俺が障害者施設にかかわり始めたこと。
[中略]
見た目は、涎を垂らしているような人でも、何度も話すうちにこの人にも趣味があるんだなーとか、家族がいるんだよなーとか…そういうことを思うようになった。結局ね、見た目は違っても、あるいはできることが違っても、人間ってのはどこかしら似たようなものなのだと…なんとなくだけど気づけた。

Ci sono tre motivi per cui ho smesso di essere un net uyoku.
Il primo è che sono entrato all'università… e questa volta mi sono sforzato di farmi degli amici.
[…]
Non avevo più bisogno di mascherare la solitudine condividendo notizie con degli sconosciuti.
Il secondo è che leggendo molti libri sono arrivato alla conclusione che la mentalità dei net uyoku fosse stupida. Ho letto libri di genere diverso dai siti nazionalisti, dai blog equivoci e dai “libri conservatori” nazionalisti su cui mi informavo quando ero un net uyoku. In particolare mi appassionai ai libri dei sopravvissuti alla Restaurazione Shōwa e a quelli della letteratura proletaria [en]. Anche se non scendevo nei dettagli… in quei libri gli autori scrivevano chiaramente “Perché ho deciso di amare questo Paese” o “Perché voglio aiutare i poveri”. I libri dei sopravvissuti alla Restaurazione Shōwa raccontavano cose come le esperienze dei militari sul campo di battaglia, e la condizione di povertà che soffrivano le famiglie delle nuove reclute sotto il loro comando. Nei testi della letteratura proletaria, gli autori descrivevano in modo elaborato ciò che avevano vissuto in prima persona come lavoratori, e ciò che avevano visto e sentito durante quelle esperienze. C'era anche scritto in modo dettagliato come, in base a quell'esperienza, avevano realizzato che il mondo contemporaneo fosse sbagliato e perciò bisognava cambiarlo.
[…]
La terza ragione… è che ho cominciato a lavorare in un centro per persone disabili.
[…]
Lì mi sono reso conto, ad esempio parlando diverse volte con una persona che aveva spesso perdite di saliva, ho realizzato che aveva degli hobby, una famiglia… Alla fine ho capito che anche se una persona è diversa, per aspetto fisico o per ciò che è in grado di fare, tutti noi esseri umani abbiamo qualcosa in comune… in qualche modo, a fatica, ci sono arrivato.

 

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