I caraibi denunciano la decisione di Trump di reinserire Cuba nella lista del terrorismo; sperano in un riscatto con Biden

Silhouette dell'ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump contro la bandiera Americana. Immagine presa da IoSonoUnaFotoCamera su Flickr, CC BY-SA 2.0.

Prima della partenza dell'ex Presidente degli  Stati Uniti Donald Trump il 20 Gennaio, la sua amministrazione ha fatto molti sforzi per “concludere” [en, come tutti i link a seguire salvo diversa indicazionealcune azioni politiche controverse, incluse restrizioni aggiuntive sull'immigrazione. La manovra che ha scatenato l'ira della Comunità Caraibica  (CARICOM) è tuttavia la decisione del governo di Trump di reinserire Cuba nella sua lista dei Paesi “sponsor” del terrorismo.

Nonostante Cuba non sia membro della Comunità Caraibica CARICOM, il paese ha stretto legami con altri territori regionali — culturali, economici, ed anche in termini di volontariato — spingendo la comunità a fare una dichiarazione riguardo la decisione di aggiungere Cuba alla black list del dipartimento di stato USA di quei paesi accusati di non contribuire pienamente nella lotta al terrorismo.

Classificando la decisione come “unilaterale,” il CARICOM ha rilasciato questa dichiarazione:

Cuba’s international conduct does not in any way warrant that designation. This further attack on the country adversely affects its international standing and its social, human and economic development and is another misguided action in addition to the unproductive, unnecessary and illegal financial and economic embargo already imposed on this Caribbean nation by the United States.

La condotta internazionale cubana non giustifica in nessun modo questa nomina. Questo ulteriore attacco al paese influenza negativamente la sua reputazione internazionale ed il suo sviluppo sociale, umano ed economico. È un'altra azione errata che va ad aggiungersi all'infruttuoso, innecessario e illegale blocco finanziario ed economico già imposto a questa nazione caraibica dagli Stati Uniti.

La Comunità esorta la riconsiderazione di questa decisione e afferma di attendere con ansia che gli Stati Uniti appiattiscano le proprie divergenze con Cuba.

I rapporti Diplomatici tra i due Paesi hanno una storia lunga e tormentata da quando Fidel Castro divenne primo ministro a Cuba nel 1959 imponendo un modello di stato socialista. Nonostante la vicinanza geografica, le relazioni tra Stati Uniti e Cuba sono rimaste estremamente fredde fino al mandato del Presidente Barack Obama, quando è stato fatto un primo passo per ristabilire i rapporti diplomatici. Nel 2015, Cuba fu rimossa dalla lista nera mentre ora ci si ritrova nuovamente, e un anno dopo, l'allora presidente in carica Obama fece una visita storica nell'isola — la prima in 90 anni per un presidente americano in carica.

Al contrario, l'amministrazione Trump ha reintrodotto restrizioni per quanto riguarda gli affari ed i viaggi con Cuba, difendendo la propria posizione affermando che gli allentamenti sulle restrizioni di Obama “non aiutano di fatto i cubani — arricchiscono solo il regime cubano”. Trump ha promesso [es] di non togliere le sanzioni fino a che non vengano rilasciati tutti i prigionieri politici, rispettate le libertà (inclusa quella di assemblea), legalizzati tutti i partiti politici e non vengano tenute libere elezioni a Cuba.

Resta da vedere quale posizione prenderà il Presidente Joe Biden riguardo le relazioni tra USA e Cuba. Il Caribbean Council, un'organizzazione per il commercio e per la consulenza in materia di investimenti, ha affermato che prevede il ripristino da parte della nuova amministrazione delle relazioni lavorative con l'isola, ma alcuni giornalisti cubani lo trovano improbabile.

Ad ogni modo, il CARICOM vuole che Cuba venga rimossa dalla lista dei Paesi “sponsor” del terrorismo”— e anche i cubani si fanno sentire in proposito.

La piattaforma multimediale El Toque ha condiviso una serie di cartoni animati che attraverso la comicità, offrono una prospettiva più profonda riguardo la misura, affermando [es] che questo “ultimo colpo basso di [Trump] agli elettori del sud della Florida potrebbe rovinare ulteriormente le già deteriorate relazioni tra i due Paesi:”

Dicha acción conlleva un grupo de sanciones financieras y comerciales que a la larga vienen a acumular más dificultades al cubano de a pie, que la tiene bien difícil debido a las carencias diarias.

Justo en este momento, en que sufrimos una agudización de la crisis económica agravada por la situación de la COVID-19 […] llega el nuevo retroceso.

Este tipo de polarización no trae ningún beneficio a los que estamos en medio, rehenes de los extremismos y odios de las posiciones de poder.

Questa azione racchiude un gruppo di sanzioni finanziare e commerciali che a lungo termine accumulano più disagi per il cubano medio, che già si trova molto in difficoltà a causa delle carenze giornaliere.

Proprio ora, mentre stiamo soffrendo un peggioramento della crisi economica aggravata dalla situazione del COVID-19 […] arriva un nuovo ostacolo .

Questo tipo di polarizzazione non porta nessun beneficio a chi si trova nel mezzo, ostaggi degli estremismi e dell'odio da parte di chi si trova al potere.

In un post separato, El Toque ha citado Collin Laverty, uno specialista nelle relazioni tra Cuba e gli USA, il quale ha rimarcato che questa inclusione nella lista “implica anche altre sanzioni legali che penalizzano cittadini e Paesi che realizzano scambi commerciali con gli Stati sponsor.”

Intanto, il giornale di stato cubano Granma appoggia [es] la posizione del dipartimento di coordinamento del Movimento dei paesi non allineati [ita] secondo la quale la decisione di includere l'isola nella lista degli Stati sponsor del terrorismo è “infondata.”

Gli altri Paesi attualmente sulla lista sono la Corea del Nord, l'Iran, e la Siria.

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