La polizia dell'Angola reprime la manifestazione della Giornata dell'Indipendenza

Giovani angolani che protestano nella capitale Luanda – Immagine fornita da Euro News su YouTube.

Le manifestazioni di giovani angolani in varie città del paese per la celebrazione dei 45 anni di indipendenza [pt, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] dell’ Angola, l'11 novembre, sono state segnate da atti di violenza politica.

Le proteste hanno avuto luogo nelle province di Luanda, Benguela, Huambo, Kwanza Norte, Kwanza Sur, Moxico, Cabinda, Uíge e Huíla, oltre a varie repliche organizzate da angolani all'estero, come Brasile, Regno Unito e Portogallo.

In Angola i cortei sono stati fortemente repressi. Risultano persone arrestate e feriti, a Luanda è morto almeno un manifestante. Inocêncio Matos, 26 anni, è stato ferito alla testa con un oggetto contundente, come ha riferito a Deutsche Welle África Augusto Manuel, dottore presso l'Hospital Américo Boavida dove è stato curato il giovane.

Inizialmente si è pensato che avessero colpito il giovane con un'arma da fuoco. Manuel ha scartato la possibilità che gli avessero sparato. Un video largamente duiffuso sui social mostra Mato ferito e incosciente per strada. Il comandante provinciale della Polizia Nazionale, Eduardo Cerqueira, ha riferito alla stampa che il manifestante “è caduto mentre fuggiva dalla polizia per disperdere le persone.”

Le manifestazioni restano proibite dalle autorità con la giustificazione dello stato di calamità pubblica dovuto alla pandemia causata dalla COVID-19, che vieta le riunioni con più di cinque persone per strada. Gli organizzatori hanno già rifiutato il divieto, sostengono che le misure restrittive non possono pregiudicare l'esercizio dei diritti fondamentali.

La polizia è stata presente in varie parti della città di Luanda, ha segnalato i cittadini a piedi e ha impedito la circolazione dei veicoli. Ha fatto disperdere i manifestanti durante il raduno di una mattina davanti al parcheggio del cimitero di Santa Ana, come viene mostrato in questo video:

Giovani angolani che protestano nella capitale Luanda – Immagine fornita da Euro News su YouTube.

Ugualmente alle proteste del 24 ottobre provocate dalla sospensione delle elezioni locali, la manifestazione dell'11 novembre è stata convocata dalla società civile e ha contato sull'appoggio dei partiti dell'opposizione União Nacional para a Independência Total de Angola (UNITA) e del Bloque Democrático.

Oltre allo svolgimento delle elezioni locali, i manifestanti hanno preteso  i 500.000 posti di lavoro promessi dal presidente João Lourenço durante la sua campagna elettorale del 2017.

Si sono richieste anche le dimissioni di Edeltrudes Costa, capo del gabinetto del Presidente, recentemente denunciato dalla televisione portoghese TVI per corruzione, in un momento in cui lo slogan del governo del presidente Lourenço è la lotta contro questi comportamenti.

Giovani angolani che protestano nella capitale Luanda – Immagine fornita da Euro News su YouTube.

Diverse voci hanno espresso il loro malcontento per la repressione. Per esempio il giornalista Sousa Jamba, nel Sud dell'Angola, che ha scritto sul suo profilo Facebook:

As imagens que circulam pelo o mundo, para marcar o onze de Novembro, dia da indecência de Angola, são dos confrontos entre a polícia e os jovens manifestantes nas ruas de Luanda. O problema com isto é que inibe o investidor sério.

O problema de Angola é que tem-se a grande ilusão de que o mesmo pessoal, com mesma cultura organizacional e métodos de trabalho, poderá um dia ser capaz de resolver os mesmos problemas que eles pensam não existir!.

Le immagini che circolano nel mondo, che riguardano l'11 di novembre, il giorno dell'Indipendenza dell'Angola, sono quelle degli scontri fra la polizia ed i giovani manifestanti per le strade di Luanda. Il problema è che inibisce gli investitori seri.

Il problema dell'Angola è che si ha la grande illusione che lo stesso personale, con la stessa cultura organizzativa e gli stessi metodi di lavoro, possa un giorno essere in grado di risolvere gli stessi problemi che loro pensano non esistano!.

Allo stesso modo il giornalista Víctor Hugo Mendes, che vive in Portogallo, ha fatto una diretta sulla sua pagina Facebook rivolta al capo dello Stato João Lourenço, esortandolo ad instaurare un dialogo con la società sulle preoccupazioni espresse dai giovani.

Anche Paulo Lukamba, deputato di UNITA, ha utilizzato il suo profilo Facebook per richiamare l'attenzione sull'urgenza di un dialogo:

É muito importante e urgente encontrar-se um mecanismo com vista ao DIÁLOGO com os jovens que vão para a rua como forma de reivindicação dos seus direitos consagrados na Constituição da República de Angola.

Para estes jovens, Angola é um País Independente, em paz e democracia. Um País com um potencial económico extraordinário. Eles querem apenas usufruir de tudo isso. Eles na sua maioria nasceram no princípio da década de 90. Há por isso muitos antecedentes políticos que não são do seu interesse.

Eles ganharam consciência cidadã já na era da proclamação de Angola como um Estado democrático e de Direito. Não há como parar a irreverência que é uma característica intrinsecamente ligada àquela faixa etária.

Eles querem ver as coisas acontecerem, estão cheios de energia para além das suas grandes
expectativas em matéria de projectos pessoais.

È molto importante e urgente trovare un meccanismo di DIALOGO con i giovani che escono in strada come modo per rivendicare i propri diritti consacrati dalla Costituzione della Repubblica dell'Angola.

Per questi giovani l'Angola è un paese indipendente, in pace e democrazia. Un paese con un potenziale economico straordinario. Vogliono semplicemente sfruttarlo in tutto. La maggioranza è nata nella decade del 1990. Quindi ci sono molti precedenti politici che non sono di loro interesse.

Ormai nell'epoca della proclamazione dell'Angola come stato democratico di dirittto, hanno acquisito una consapevolezza civile. Non si può fermare l'irriverenza che è una caratteristica intrinsecamente legata a quella fascia di età.

Vogliono vedere le cose succedere, sono pieni di energia molto più delle loro grandi aspettative in termini di progetti personali.

L'attivista Hitler Samussuku ha detto che le manifestazioni sono una dimostrazione della fine del potere del partito governante:

O MPLA E O FIM DA FESTA
A vaga de manifestações que acontece em Angola, surge na sequência do discurso à nação na qual o Presidente da República apresentou uma situação política , económica e social que não conjuga com a realidade vivida pelos angolanos, a razão de ser pelo fim do elevado custo de vida e pelo facto das autarquias serem adiadas sine die e de forma arrogante o que pareceu não haver compromisso para melhorar o desenvolvimento comunitário.
O povo angolano está a provar ao MPLA desde o dia 24 de Outubro que estamos numa nova era e que isto implica respeito pela voz do povo.
O MPLA de forma arrogante faz finca-pé as reivindicações do povo, acusando de serem arruaças e que propagação a transmissão do Covid 19, mas um povo sofredor como nós não está preocupado com o vírus porque com ou sem corona, morremos de febre amarela, morremos com malária e até morremos de fome.

IL MOVIMENTO POPOLARE DELLA LIBERAZIONE DELL'ANGOLA (MPLA) E LA FINE DELLA FESTA.
L'ondata di proteste che si sta verificando in Angola è conseguenza del discorso alla nazione nel quale il presidente della Repubblica ha presentato una situazione politica, economica e sociale che non corrisponde alla realtà che vivono gli angolani, motivo della fine dell'alto costo della vita e il fatto che le elezioni municipali sono state rinviate in maniera indefinita e arrogante, cosa che sembrava non essere un impegno per migliorare lo sviluppo della comunità.
Dal 24 ottobre il popolo angolano ha dimostrato al MPLA che siamo in una nuova era e che questo implica il rispettare la voce del popolo.
Il MPLA resiste in maniera prepotente alle richieste del popolo, lo accusa di essere un relitto e di propagare il COVID-19, ma un popolo sofferente come noi non si preoccupa del virus perchè con o senza coronavirus moriamo di febbre gialla, moriamo di malaria e moriamo persino di fame.

Su Twitter sono apparsi dei messaggi che denunciavano l'atteggiamento della polizia e dei messaggi di solidarietà con i manifestanti:

Il giorno in cui si doveva celebrare l'indipendenza dell'Angola si è vestito di lutto.
Sono molto preoccupato perchè diversi nostri compagni non ci hanno ancora contattati. Speriamo che stiano tutti bene.
Vi inviamo il nostro calore dal Mozambico. La lotta continua.

Da un lato la polizia e dall'altro le ambulanze.
Il governo angolano sa ciò che fa. Un contingente militare per reprimere i manifestanti. Questo non finirà bene.

Assassini, SÍ. La polizia angolana ha ucciso un giovane disarmato con un colpo di pistola alla tempia. Assassini. Queste immagini saranno difficili da dimenticare.

Come risposta alla morte di Inocêncio, gli studenti della Universidad Agostinho Neto hanno deciso di vestirsi di nero per rendergli omaggio in un atto proibito dalle autorità universitarie, secondo una página creata a suo nome:

A reitoria da Universidade Agostinho Neto fez sair um comunicado no qual PROÍBE o uso de ROUPAS PRETAS nas unidades orgânicas excepto a de Ciência onde Inocêncio de Matos era estudante.
PROIBIU, igualmente, o minuto de silêncio que estava previsto em memória do assassinado. É óbvio que eu não vou cumprir com uma coisa tão ridícula como esta.
Sim, irei de PRETO.

Il rettorato dell'Universidad Agostinho Neto ha rilasciato un comunicato nel quale PROIBISCE di usare INDUMENTI NERI nelle unità organiche eccetto quelle di Scienza dove studiava Inocêncio de Matos.
Ha proibito anche il minuto di silenzio previsto in memoria dei morti. È ovvio che non farò una cosa tanto ridicola come questa.

Sì, andrò vestito di NERO.

L'omaggio nell'università è stato preceduto da una veglia religiosa. Un gruppo di rapper hanno eseguito una canzone intitolata “Omaggio all'Innocenza.”

La página di una delle maggiori comunità della società civile, Angola Central 7311, ha cambiato la sua foto del profilo in omaggio al giovane.

Um ano depois, a Central Angola 7311 volta a trocar a foto de perfil, substituindo o nosso herói Carbono Casimiro pelo mártir de 11 de Novembro Inocêncio Matos.

Morto pela Policia Nacional quando protestava pela Cidadania, pelo fim do elevado custo de vidas e por autarquias em 2012 sem rodeios, morreu ajoelhado, gritando “violência não”.

Un anno dopo, il 7311 Angola Central ha cambiato di nuovo la sua foto del profilo, ha sostituito il nostro eroe Carbono Casimiro con il martire dell'11 novembre, Inocêncio Matos.

È stato assassinato dalla polizia nazionale mentre protestava per la città, a causa dell'alto costo della vita e delle elezioni municipali del 2012, senza mezzi termini, è morto in ginocchio, gridando “no violenza.”

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