L'eredità del gigante letterario della Guyana Sir Wilson Harris: la “letteratura dell'immaginazione”

Lo stand letterario di Trinidad e Tobago è onorato di invitare Wilson Harris di Guyana a quest'esibizione (in primo piano). Nella seconda foto a destra troviamo il suo “Carnival Trilogy“(fotografato da Suriname). Foto dall'undicesimo festival artistico “Carifesta” (Carifesta XI, foto di Georgia Popplewell), (Codice d'autorizzazione: CC BY-NC-SA 2.0).

Wilson Harris [it] scrittore di Guyana conosciuto per la sua fervente immaginazione, è morto nella sua casa in Inghilterra l’ 08/03/2018 a 96 anni. Lui descriveva le sue opere come dei “Romanzi per i giovani” [en, come i link seguenti].

Grazie al suo spirito d'iniziativa e al suo stile unico della letteratura inglese, Harris era così abile da confondere l'opinione pubblica con il suo straordinario potere descrittivo. Tuttavia a Guyana il suo primo lavoro fu quello di perito, una professione che gli permise di conoscere meglio la sua meravigliosa terra d'origine e di stringere una profonda amicizia con gli aborigeni locali. Loro condividevano tutto, compresa l'immensa foresta amazzonica che comparirà spesso nei suoi romanzi facendo da palcoscenico per le sue storie. Harris diceva: “Spero di creare una comunità con una forte creatività che possa opporsi a una società divisa e afflitta dai problemi.”

Negli anni 40 le poesie di Harris e altre opere di importanti poeti dello stesso periodo (come Martin Carter) vengono pubblicate sul Kyk-Over-Al (una rivista letteraria fondata a Guyana nel dopoguerra). In poco tempo, Harris riempie le sue opere letterarie con metafore, applicando il suo stile ai romanzi e alle bozze.

I suoi romanzi più famosi sono forse “Quartetto guyanese”, “Il Palazzo del pavone” (“Palace of the Peacock” del 1960), “Il lungo viaggio di Oudin” (“The Far Journey of Oudin” del 1961), “La grande armatura” (“The Whole Armour” del 1962) e “La scala segreta” (“The Secret Ladder” del1963). Sono romanzi che trattano di mitologia, tempo e spazio e che rappresentano il periodo postcoloniale.

Ha scritto anche “La trilogia del carnevale” che comprende “Il Carnevale” (“Carnival” del 1985), “La prova infinita” (“The Infinite Rehearsal” del 1987) e “Le quattro sponde del fiume spaziale” (“The Four Banks of the River of Space” del 1990). Affrontando il tema del carnevale, Harris interpreta il canto del paradiso della “Divina commedia” di Dante, il “Dottor Faust” di Goethe e “L'Odissea” di Omero. Sapendo che l'intento del carnevale è quello di convertire la natura, l'autore in primo luogo imita le feste tradizionali dei colonizzatori e dopo le trasforma in celebrazioni tutte sue. Un'interpretazione geniale.

Nel 1993 Harris pubblica “La resurrezione alla collina del rimpianto” (“Resurrection at Sorrow Hill”). Con una tecnica raffinata descrive le condizioni dei malati all'interno dei manicomi, comparandole alle pazzie della vita reale. Dopo questo romanzo pubblica subito “La città di Jones” ( “Jonestown” del 1996) che narra degli omicidi e suicidi dei seguaci di Jim Jones, fondatore di una setta religiosa. Questo tema può essere interpretato come la conseguenza del colonialismo. Infatti Harris non ha mai smesso di fare ricerche sui sistemi che mettono le persone le une contro le altre. L'ultimo romanzo di Harris è il “Fantasma della memoria” (The Ghost of Memory) pubblicato nel 2006.

Dopo aver ricevuto la notizia della sua morte, i social media si sono riempiti di messaggi in suo onore. Alcuni appassionati di letteratura ringraziano con tutto il cuore Harris per avergli fatto vivere un viaggio nel suo mondo immaginario:

Oggi i Caraibi hanno perso un'icona importante…

Riposa in pace, Wilson Harris (24 marzo 1921 – 8 marzo 2018). Una perdita terribile. Se non avete mai letto i suoi libri, vi consiglio caldamente di farlo. I suoi saggi sono molto piacevoli. Potete iniziare da qui per poi esplorare i suoi romanzi.

Il mio libro preferito era il “Palazzo del pavone”. Ho ancora una copia usata per il livello A2 del 1982. Riposa in pace.

Molte persone dicono che i suoi libri erano complicati, ma che valeva davvero la pena leggerli:

La “difficoltà” spesso denota una rottura radicale con la sintassi e la grammatica della narrativa neocoloniale e quella orientata al mercato.

#WilsonHarris era uno scrittore impegnativo, ma non appena capivi ciò che ti voleva comunicare… Eureka! È un genio! #RIP (Riposa in pace)

Su Facebook Annan Boodram lo definisce un maestro:

[…] As a teenager I struggled to understand his writings because they were so nuanced, so layered, so connotative, so associative and so symbolic.

[…] Quando ero adolescente, facevo fatica a capire le sue opere perché contenevano tante sfumature ed erano così stratificate, connotative, associative e simboliche.

Un utente di Facebook definisce Harris un “visionario straordinario e senza paragoni”. Dalle Barbados, Annalee Davis dice che i Caraibi e l'Inghilterra hanno perso un altro importante scrittore. Ruel Johnson, un giovane scrittore di Guyana, dice la sua: anche se non pensa che le opere di Harris siano così eccezionali, afferma con un po’ di riluttanza che si meritava una buona reputazione.

Allo stesso tempo Gerardo Manuel Polanco condivide:

I will forever be indebted to Wilson Harris. I owe my academic career to him. He was the cornerstone, the foundation of my Graduate thesis. I used his ideas, essays, and novels in every other paragraph I wrote. The indigenous people of the Caribbean, the landscape, alternative modes of worship like Voodoo, and native myth were revived and given new meaning because of him. He changed the way Caribbean literature is written and read. Rest in power, Sir Harris, an entire region will forever mourn and celebrate you.

Sarò sempre in debito con Wilson Harris. Gli devo la mia carriera accademica. Era il mio fondamento e il punto di riferimento per la mia tesi di laurea. Ho usato le sue idee, saggi e romanzi in tutti i paragrafi che ho scritto. Gli indigeni dei Caraibi, i paesaggi, le varie tipologie di culto come il Voodoo e la mitologia nativa sono state riportate alla luce, assumendo un nuovo significato grazie a lui. Ha cambiato il modo in cui la letteratura caraibica deve essere scritta e letta. Riposi in pace, signor Harris, un'intera regione ti rimpiangerà e celebrerà per sempre.

Tuttavia alcune persone pensano che Harris non abbia mai ricevuto la giusta accoglienza nei Caraibi. Nel 2014 c'è stata un dibattito su Twitter su chi avrebbe dovuto ricevere il premio Nobel della letteratura quell'anno. Una persona appassionata di libri consigliò di dare il premio a un visionario come Harris, soprattutto perché lui era già avanti con gli anni e perché non avrebbero mai consegnato il premio (@Nobelprize_org Prize) a una persona deceduta. Tuttavia, siccome Harris aveva già ricevuto molti riconoscimenti in vita, come due premi per la letteratura di Guyana e un titolo onorario nel 2010, non ottenne mai il premio Nobel.

In una discussione pubblica di Facebook Debbie Jacob, scrittore e librario di Trinidad, scrive con emozione:

He never received the recognition he deserved. I loved his work and his theory of fossil memories.

Non ha mai ricevuto i riconoscimenti che si meritava. Ho amato le sue opere e la sua teoria delle memorie fossili.

Michelene Adams aggiunge:

Way ahead of his time. He made my students quake but I insisted on including palace in my Caribbean Prose course

Era molto avanti per i suoi tempi. Era impegnativo per i miei studenti, ma ho insistito per inserire il “Palazzo del pavone” nel corso di prosa dei Caraibi.

L'utente Facebook Frank Anthony ringrazia Harris per il suo importante contributo alla letteratura di Guyana. Dall'America, Louis Chude-Sokei scrive:

Very few thinkers have had an influence on me as great as his. He is one of the most innovative and radical writers and thinkers (in his style and in his approach to politics) of the last two centuries. The very idea that in all oppositions and differences we can find a ‘half blind groping’ towards new modes of community or being or art that can devour and reinvent those oppositions and differences…that's where everything I do started to make sense.

RIP, Sir Wilson. Thanks for the incredible and exhausting novels (though clearly all of them were mere iterations of one long densely poetic vision). […]

Pochi intellettuali sono stati influenti come lui. È fra gli scrittori e intellettuali (per il suo stile e approccio alla politica) più innovativi e radicali degli ultimi due secoli. Il pensiero che in un periodo contrastante possiamo trovare una “persona che procede a tentoni” alla ricerca di nuovi modelli di comunità, essenza o arte che può divorare e reinventare opposizioni e differenze… quello è l'esatto momento in cui tutto ha più senso.

Riposa in pace, signor Wilson. Grazie per i suoi incredibili quanto estenuanti romanzi (anche se chiaramente erano tutte delle semplici iterazioni di una visione poetica complessa e profonda). […]

Harris una volta disse: “Solo da una conversazione passata può nascere un'idea originale.” Lui era una persona amante del suo lavoro che ci ha lasciato tante opere letterarie, fornendoci un modello valido per tutti gli scrittori che vogliono mantenere la giovinezza. Dopo l'improvvisa notizia della sua morte, alcune persone del mondo letterario hanno espresso le loro condoglianze.

Un utente di Facebook Subraj Akash Singh ha concluso:

Saddened to hear of the passing of one of the greatest Caribbean writers who ever lived… ‘Palace of the Peacock’ changed my life because it changed my mind about what a novel could be. Harris has died, but his oeuvre will certainly live on forever.

Mi addolora sentire la notizia della dipartita di uno dei più importanti scrittori caraibici mai esistiti…  Il “Palazzo del pavone” ha cambiato la mia vita perché mi ha dato una nuova visione dei romanzi. Harris è morto, ma il suo operato vivrà per sempre.”

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