Nonostante le repressione del 16 ottobre, i manifestanti tornano nelle strade di Bangkok

Migliaia di persone si sono riunite a Bangkok in una protesta anti-dittatura nonostante il divieto di raduno di massa. Foto da Prachatai.

La versione originale [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] di questo articolo è stata pubblicata da Prachatai, un sito indipendente di notizie in Thailandia, ed è stata editata e ripubblicata da Global Voices come parte di un accordo di condivisione dei contenuti.

La repressione della polizia del 16 ottobre sui manifestanti a Bangkok non ha scoraggiato la volontà del popolo di esprimere la propria opposizione alla dittatura e criticare la monarchia. Anzi, i manifestanti thailandesi sono passati dalle proteste comuni a quelle mobilitate senza leader.

I manifestanti si sono presentati in molte stazioni BTS Skytrain nel pomeriggio del 17 ottobre, in linea con la strategia annunciata dopo la repressione del 16 ottobre dal Fronte Unito di Thammasat e Dimostrazione (UFTD), gli organizzatori della protesta del gruppo studentesco dell'Università Thammasat. Il messaggio affermava che “Ognuno è un leader.”

In risposta, la polizia ha tenuto una conferenza alle 13:30, mettendo in guardia contro le proteste che ostacolavano le vie di trasporto. Le stazioni del BTS Skytrain sono state chiuse tra le fermate di Ari e Phromphong dalle 14:30 in poi. La stazione di Phayathai sul collegamento aeroportuale è stata chiusa e tutti i punti di accesso all'incrocio con Asok sono stati bloccati.

La maggior delle risorse della polizia sembrava essere stato dispiegato al Monumento alla Vittoria. Ma nessun manifestante si è presentato lì.

La polizia ha detto che i gas lacrimogeni non sarebbero stati usati contro i manifestanti, ma sarebbe stata usata l'acqua colorata con coloranti chimici per contrassegnare i vestiti dei manifestanti in modo da identificarli per eventuali arresti futuri. I medici hanno confermato che queste sostanze chimiche erano innocue.

Tutte le stazioni della metropolitana BTS Skytrain e MRT sono state chiuse dalle autorità, mentre i manifestanti cominciavano a radunarsi.

La chiusura delle stazioni di Skytrain e della metropolitana è stata una tattica che le autorità speravano avrebbe scoraggiato i manifestanti, che negli ultimi giorni avevano manifestato contro il governo, chiedendo modifiche costituzionali, rispetto dei diritti umani e riforme alla monarchia.

Una stazione MRT chiusa e manifestanti che alzano 3 dite al gate BTS . Foto e descrizione di Prachtai.

Ma la gente ha iniziato a riunirsi in molte zone diverse. Alla stazione di Asok, i manifestanti hanno distribuito fogli di carta per realizzare manifesti. I manifestanti hanno pronunciato discorsi antigovernativi, chiedendo che il governo “rilasci i nostri amici, liberi i nostri figli”. Alcuni hanno detto che stavano andando all'incrocio di Lad Phrao.

Alle 15:35, all'incrocio Lad Phrao, la gente è scesa dalla piattaforma verso la strada di fronte a Central Plaza Lad Phrao e gradualmente ha preso il controllo delle zone.

Gruppi di protesta si sono formati nei tre punti principali della città: la stazione BTS di Udom Suk, dalla quale, in seguito, i manifestanti si sono trasferiti al vicino incrocio di Bang Na; la stazione BTS di Lad Phrao, che occupa l'incrocio a cinque via di Lad Phrao; e la stazione BTS di Wongwian Yai.

Un altro punto di ritrovo è stato al centro commerciale Samyan Mitrtown, di fronte all'Università di Chulalongkorn (CU), annunciato dallo Spring Movement (Movimento di Primavera), un gruppo di studenti attivisti della CU. Il centro commerciale aveva annunciato che avrebbe chiuso alle 17.

I manifestanti si sono scambiati storie delle loro esperienze  della repressione della notte precedente. Un manifestante ha affermato:

There is no more staying neutral, either you side with democracy or side with dictatorship that uses power unfairly.

Non c'è più neutralità, o si sta dalla parte della democrazia o della dittatura, che usa ingiustamente il potere.

Un altro ha chiesto un boicottaggio delle cerimonie di laurea presiedute dai membri della famiglia reale, con il fine di causare un cambiamento nella struttura culturale.

Alle 16:35, l'attivista Sombat Boonngam-anong e poche altre persone hanno rilasciato una dichiarazione alla stazione Asok Skywall, in quanto non avrebbero potuto viaggiare altrove a causa dell'interruzione dei trasporti. C'è stata anche una protesta all'Università di Ramkamhaeng.

Manifestanti alzano le e dita a Wongwian Yai. Foto di Prachatai.

A Wongwian Yai, i manifestanti hanno posto la domanda: “Chi ha ucciso re Taksin?” Re Taksin governò nell'era Thonburi (1767-82) e morì in circostanze misteriose che permisero al re Rama I dell'attuale dinastia Chakri di assumere il potere. Wongwian Yao, dove i manifestanti si sono radunati, è il luogo dove si trova Thonburi, ex capitale del paese. Una statua equestre del re Taksin si trova lì.

Alle 16:40 all'incrocio Lad Phrao, i manifestanti occupanti hanno organizzato un servizio di guardia e delle barriere disposte in preparazione di una potenziale repressione. Alcuni si sono preparati con maschere e caschi.

Alle 18, i manifestanti nei vari luoghi hanno fatto il saluto a tre dita mentre cantavano l'inno nazionale. Alzare tre dita durante l'inno nazionale, che è diventato un'azione di protesta, era stato inizialmente proposto da Parit ‘Penguin’ Chiwarak, uno studente attivista che ora è in custodia dalla polizia.

Le proteste sono procedute senza alcuna notizia di scontri o repressioni. Poi, una ad una, le proteste si sono sciolte tra le 18:45 e le 19:45.

Il giorno prima, il 16 ottobre, i manifestanti hanno spostato la protesta a Pathumwan dopo che la polizia ha pesantemente dispiegato le forze per occupare l'incrocio di Ratchaprasong, il luogo originale della protesta. Ma poiché era solo a poche centinaia di metri dal punto originale, non ci è voluto molto perché le forze antisommossa allontanassero e disperdessero i manifestanti con cannoni ad acqua ad alta pressione, scudi antisommossa, manganelli e acqua mescolata con irritante chimico.

Da sinistra a destra: “[Io] pago le tasse. [Io] non vogliono gas lacrimogeni da tuo padre & Veniamo pacificamente. Perché dobbiamo essere cauti? Perché dovete [voi] farci del male? (Foto e didascalia di Prachatai).

Un nuovo stato di emergenza è stato annunciato a seguito della protesta notturna del 14 ottobre. Questo decreto d'emergenza riguarda Bangkok ed è volto a sedare le proteste in corso, che il governo può ora chiamare illegali ed affermare che mettono in pericolo la sicurezza pubblica.

Il nuovo decreto d'emergenza vieta raduni di più di 5 persone, consente la detenzione per 7 giorni senza imputazione, autorizza alti funzionari di polizia a condurre perquisizioni senza ordini del tribunale e vieta ai civili e ai media di pubblicare o trasmettere informazioni che minaccino la stabilità del paese.

Il 17 ottobre, il generale maggiore Yingyot Thepchamnong, vice portavoce della polizia nazionale thailandese, ha dichiarato durante una conferenza stampa che le riunioni politiche violano il decreto di emergenza e la polizia deve rispondere secondo la legge. Poiché i manifestanti hanno modificato le loro tattiche, la polizia probabilmente cambierà anche la propria.

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