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Parole illustrate che uniscono El Salvador alle sue radici africane

Categorie: America Latina, El Salvador, Arte & Cultura, Citizen Media, Etnia, Indigeni, Linguaggi, Storia, The Bridge

Mix di immagini di Carlos Lara, creato dall'autore e pubblicato con il permesso dell'artista.

La seguente testimonianza appartiene all'artista e attivista afro-salvadoregno Carlos Lara [1], [es, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]  che condivide parte del proprio lavoro artistico con Global Voices. Tutte le illustrazioni sono di Carlos Lara e vengono qui pubblicate con il suo permesso.

Il 29 agosto 2020 è stato celebrato il Día Popular de la Afrodescendencia Salvadoreña [2] (Giornata Popolare della Discendenza Afro Salvadoregna), cui obiettivo finale è quello di raccontare la storia invisibile [3] della comunità afro-discendente [4] di El Salvador. Secondo l'ultimo censimento (2007), solamente 7400 salvadoregni [5] riconoscevano le proprie radici africane, anche se sicuramente tale numero non riflette la realtà. Molte persone hanno nascosto le proprie origini a causa delle politiche fasciste e raziali del Generale Maximiliano Hernández Martínez [6] [it] nel decennio del 1930, attuate tramite una legge migratoria “influenzata da un pensiero, da un discorso e da pratiche basate sul razzismo scientifico, che gerarchizza i gruppi, costruisce le razze e le pone come superiore la razza bianca, e come inferiori quelle indigene e nere”.

A causa della pandemia, non abbiamo potuto celebrarlo a Zacetecoluca [7], come negli anni precedenti. Per questo, abbiamo deciso di creare delle attività interattive virtuali [8] su AFROOS [9] per tutta la durata del  mese come le afro-conversazioni [10] bilingui [11], gli  afro-quiz [12] e le  “afro-storie [13]” condivise da persone salvadoregne a riguardo del percorso verso l'identità afro-discendente.

Grazie all'idea di un amico, il disegnatore Jesús Cerén [14], abbiamo organizzato un'ulteriore attività dal nome “Arte Afrogosto [15]“, che consisteva nel chiedere ad artisti, illustratori e disegnatori di rappresentare 31 parole (una per ogni giorno d'agosto) di origine africana, utilizzate specificatamente a El Salvador e di condividerle in rete taggando AFROOS e me, utilizzando l'hashtag #arteafrogosto [16]. L'idea era quella di ricordare quanto profonda fosse l'influenza africana, storicamente fortemente negata , sulla nostra lingua e cultura.

“Amici, amiche, compagni artisti! Avrete già partecipato al “Inktober” che, come già saprete, consiste nel disegnare ogni giorno una parola che troverete nella lista ufficiale.”

Qui condivido alcune delle parole che ho illustrato per questa attività e spiego brevemente la loro etimologia, gli usi e le regioni in cui sono diffuse:

Chingar [19]: Si tratta di una parola di uso comune nello spagnolo Messicano. Significa cazzo, irritare, infastidire, non lasciare in pace. Secondo il Dizionario della RAE [20], deriva dallo slang gitano cingarár che significa “combattere”. Tuttavia, altri hanno ricondotto l'origine [21] alla lingua bantù degli schiavi portati dall'Africa dai portoghesi e dagli spagnoli.

In Brasile, Xingar [22](pronunciato chingar) significa “offendere”, “insultare” e proviene dal Kimbundu e kikongo singa.

 

Cumbia [23]: Si tratta di una danza popolare [24], principalmente della Colombia e del Panama, che combina tradizioni bianche, nere e indigene. Secondo alcune teorie, deriva da cumbé [25], , una danza della Guinea Equatoriale. Altri ricercatori sostengono [26] [it] che sia un'abbreviazione di cumbancha gentilizio mandinka dell'Africa occidentale, o che derivi dalle voci kumba, kumbé e kumbí, che quando sono diventati spagnoli hanno cambiato la “k” con la “c” e significano “tamburi” o “danze”.

La cumbia è uno dei più importanti elementi identitari dei salvadoregni [27]

Gallina Guinea [28]: È una gallina proveniente dalla Guinea “piccolina, con cresta ossea, testa calva, piumaggio nero bluastro con macchie bianche, coda corta e appuntita”.

In Africa esistono tre paesi con il nome Guinea, situati nella regione [29] [it] che porta il medesimo nome:  Guinea [30], [it] Guinea-Bissau [31] [it] e Guinea Equatoriale  [32][it]. L'ultimo è un paese ispanofono.

Guineo [33]: Frutto del banano [34]. Il guineo, anche conosciuto come banana, ha origine nel sud-est asiatico e, successivamente, ha avuto il suo boom in Africa e in fine in America. Comunque, si pensava provenisse dall'Africa Occidentale [35], conosciuta in passato come “Guinee”, che nella lingua berebere significa “terra dei neri”.

Ad oggi, l'India è il maggiore produttore [36] di banane nel mondo e ci sono paesi del sud-est asiatico con il dome della Guinea: Papua Nuova Guinea  [37][it].

Jelengue [38]: A Porto Rico significa [34] fastidio, seccatura , idiozia, contrattempo. A El Salvador è sinonimo di  chonguenga [39] (festa, riunione per divertirsi), pachanga [40] (festa popolare o familiare, solitamente con ballo), molote [41] (gruppo di persone riunite), jolgorio [42](divertimento), movimento, desvergue [43] (trambusto, confusione) o festa.

Marimba [44]Quando sentiamo parlare di marimba, immaginiamo il Guatemala e lo riconduciamo al mondo indigeno. Tuttavia, la marimba [45] ha origini africane. Allude ad uno strumento a percussioni simile allo xilofono [46] [it] ed il suo nome proviene dalle [47] lingue kimbundu o bantú e, successivamente, gli schiavi lo portarono in America. In queste due lingue è conosciuta anche sotto il nome di Kalimba o Malimba.

Mondongo [48]: Si tratta di una specie di stufato o pasticcio a base di pancia (mondongo [49]) della mucca o del maiale alla quale vengono aggiunte altre carni, vegetali, legumi e spezie.  È un piatto della tradizione di molti paesi ispanofoni e viene considerato un piatto tipico nazionale del Venezuela. La parola mondongo deriva dal vocabolo mondejo che, a sua volta, sembra provenire da bandujo, la cui origine è incerta.

Il vocabolo venne introdotto dagli schiavi africani di lingue bantù, per fare riferimento a quelle parti della carne che i propri padroni gettavano via o la davano loro per mangiare.

Pachanga [50].: Danza originaria di Cuba. Lì significa [51] chiasso, festa, divertimento.

A El Salvador si riferisce ad una festa popolare o familiare in cui generalmente si balla.

Probabilmente pachanga deriva da una festa in onore di “Changó”. Changó è uno degli Dei del voodoo di Benin. “Para Changó” è diventato poi “pa'Changó” ed infine pachanga. Inoltre, esistono il verbo e l'aggettivo derivati da questo sostantivo: pachanguear e pachanguera/o, e significano che piace fare festa.

Ruco [52]In Colombia e in Messico ruco significa [53] “vecchio”. A El Salvador si può sentire in due significati diversi vincolati tra loro. Uno è quello di “vecchio” e l'altro è “senza denti” (il cui sinonimo è sholco [54]). In ogni caso, il significato “senza denti” fa riferimento a qualcuno di età avanzata che ha perso la dentatura “quedó ruco” (è rimasto sdentato).

Zombi [55]: Si tratta di un entità [56] [it] che, in un modo o nell'altro, può resuscitare o tornare in vita. ha origine nel culto voodoo e descrive un morto che fu resuscitato da uno stregone per trasformarlo in suo schiavo. Secondo la credenza, un houngan, bokor o stregone voodoo sarebbe capace, tramite un rituale, di resuscitare un morto che, successivamente, sarà sottomesso alla volontà di colui che lo riporterà alla vita.

Sono state ipotizzate diverse possibili origini del termine zombi, per la maggior parte africane [56][it]. Esistono comunque ricerche sull'origine haitiana degli zombie, storicamente legati [57] alla schiavitù e oppressione di Haiti.

Carlos Lara è un membro della ONG Afro-discendenti Organizzati Salvadoregni (AFROOS), “un'organizzazione che lavora per il riconoscimento, la resistenza e la lotta della popolazione afro-salvadoregna”. Potete seguirlo su  Facebook [58], Instagram [1] e Twitter [59] o sul suo canale YouTube [60], per conoscere meglio il suo lavoro e scoprire di più su gli africanismi della lingua.