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Proteste degli agricoltori in India: Twitter sospende e riabilita alcuni account di spicco per ordine del governo

Categorie: Asia meridionale, India, Citizen Media, Diritti umani, Legge, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Protesta, Tecnologia, Advox
Indian farmers protest in December 2020. Image via Wikimedia Commons by Randeep Maddoke. [1]

La protesta degli agricoltori indiani a dicembre 2020. Immagine di Randeep Maddoke [1], Wikimedia Commons. CC0 [2], pubblico dominio.

Il 1° febbraio, Twitter ha temporaneamente impedito alla popolazione indiana [3] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] l'accesso a più di 250 profili che avevano espresso il loro sostegno alle proteste dei contadini [4] che hanno scosso il paese negli ultimi quattro mesi. I profili sono stati riabilitati [5] circa sei ore dopo.

Twitter ha poi comunicato [6] all'agenzia di stampa ANI di aver sospeso gli account in risposta alla richiesta del Ministro delle Tecnologie elettroniche e informatiche indiano di bloccare gli account che utilizzassero l'hashtag #ModiPlanningFarmerGenocide, in quanto autori di “tweet falsi, provocatori e intimidatori”.

La piattaforma americana ha motivato la sua decisione facendo appello alla sua policy [7], che prevede l'applicazione del blocco di contenuti in alcuni paesi, in seguito a “una richiesta avanzata da un ente autorizzato” in quella giurisdizione.

Un fonte anonima, riferisce The Hindustan Times [8], afferma che Twitter ha deciso di ripristinare gli account dopo aver verificato che il contenuto bloccato era “rilevante e degno di pubblicazione”.

Il governo indiano ha quindi messo in guardia Twitter, avanzando la possibilità di prendere provvedimenti contro l'azienda [9] se essa non adempirà agli ordini. Di seguito la dichiarazione:

Twitter cannot assume the role of (a) court and justify non-compliance. […] Twitter being an intermediary is obliged to obey the directions as per the satisfaction of authorities as to which inflammatory content will arouse passion and impact public order. Twitter cannot sit as an appellate authority over the satisfaction of the authorities about its potential impact on derailing public order.

Twitter non può assumersi il ruolo di tribunale e giustificare così l'inadempienza. […] Nella sua funzione di intermediario, Twitter ha l'obbligo di osservare le direttive delle autorità, in quanto i contenuti provocatori potrebbero fomentare le proteste e avere effetti sull'ordine pubblico. Twitter non può ergersi a autorità giudiziaria ignorando l'opinione delle autorità riguardo al potenziale impatto su un ordine pubblico già precario.

Tra i profili sospesi da Twitter il 1° febbraio c'è la prestigiosa rivista indiana The Caravan [10]. Il caporedattore Vinod K. Jose ha dichiarato a Buzzfeed [11] che la decisione di Twitter di sospendere il loro account ufficiale è “solo l'ultimo di una lunga serie di attacchi mirati” che la rivista ha subito per essersi occupata di fatti importanti.

Anche gli attivisti e le organizzazioni che hanno pubblicato aggiornamenti sulle proteste sono stati oggetto del blocco di Twitter di lunedì scorso. Tra questi, alcuni profili che godono di grande popolarità, come @Tractor2twitr [12], @Kisanektamorcha [13], e @bkuektaugrahan [14].

La sospensione di massa è stata criticata [15]dagli organismi di controllo dell'agenzia Reporters Without Borders, che l'ha definita “un caso scioccante di spudorata censura”. L'organizzazione ha aggiunto: “Ordinando questi blocchi, il Ministro degli Interni si sta comportando come un orwelliano Ministro della Verità, che vuole imporre la sua personale narrazione dei fatti riguardo alle proteste degli agricoltori”.

In India, anche diversi giornalisti hanno condannato l'accaduto, come Sania Farooqui:

La specialità del giorno nel Paese della Censura: Twitter India blocca numerosi profili.

La nota giornalista Rana Ayyub ha twittato:

Si parla dell'emergenza in Myanmar, ma nessuno parla dell'emergenza sommersa in India. Giornalisti e attivisti accusati di eversione per aver raccontato le proteste degli agricoltori, i loro account Twitter sospesi, il mondo non può permettersi di ignorare una tale dittatura.

Farmers joined in sit-in protests near the capital. 5 December 2020. Image via Wikimedia Commons by Randeep Maddoke. CC0 Public Domain. [20]

Agricoltori riuniti in un sit-in di protesta. 5 dicembre 2020. Immagine di Randeep Maddoke [20] via Wikimedia Commons. CC0 [2] pubblico dominio.

Centinaia di migliaia di agricoltori in diverse parti dell'India stanno protestando contro l'applicazione delle riforme sull'agricoltura [21] approvate dal Parlamento nel mese di settembre 2020. Le associazioni e le organizzazioni dei contadini affermano che la riforma, che, tra le altre misure, cancella i sussidi [22] e la tutela contro le grandi imprese, comprometterà le loro condizioni di vita [23].

Migliaia di agricoltori si sono accampati fuori da Nuova Delhi per mesi, chiedendo l'abrogazione di quelle leggi. Dall'inizio delle manifestazioni, le autorità hanno disposto numerose accuse di eversione [24] nei confronti di attivisti e giornalisti e hanno imposto il blocco di internet [25].

Questa settimana, le proteste hanno ottenuto una risonanza a livello globale dopo che la popstar internazionale Rihanna ha twittato sull'argomento:

Perché nessuno parla di questo?!

Il giorno dopo, Meena Harris, nipote della Vice Presidente degli Stati Uniti Kamala Harris, ha condannato [29] su Twitter i blocchi di internet.

E il 4 febbraio, l'attivista svedese Greta Thunberg ha espresso il suo sostegno [30] alle proteste su Twitter con un thread nel quale condivide anche un “kit di protesta” — un documento contenente istruzioni per coloro che vogliono saperne di più sulle proteste degli agricoltori o aiutarli ad organizzarsi.

La polizia di Nuova Delhi ha comunicato che investigherà sugli autori del kit [31], la cui identità resta sconosciuta.

Molti indiani, compresi politici, star di Bollywood e giocatori di cricket hanno condannato [32] i tweet pubblicati da personalità straniere.

In una dichiarazione rilasciata il 3 febbraio, anche il Ministro degli Esteri indiano [33] ha commentato le manifestazioni di sostegno alle proteste da parte di personalità straniere: “Cedere alla tentazione degli hashtag e dei commenti sensazionalisti sui social media, specialmente se a farlo sono celebrità e altri, è un atteggiamento scorretto e irresponsabile”.