Società di ricerca scopre una campagna d'influenza pro Huawei

Gruppo di account falsi con foto profilo generate dall'IA hanno condiviso contenuti pro Huawei. Screenshot preso dalla relazione di Graphika.

La seguente relazione è stata inizialmente pubblicata [zh] su Stand News in cinese il 31 gennaio 2021. È ripubblicata su Global Voices ai sensi di un accordo di condivisione dei contenuti.

Una ricerca della società di analisi di rete Graphika ha scoperto [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] che un gruppo di profili falsi su Twitter hanno provato a influenzare la politica belga sul 5G in favore del gigante tecnologico cinese Huawei.

La relazione di 33 pagine di Graphika, pubblicata il 28 gennaio scorso, ha trovato almeno 14 profili Twitter che si fingevano esperti, scrittori e studiosi di telecomunicazioni i quali condividevano post che criticavano la politica belga sul 5G da diversi punti di vista, quali mercato libero, sicurezza e trasparenza. Questi profili fake avevano foto profilo create da strumenti dell'IA conosciuti come rete generativa avversaria (GAN) ed erano prevalentemente seguiti da bot.

Il Consiglio di Sicurezza Nazionale Belga ha deciso a giugno 2020 di imporre delle restrizioni ai fornitori a rischio dell'infrastruttura di 5G del paese, il che potrebbe impedire a Huawei di investire in ciò.

Nonostante non ci siano prove a testimonianza della campagna d'influenza di Huawei, i post di questi profili falsi sono stati condivisi dai profili ufficiali e dai rappresentanti dell'azienda. Graphika ha comunicato che Kevin Liu, il presidente di Huawei per le relazioni pubbliche e le comunicazioni in Europa occidentale, che ha un profilo Twitter verificato con 1.1 milioni di follower, ha condiviso 60 post dei profili falsi a dicembre; l'account europeo ufficiale di Huawei, che ha più di 5 milioni di follower, ha condiviso 47 post del gruppo di profili falsi.

La relazione attesta:

Each of these fake accounts had very similar behavior. They were created in the second half of 2017, but only started tweeting in late 2020. Despite the late date at which they started tweeting, their first posts were all retweets of tech-related content that originated on November 10, 2017, or November 10, 2018. (…) On each account, most of the retweeted posts used the same keyword or hashtag, such as “VR” (virtual reality), “AR” (augmented reality) or “5G”. The tweets were not always relevant to the tech world, suggesting that they may have been automated and not manually checked.

Tutti questi profili falsi presentavano comportamenti affini. Sono stati creati nella seconda metà del 2017, ma hanno cominciato a twittare a fine 2020. Nonostante la data tardiva a partire dalla quale hanno cominciato a twittare, i loro primi post erano tutti retweet di contenuti creati il 10 novembre 2017 o il 10 novembre 2018 legati alle tecnologie. (…) In ogni profilo, la maggior parte dei post retweettati utilizzavano le stesse parole chiave o hastagh, così come “VR” (realtà virtuale), “AR” (realtà aumentata) o “5G”. I tweet non erano sempre pertinenti al mondo delle tecnologie, il che indica che potrebbero essere stati automatizzati e non controllati manualmente.

La ricerca ha attirato l'attenzione dei media occidentali, come il Financial Times e il New York Times. Subito dopo aver ricevuto la segnalazione, Twitter ha sospeso il gruppo di account falsi.

Ben Nimmo, uno dei membri della squadra di ricerca, ha twittato in merito a uno dei profili falsi (adesso sospeso):

Alexander è leggermente ossessionato dal Belgio e dal #5G ultimamente.

Soprattutto riguardo le restrizioni di sicurezza dei fornitori belga di 5G, le quali sarebbero principalmente riguardanti Huawei e ZTE.

Ad Alexander non è piaciuto molto l'approccio belga.

I post condivisi dal gruppo provenivano da una serie di fonti, inclusi il giornale tedesco sull'economia Handelsblatt e Politico, con sede negli Stati Uniti, e siti web quali eureporter.co e dwire.eu.

In pochi casi, gli stessi post sono stati pubblicati su diversi siti. Ad esempio, un articolo intitolato “5G: se il governo belga esclude dei fornitori specifici, chi pagherà?” è stato pubblicato su london-globe.com, newyorkglobe.co, toplinenews.eu, e eureporter.co con bylines diversi. Due dei post condivisi dal gruppo sono stati contrassegnati come “contenuti sponsorizzati” su Politico e itdaily.be.

Micheal van Hulten, direttore in Europa di Transparency International, ha individuato la campagna pro-Huawei a dicembre 2020 facendo delle ricerche su un twit sponsorizzato di Mike Bai, il presidente di Huawei per la strategia di marketing in Europa occidentale, che si è iscritto a Twitter a marzo 2020 e che al momento ha più di 885.000 follower.

Ecco qui la conversazione di Huawei che ho promesso ieri. Sembra che Huawei stia utilizzando i social media per delle operazioni segrete nell'intento di convincere i legislatori belga in merito all'affidamento che possono fare sull'azienda circa la creazione di reti 5G ?

L'investigazione iniziale di Van Hulten è in linea con le scoperte della ricerca di Graphika dato che i post in favore di Huawei condivisi da Bai erano anche connessi al gruppo di account falsi.

Il Financial Time ha scoperto che almeno sei impiegati di Huawei avevano ottenuto più di 10.000 follower in parecchie settimane dopo aver creato i loro profili Twitter all'inizio del 2020.

Mentre la ricerca di Garphika sottolinea che le loro scoperte sono insufficienti per dimostrare che Huawei dirigeva l'operazione, gli impiegati di questa sono stati amplificatori chiave dei commenti dei gruppi fake:

The Huawei officials were by far the most significant amplifiers of the fake accounts’ output: they had the highest followings, and they typically mentioned the fake accounts dozens of times each.

I responsabili di Huawei sono stati di gran lunga gli amplificatori più significativi della produzione dei profili falsi: avevano più follower e di solito menzionavano gli account falsi decine di volte.

A seguito della ricerca, Huawei afferma di aver iniziato un'investigazione interna per verificare “se c'è stato qualche comportamento inappropriato”.

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