Il conflitto armato a Cabo Delgado, una provincia nel nord del Mozambico che confina con la Tanzania, è entrato nel suo terzo anno e rimane una questione poco conosciuta. Il luogo è quello scenario ricorrente di attacchi [es], come perpetrati da gruppi che pare siano legati allo Stato Islamico.
Secondo Human Rights Watch [en], il conflitto ha ucciso più di 1.500 persone e più di 250.000.000 sono stati gli sfollati. Il governo del Mozambico classifica [pt] gli attacchi come “atti di terrorismo” e “aggressione esterna”.
Il 25 novembre, all'inaugurazione del Consiglio di coordinamento del ministero della Difesa, il presidente Filipe Nyusi ha criticato – senza fare nomi – i resoconti della stampa sugli attentati, in un comunicato che ha generato reazioni negative da parte di organi di stampa e attivisti.
Il presidente Nyusi ha affermato [[pt, come i link seguenti salvo diversa indicazione]:
Entre as ameaças à nossa unicidade e moçambicanidade constatamos a tendência crescente da desinformação e a tentativa de manipulação da opinião pública através das redes sociais.
Preocupa-nos, também, que nesta saga de distorção da realidade na divulgação de irrealidades, estarem a ser utilizados alguns órgãos de informação, que ao invés de pautarem pelo profissionalismo, acabam, deliberadamente ou inocentemente, agindo em vantagem dos inimigos ou dos terroristas.
Tra le minacce alla nostra unità e alla mozambicanità, notiamo il crescente trend di disinformazione e la tentata manipolazione dell'opinione pubblica attraverso i social network.
Siamo anche preoccupati che in questa storia di distorsione della realtà nella diffusione di menzogne vengano utilizzati alcuni organi di informazione che invece di agire professionalmente finiscono per agire, deliberatamente o innocentemente, per conto di nemici o terroristi.
In una dichiarazione [pt, come i link seguenti salvo diversa indicazione] riprodotta da DW Africa, il Centro per la democrazia e lo sviluppo (CDD) ha condannato le dichiarazioni del presidente per “aver violato le libertà di espressione, stampa e pensiero”.
Il CDD “difende anche il rispetto per la Costituzione del Paese che il capo dello stato ha giurato di rispettare e far rispettare, che attribuisce ai tribunali i poteri di responsabilità per la violazione delle leggi”, si legge nel comunicato.
Anche l'Istituto sudafricano per la comunicazione sociale, MISA-Mozambico, ha reagito con preoccupazione alle dichiarazioni di Filipe Nyusi. In una dichiarazione rilasciata il 26 novembre, ha osservato:
Reconhece-se a importância do combate que deve ser travado contra a desinformação, as notícias falsas e a mentira deliberada, independentemente dos meios utilizados para a sua propagação.
Contudo, o Presidente da República associou esses males, sem apresentação de elementos concretos, ao trabalho feito pelos órgãos de comunicação social sobre Cabo Delgado, como uma acção de apoio aos terroristas.
L'importanza di lottare contro la disinformazione, le false notizie e le menzogne intenzionali è riconosciuta, indipendentemente dai mezzi utilizzati per la propagazione.
Tuttavia il Presidente della Repubblica ha associato questi mali, senza presentare elementi concreti, al lavoro che gli organi di comunicazione sociale svolgono a Cabo Delgado, come azione a sostegno dei terroristi.
L'analista e attivista sociale Borges Nhamire ha affermato al portale VOA che le dichiarazioni di Nyusi sono coerenti con l'atteggiamento del governo nei confronti della stampa: “Il governo non ha mai visto l'agenzia come un partner correlato a Cabo Delgado. Ha sempre trattato la stampa come un nemico “, sostiene.
Per l'attivista è più grave che le dichiarazioni possano “dare carta bianca all'esercito e ai governi locali per essere repressivi con la stampa”.
Anche il giornalista Rafael Machalela ha condannato la dichiarazione di Nyusi, che vede come un'intimidazione alla libertà di comunicazione:
O Presidente Nyusi decidiu declarar guerra à imprensa. Daqui há bocado haverá milícias digitais em toda internet a policiar o que escrevemos. Os seus assessores fazem ele pensar que está no ano de 1980. Não vais vencer essa guerra. Não pode parar o vento com as mãos. Tenha foco.
— RAFAEL MACHALELA ?? (@rafaelmachalela) November 26, 2020
Il presidente Nyusi ha deciso di dichiarare guerra alla stampa. D'ora in poi ci saranno milizie digitali su tutta la rete che monitoreranno ciò che scriviamo. I suoi consiglieri gli fanno pensare che siamo nel 1980. Non vincerai questa guerra. Non puoi fermare il vento con le mani. Concentrati.
A sua volta, Zenaida Machado, ricercatrice di Human Rights Watch, afferma che sarebbe bello sentire il presidente condannare altri crimini commessi, non solo la disinformazione [en]:
I wish president Nyusi could use his time with soldiers to:
– Condemn rights abuses
– Re-educate them abt human rights
– Remind them of their duty to protect citizens
– Urge them to treat detainees with dignity
– Pledge to give better support/logistics https://t.co/sI8tfWDRyM— Zenaida Machado (@zenaidamz) November 26, 2020
Vorrei che il presidente Nyusi potesse usare il suo tempo con i soldati per:
- Condannare gli abusi dei diritti
- Rieducarli sui diritti umani
- Ricordargli il loro dovere di proteggere i cittadini
- Invitarli a trattare i detenuti con dignità
- Impegnarsi a fornire maggior supporto e logistica
I giornalisti che si occupano di Cabo Delgado riferiscono spesso di abusi [es] commessi dalle forze armate mozambicane.
Nel 2019, i giornalisti Amade Abubacar e Germano Adriano sono stati arrestati [es] mentre conducevano indagini nella provincia. Hanno trascorso rispettivamente 108 e 63 giorni in prigione. Entrambi hanno ricevuto accuse di crimini nei media informatici e di violazione dei segreti di stato e sono in libertà vigilata da aprile 2019.
Nell'aprile 2020, il giornalista radiofonico Ibrahimo Mbaruco è scomparso a Cabo Delgado. La società civile ha sollecitato il governo mozambicano a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per chiarire cosa è successo al giornalista.
A novembre, l'Ordine degli Avvocati ha inoltre ritenuto che la mancanza di informazione e trasparenza renda difficile il lavoro nel nord del Paese.