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La cancellazione della conferenza per il 50° anniversario della guerra di liberazione del Bangladesh accende critiche

Categorie: Asia meridionale, Bangladesh, Pakistan, Citizen Media, Governance, Guerra & conflitti, Libertà d'espressione, Protesta, Relazioni internazionali, Storia
Lahore University of Management Sciences (LUMS) students listening to some talk. Image from Flickr by Rehman Chughtai. CC BY-NC-SA 2.0. [1]

Gli studenti della Lahore University of Management Sciences (LUMS) ascoltano una conferenza. Immagine Flickr di Rehman Chughtai [1]. CC BY-NC-SA 2.0 [2].

La cancellazione della conferenza online di cinque giorni, organizzata da due istituzioni pakistane, che avrebbe commemorato il 50°anniversario della guerra di liberazione del Bangladesh,  ha sollevato molte critiche da parte dei professori e dei ricercatori.

La conferenza “War, Violence and Memory: Commemorating 50 Years of the 1971 War” organizzata dalla Lahore University of Management Sciences [3] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] (LUMS) School of Humanities and Social Sciences [4], e dal National Institute of Pakistan Studies [5] (NIPS) al Quaid-i-Azam University [6] di Islamabad. era programmata dal 23-27 marzo per segnare il 50°anniversario della creazione della nazione del Bangladesh [7] [it]. Nessuna motivazione è stata data per la cancellazione.

Il Professor Ali Usman Qasmi aveva annunciato i dettagli dell'evento su Twitter il 19 marzo:

La School of Humanities and Social Sciences, LUMS, in collaborazione con il National Institute of Pakistan Studies (NIPS), Quaid-i-Azam University, stanno organizzando una conferenza online per commemorare il cinquantesimo anniversario della guerra di liberazione del Bangladesh. Ecco la programmazione:

Secondo [10] il professore, l'obbiettivo della conferenza era:

“. . . to gather academics and non-academic voices on one platform to showcase emerging research and critical approaches that can enhance our understanding of the 1971 conflict. The conference will cover the political history of East Pakistan between 1947-71, the democratic struggle for rights, and the genocidal military operation [11] that resulted in mass displacement and massacres.”

“…Riunire voci dall'ambiente accademico e non, su un'unica piattaforma per mostrare le nuove ricerche e i nuovi approcci critici che possono migliorare la nostra comprensione del conflitto avvenuto nel 1971. La conferenza parlerà della storia politica del Pakistan dell'est tra il 1947-71, le battaglie democratiche per i diritti e le operazioni militari di genocidio che generarono l'evaquazione di massa e i massacri.”

Jibran Nasir, un avvocato e attivista, ha espresso su Twitter il suo gradimento per l'evento:

I migliori auguri per la conferenza. Non possiamo modellare una via per un futuro politico progressista e imparziale senza oggettivamente fare i conti con il nostro passato.

Il giornalista Ejaz Haider, comunque, ha accusato gli organizzatori di enfatizzare gli eventi storici piuttosto che dedicarsi ai problemi di oggi come gli abusi in Kashmir [15] da parte dell'India:

Proprio quando l'India sta uccidendo i musulmani e oprimendo il popolo del Kashmir, gli intelletuali in Pakistan si mettono a celebrare i 50 anni del Pakistan dell'est. Il Pakistan ha i peggiori intellettuali sulla terra.

L'opinone di Haider, comunque, era messa alla prova da altri che erano interessati all'evento. Così il 20 marzo, sono cominciati ad apparire i tweet a proposito della cancellazione, nonostante non ci fosse stato nessun annuncio su nessuna delle piattaforme della LUMS. L'hashtag #LUMS diventò virale e le persone cominciarono a far pesare le loro opinioni a proposito della cancellazione.

Il giornalista Raza Rumi era:

Sconvolto alla LUMS per la cancellazione di un'importante conferenza sul 1971 —  non c'e tregua alla cancellazione della memoria e della storia. Nessun paese può farcela senza un'introspezione, imparare dagli sbagli del passato e guarire. Sono anche preoccupato che se la LUMS non ha libertà intellettuale, allora dimentichiamoci pure degli altri.

Hassan Javid, professore di politica e sociologia alla LUMS, ha detto in un thread [26] su Twitter che naquero preoccupazioni sul programmare l'inizio della conferenza il 23 marzo, data in cui il Pakistan diventò una repubblica [27]:

5. Piuttosto che vedere il 23 marzo come un'altra opportunità per indulgere in uno sfrenato sciovinismo, avrebbe senso riflettere sul fatto che lo stato abbia imparato o no qualcosa dai fattori che condussero all'indipendenza del Bangladesh nel 1971.

Il giorno della repubblican— chiamato anche Pakistan Day — è celebrato ogni anno in Pakistan e commemora il passaggio alla Lahore Resolution [29] il 23 marzo 1940, e all'adozione della costituzione il 23 marzo 1956 che fece del Pakistan la prima repubblica islamica al mondo. Il 23 marzo era prevista l'usuale parata dei Joint Services (JS), che è stata posticipata [30] quest'anno al 25 marzo a causa di inclementi condizioni metereologiche.

Alcune persone hanno supposto che l'evento fosse stato cancellato perché lo stato e la classe dirigente erano spaventati dal guardare alla storia passata.

Anas Tipu, un promotore digitale, ha fatto una battuta:

Le persone in uniforme sono spaventate da una conferenza su zoom.

C'è un ostinato diniego ed è una storia di vecchia data in Pakistan la negazione [32] delle atrocità commesse dall'esercito durante la guerra di liberazione del Bangladesh [33] nel 1971. Il Pakistan deve ancora estendere al Bangladesh delle scuse officiali [34] per le atrocità, nonostante l'ex Presidente Generale Pervaiz Musharaf [35] del Pakistan espresse rammarico [36] per ciò che accadde durante la visita a Dhaka nel 2002

Spazi ristretti

Qesta non è la prima volta che un evento di tipo accademico viene cancellato, e alcuni pakistani credono che lo spazio per le dicussioni initelettuali sta diventando sempre più ristretto negli ultimi anni.

Nell'aprile 2015, la LUMS ha cancellato [37] un discorso di un'attivista del Beluci [38] [it], Mama Qadeer [39] intitolato “Un-silencing Balochistan,” palesemente su ordine del governo. Alcuni giorni dopo, l'attivista per i diritti umani Sabeen Mahmud [40] fu ucciso a Karachi [41] dopo un discorso intitolato “Unsilencing Balochistan Take 2: In Conversation with Mama Qadeer [39], Farzana Baloch and Mir Mohammad Ali Talpur [42]” che ebbe luogo al Mahmud's community space, The Second Floor [43].

L'ultima volta che la LUMS ha ceduto, qualcuno è stato ucciso.

Nel 2019, Il festival Saadat Hasaan Manto [46] tenuto a Lahore fu posticipato [47] dopo che gli estremisti religiosi affermarono che l'opera d'autore celebrata pruomoveva volgarità. Recentemente, un altro discorso sul Balochistan [48] fu cancellato al Sindh Literature Festival 2021 [49].

La guerra di liberazione del Bangladesh

Alla partizione del subcontinente nel 1947 [50], il Pakistan fu diviso in due ale, Pakistan dell'est e dell'ovest, con l'India nel mezzo. Nel dicembre 1970, l’Awami League [51] del Pakistan dell'est vinse con 160 seggi su 300 nell’elezione generale Pakistana [52], il suo leader, Sheikh Mujibur Rahman [53], padre fondatore del Bangladesh, divenne il primo ministro designato, che avrebbe dovuto condurre il Pakistan alla democrazia con il trasferimento del potere dall'allora Presidente  e amministratore capo della legge marziale, il General Yahya Khan [54]. Ma Khan ritardò la transizione, dal momento in cui il presidente del consiglio di amministrazione del Pakistan Peoples Party (PPP) Zulfikar Ali Bhutto [55] non voleva che un partito del Pakistan del'est fosse incluso nel governo federale. Questo portò ad agitazioni e disobbedienza civile nel Pakistan dell'est.

La guerra di liberazione del Bangladesh comincò la notte del 25 marzo, 1971, quando i militari pakistani lanciarono l’Operazione Searchlight [56] volta a placare il movimento nazionalista Bengalese. Il Pakistan dell'est dichiarò [57] la sua indipendenza come nazione del Bangladesh il 26 marzo, 1971, e a ciò seguì una guerra di liberazione che durò nove mesi, nella quale i civili e i Mukti Bahini [58] — l'armata di liberazione nazionale — fronteggiarono l'esercito del Pakistan. Furono assistiti dalla vicina India, la quale fu caricata dal peso di milioni di rifugiati [59] creati dalle atrocità e dal genocidio [60] commesso dell'esercito del Pakistan, che come il Bangladesh ha dichiarato portò alla morte di 3 milioni di persone [11].

L'India entrò in un conflitto diretto con il Pakistan [61] [it] nel dicembre 1971 al confine ovest per supportare Mukti Bahini del Pakistan dell'est, e il 16 dicembre, 1971, l'esercito Pakistano si arrese. Il 16 dicembre è conosciuto come il Victory Day [62] in Bangladesh e come la caduta di Dhaka [63] in Pakistan.