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Timeline del secondo mese del colpo di stato militare e di terrore in Myanmar

Categorie: Asia orientale, Myanmar (Burma), Citizen Media, Diritti umani, Governance, Guerra & conflitti, Politica, Protesta, Colpo di stato in Myanmar
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Il CRPH (Comitato che rappresenta il Pyidaungsu Hluttaw) è un organismo istituito dai membri estromessi del parlamento e da altri cittadini, preoccupati di come contrastare il consiglio di governo della giunta.

Questo articolo [1] [en] è apparso originariamente sul blog di un collaboratore di Global Voices che vuole rimanere anonimo.

Dopo la presa di potere del 1° febbraio, per il secondo mese consecutivo il regime militare di Myanmar, guidato dal generale Min Aung Hlaing, ha continuato [2] [en] a usare il suo pugno di ferro contro i manifestanti anti-golpe.

Al 17 marzo, 217 persone sono state uccise [3] [en] e 1872 arrestate dalle forze di sicurezza dell'autoproclamato “consiglio amministrativo statale [4]” [bur, come i link seguenti salvo diversa indicazione]. Le persone del Myanmar, inclusi i media locali, si riferiscono comunemente al “consiglio” come a un “regime militare terrorista [5]“[en].

Nelle prime due settimane di marzo, le azioni dei soldati del regime e della polizia sono state registrate dai civili e condivise sui social media dai giornalisti.

Per anni abbiamo documentato casi di facchinaggio forzato e atti di tortura disumanizzanti, cioè costringere le persone a strisciare come animali negli stati etnici. Qui sembra di vedere entrambi… in città.

Il 3 marzo, i militari hanno commesso ulteriori atrocità nella città centrale di Monywa dove sono state uccise [9] otto persone. I filmati di alcuni droni [Attenzione: immagini forti] mostrano [10] i soldati che portano via i corpi per strada.

Quella sera, i militari hanno aperto il fuoco a North Okkalapa, un distretto di Yangon. Viene raccontato [11] che, durante lo scontro, è stato fatto uso di mitragliatrici e che 20 persone sono morte. Un filmato [12] [Attenzione: immagini forti] mostra un uomo arrestato che viene colpito alle spalle e trascinato per strada. Un altro [13] [Attenzione: immagini forti] riprende soldati che colpiscono i medici volontari.

Il 3 marzo, un totale di 38 persone sono morte [14] in sei diverse città. Ci sono anche delle immagini che mostrano [15] soldati sparare contro le case. I video di Mandaly denunciano [16] la polizia che colpisce un manifestante detenuto. Nella notte, i militari hanno fatto irruzione [17] nella sede di un'impresa funeraria nota per i suoi servizi gratuiti.

Il 6 marzo, in un filmato [18] è stata ripresa la polizia antisommossa mentre attacca violentemente un negozio chiuso a Yangon e trascina fuori le persone.

Alcuni manifestanti feriti sono morti durante la reclusione [19]. Nella sera del 6 marzo, un membro musulmano dell'ex partito del governo National League for Democracy (NLD) è stato arrestato dai militari. È morto [20] la mattina seguente mentre era tenuto in ostaggio. Un altro video  [21][Attenzione, immagini forti] del 7 marzo ha ripreso un manifestante arrestato venire attaccato e strattonato dalla polizia antisommossa per le strade di Mandalay.

Dal 7 marzo, le forze militari hanno iniziato a occupare gli spazi civili come ospedali e università  [22]in diverse città, incluse Yangon, Loikaw, Mandalay [23], Pathein [24], Pyay [25], Lashio [26] e Muse [27]. I civili che hanno provato a opporsi all'occupazione sono stati attaccati [28].

I terroristi occupano gli ospedali. Lo vedete @WHO @WHOSEARO? La giunta terrorista sta facendo cose che non sono permesse nemmeno nelle zone di guerra.

Il 7 marzo, i militari hanno sparato e lanciato granate stordenti sulle strade di Yangon con il fine di incutere terrore. Ben lontani dall'avere paura, i residenti hanno risposto deridendo i militari: dopo ogni sparo o scoppio di una granata, alcuni gridavano “Buon anno” [33] [en] dalle loro case, mentre altri accendevano petardi  [34][en]. Tra gli altri video diffusi sui social media, quello di alcune persone che imprecano arrabbiate, sostenendo di essere famiglie di militari, in seguito all'attacco dei soldati che hanno accidentalmente lanciato [35] [en] gas lacrimogeni nella loro abitazione; un altro mostra la risposta [36] registrata da una donna dopo che la sua casa è stata colpita con una fionda dai militari mentre stava recitando alcune preghiere buddiste.

#FeliceAnnoNuovo I civili del Myanmar deridono gli spari nella notte gridando “Buon anno”. Secondo il calendario tradizionale, il nuovo anno del Myanmar sarà ad aprile.

8-14 marzo: allarmante aumento del numero di morti.

All'inizio della seconda settimana di marzo, il numero dei morti tra i manifestanti è salito a 58. L'8 marzo, molte città si sono unite [42] alle proteste dedicate alla Giornata Internazionale della Donna con le donne che sventolavano [43] i loro parei  [44][en] al posto delle bandiere.

Nella sera dell'8 marzo, molti manifestanti sono rimasti intrappolati in un quartiere di San Chaung [45] e si sono nascosti nelle case dei residenti locali dopo che alcuni soldati hanno circondato l'area. In risposta a ciò, persone provenienti da altri distretti [46] di Yangon sono uscite nella notte per protestare sfidando gli ordini di coprifuoco. Sono state arrestate [47] circa 30 persone.

In aggiunta, l'8 marzo, il regime militare ha modificato [48] le licenze di cinque agenzie media indipendenti che operano all'interno del Myanmar. Lo stesso giorno, i soldati hanno fatto irruzione [49] negli uffici abbandonati del Myanmar Now. Il giorno successivo, sono entrati negli uffici [50] di Mizzima e di Kamayut Media. Mentre lo staff di Mizzima era già nascosto, l’editore [51] e altri membri dello staff di Kamayut Media sono stati arrestati. Subito dopo, la pagina Facebook di Kamayut Media è scomparsa.

Ci sono stati anche casi in cui la polizia antisommossa ha attaccato alcuni religiosi locali. Ad esempio, l'8 marzo sono state lanciate granate di gas lacrimogeno all'interno di un monastero [52] di Yangon in cui si cercava di nascondere i manifestanti. Il giorno dopo, i filmati hanno mostrato i soldati che cercavano di fare irruzione in una moschea [53].

Il 9 marzo all'1 di notte, alcuni soldati hanno fatto irruzione alla Su [54], una scuola professionale comunitaria di Yangon, e hanno arrestato il dirigente, un membro della NLD, che è morto poco più tardi. Secondo la sua famiglia [55], sul suo corpo c'erano gravi segni di tortura. Lo stesso giorno, i manifestanti della città di Myeik, che erano stati arrestati la mattina, sono stati rilasciati dopo essere stati [Attenzione: immagini sensibili] torturati [56] durante la detenzione.

Il 10 marzo, le forze militari hanno occupato [57] i locali e gli alloggi del personale delle ferrovie di Yangon, sfrattando [58] con la forza circa 1000 dipendenti pubblici e le loro famiglie che stavano manifestando [59]. Nei giorni seguenti, sfratti simili sono avvenuti anche in altre città come Yay Nan Chaung [60], Hakha [61], Taunggyi [62], Thaton [63] e Naung Cho [64].

L'11 marzo, le forze militari hanno portato una sanguinosa repressione anche a Myaing, una piccola città centrale del Myanmar, uccidendo [65] 7 persone.

Il 12 marzo, la gente è stata chiamata a protestare di notte [66] per la cosiddetta protesta [67] dei 12321 giorni, in riferimento alla data 12/03/21. Molte città si sono unite [68] alle proteste notturne.

Un video [69] [Attenzione: immagini sensibili] mostra i soldati colpire tre uomini arrestati durante la repressione di mezzanotte nel quartiere Thaketa di Yangon. In risposta a questo arresto, altre persone sono uscite per circondare la stazione di polizia dove due persone [70] della folla sono state colpite a morte.

Il 13 marzo, quattro manifestanti sono morti [71] in una repressione a Mandalay. A Yangon, alcune riprese mostrano [72] i soldati che inseguono i manifestanti nel quartiere di Tamwe.

Le forze di sicurezza del #Myanmar picchiano alcuni minorenni a Mya Yee Nandar Housing 49th Street, Mandalay, stasera.

Tra l'11 e il 13 marzo, 30 persone in totale sono state uccise [83] in otto città diverse.

Il 14 marzo, le forze di sicurezza hanno attaccato un vasto corteo [84] di manifestanti nella borgata Hlaing Thar Yar di Yangon, in cui vivono molti operai, per lo più migranti locali.

Durante gli scontri sono state bruciate [85] anche due fabbriche di proprietà cinese.

Solo durante quel giorno, l'ospedale locale ha dichiarato [86] 34 cadaveri. Il bilancio delle vittime ha continuato a salire nei giorni a venire.

Le forze del regime hanno usato la violenza in tutti e 10 distretti [87] [en] di Yangon. Domenica 15 marzo, alla fine della seconda settimana, il bilancio delle vittime è salito [88] [en] a 74 segnando il giorno più sanguinoso dall'inizio del colpo di stato. Solo nella seconda settimana di marzo sono morte [89] [en] circa 120 persone.

La notte del 15 marzo, il regime ha proclamato [90] la legge marziale nei distretti di Hlaing Thar Yar e Shwe Pyi Thar.

Legge marziale e blackout informativo

Il 15 marzo, la legge marziale è stata estesa [91] ad altri quattro distretti di Yangon. Il consiglio militare ha ordinato il blocco [92] di internet mobile in tutto il paese. Non è stato tutt'ora ripristinato.

I soldati del regime hanno continuato [93] le loro operazioni nel distretto allora occupato di Hlaing Thar Yar, nel bel mezzo del blocco di internet e delle informazioni. Diversi lavoratori migranti sono fuggiti dal distretto e la maggior parte di loro sono tornati [94] nelle loro città d'origine.

Scene terribili ieri a Hlaing Thar Yar. Anche le persone che stavano prestando soccorso ai feriti sono state colpite dalle forze della giunta SAC. #CosaSuccedeInMyanmar

Il 15 marzo, altre venti persone, tra cui alcuni passanti estranei alla rivolta, sono state uccise in 8 città diverse.

Ecco alcune prove di come i gruppi terroristici di Min Aung Hlaing #MyanmarMilitary bruciano le proprietà della gente, le barriere e le strade. Negli ultimi anni hanno bruciato i villaggi nelle aree etniche. Ora stanno commettendo le stesse atrocità.

Il 17 marzo, la polizia e i soldati hanno tentato di rimuovere le barriere di protesta erette nelle strade di Yangon e hanno minacciato di sparare ai residenti se le barriere non fossero state rimosse.

Il movimento antisommossa non mostra segni di rallentamento

Nonostante l'uso letale della forza e il regime di terrore, nel mese di marzo le proteste nelle città non sono affatto rallentate. In aggiunta alle proteste [100] giornaliere, le persone hanno iniziato ad uscire di notte o la mattina presto  [101]e a organizzare incontri di preghiera [102] in tutte le città. Inoltre, centinaia di persone hanno  partecipato [103] ai funerali [104] [en] di coloro che sono stati uccisi dai militari.

Il 15 marzo 2021, la gente del distretto di Taze, nella regione di Sagaing, che non ha accettato la dittatura militare, ha continuato il suo sciopero collettivo nonostante i militari, solo ieri, abbiano brutalmente ucciso oltre 70 persone.

Il gruppo di ingegneri di Mandalay si è riunito e ha cantato per 30 minuti. In seguito, è rimasto in silenzio per 3 minuti per commemorare i manifestanti caduti e ha marciato con le moto. L'evento è stato concluso con successo.

Il 4 marzo, il Committee Representing Pyidaungsu Hluttaw (CRPH), istituito dai parlamentari estromessi, ha rinunciato [110] alle tasse dei cittadini per bloccare il flusso di entrate  ai militari. Il 18 marzo, il CRPH ha posticipato [111] i pagamenti delle bollette dell'elettricità e dell'acqua fino a nuovo ordine.

Un piccolo numero di poliziotti che hanno disertato per unirsi al Civil Disobedience Movement (CDM) ha guadagnato terreno dall'inizio di marzo. Entro la seconda settimana di marzo, 880 poliziotti hanno denunciato e disertato [112] il consiglio militare. A partire dal 12 marzo, più di 400 persone  [113][en], principalmente appartenenti a famiglie di poliziotti, sono fuggite [114] in India.

In tutte le città, sono state organizzate e diffuse delle campagne [115] per chiedere punizioni sociali nei confronti delle famiglie dei militari e dei sostenitori del regime. A sostegno di tali campagne, alcune imprese di pompe funebri hanno iniziato a negare [116] i servizi alle famiglie dei militari.

La speranza nell'unione federale

Mentre molti si aspettano [117] ancora che le Nazioni Unite invochino il Responsibility to Protect (R2P), principio che comporterebbe un loro intervento, in Myanmar ci sono alcune speranze di formare un esercito federale unito [118], composto dall'Ethnic Armed Organisations (EAO), con i militari come nemico comune.

Il Myanmar è un paese a maggioranza buddista Bamar con più di 135 identità etniche che convivono nel paese. Accanto ai Bamar, ci sono altri grandi gruppi etnici come Kachin, Kayah, Karen, Karenni, Chin, Mon, Rakhine e Shan, la maggior parte dei quali ha formato le proprie organizzazioni armate durante decenni di guerra civile, combattendo per l'autogoverno o il federalismo contro il governo militare Bamar-centrico.

Generazioni di leadership militare del Myanmar hanno portato oppressione [119] [en] e atrocità per le persone di etnia non-Bamar che vivono in Myanmar, compresa quella che potrebbe essere considerata un genocidio contro i Rohingya  [120][en].

La costituzione del 2008 redatta dai militari non concede lo status federale a nessuno stato etnico. Anche durante la breve transizione politica dell'ultimo decennio, il parlamento o Hluttaw è stato largamente dominato dai maggiori partiti guidati dai Bamar, come la NLD e l'Union Solidarity and Development Party (USDP), sostenuti dai militari.

Dall'inizio della violenta repressione iniziata a marzo, le EAO dello stato di Kayah hanno giurato [121] di proteggere i manifestanti nelle loro regioni dalle forze del regime.

Allo stesso modo, un'altra importante organizzazione armata, l'Unione Nazionale Karen (KNU), è intervenuta per proteggere [122], o addirittura sostenere [123], i manifestanti nei territori  [124]che controllano e in altre città.

Il 5 marzo, il CRPH ha annunciato [125] [en] che i suoi obiettivi sono allineati [126] con la visione del popolo etnico, cioè abolire la costituzione del 2008 e formare una democrazia federale.

Obiettivi politici del CRPH
1. Terminare la dittatura militare.
2. Rilasciare U Win Myint, Daw Aung San Suu Kyi e tutti i detenuti.
3. Instaurare la democrazia.
4. Abolire la costituzione del 2008 e redigerne una nuova basata sul Federalismo.

Lo stesso giorno, anche il KNU ha rilasciato una dichiarazione [131] in cui dichiara di sostenere il CDM e di condividere il suo stesso obiettivo, cioè opporsi alla dittatura militare.

Il 9 marzo, il CRPH ha nominato un vice presidente [132] temporaneo di etnia Karen.

Un'altra organizzazione armata, il KIA (Kachin Independence Army), ha avvertito [133] che non sarebbe rimasta a guardare se le atrocità fossero continuate e ha ripreso [134] i suoi impegni militari contro il Tatmadaw (forze armate di Myanmar) a marzo. Gli abitanti dei villaggi limitrofi alla zona sono fuggiti [135] [en] dalle loro case per scappare dai combattimenti.

Il 17 marzo, il CRPH ha dichiarato che avrebbe annullato [136] la decisione dei governi precedenti di designare tutte le EAO come terroristi o organizzazioni illegali.

A partire dal 19 marzo, circa 1000 persone si sono rifugiate  [137]nelle aree controllate dal KNU, tra cui leader della protesta, medici, funzionari del CDM e soldati e poliziotti che hanno rassegnato le loro dimissioni.