La Turchia si ritira dalla Convenzione di Istanbul

Foto del parlamento europeo, CC BY-NC-ND 2.0

La Convenzione di Istanbul [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] è un trattato giuridicamente vincolante sui diritti umani del Consiglio d'Europa che si impegna a prevenire, perseguire ed eliminare la violenza domestica e promuovere la parità di genere. È stata aperta alla firma nel 2011 ed è stata firmata da 45 stati.

Erdogan aveva inizialmente espresso interesse a lasciare la convenzione nel 2020. La decisione finale è arrivata dopo che il presidente ha svelato un piano per i diritti umani che secondo lui “migliorerà i diritti e le libertà in Turchia e aiuterà il paese a soddisfare gli standard dell'UE”.

In una dichiarazione Ankara ha detto:

The Istanbul Convention, originally intended to promote women’s rights, was hijacked by a group of people attempting to normalize homosexuality – which is incompatible with Türkiye’s social and family values. Hence the decision to withdraw.

La Convenzione di Istanbul, originariamente destinata a promuovere i diritti delle donne, è stata dirottata da un gruppo di persone che tentano di normalizzare l'omosessualità – che è incompatibile con i valori sociali e familiari della Türkiye. Da qui la decisione di ritirarsi.

E aggiunto:

The decision to withdraw from the Istanbul Convention by no means denotes that Turkey “compromises the protection of women.” The Turkish State has continuously stressed that the country will not give up on its fight against domestic violence by quitting the Convention.

La decisione di ritirarsi dalla Convenzione di Istanbul non denota assolutamente che la Turchia “compromette la protezione delle donne”. Lo Stato turco ha continuamente sottolineato che il paese non rinuncerà alla sua lotta contro la violenza domestica abbandonando la Convenzione.

In una dichiarazione separata, il capo della comunicazione della presidenza Fahrettin Altun ha sottolineato che la legislazione esistente in Turchia è sufficiente per prevenire la violenza contro le donne.

With these regulations that we made in our domestic law, we strengthened our legal infrastructure in terms of ‘combating violence against women’. From now on, we will implement new regulations to consolidate further the rights that our women have gained with a much more dynamic perspective. Our government will work with all its strength to end violence against women and to further empower women's place in social life.

Con questi regolamenti che abbiamo fatto nel nostro diritto interno, abbiamo rafforzato la nostra infrastruttura legale in termini di ‘lotta alla violenza contro le donne’. D'ora in poi, implementeremo nuovi regolamenti per consolidare ulteriormente i diritti che le nostre donne hanno ottenuto con una prospettiva molto più dinamica. Il nostro governo lavorerà con tutte le sue forze per porre fine alla violenza contro le donne e per rafforzare ulteriormente il posto delle donne nella vita sociale.

Ma è davvero sufficiente?

Solo l'anno scorso sono stati denunciati circa 300 femminicidi in Turchia. Considerando che la violenza domestica spesso non viene denunciata, i numeri sono probabilmente più alti.

Secondo il gruppo di campagna locale We Will Stop Femicide, almeno 28 donne sono state uccise in Turchia nel febbraio 2021.

Il giorno in cui la Turchia si è ritirata dalla convenzione, sei donne sono state uccise nel giro di sole 12 ore, secondo un collettivo Social Gender Equality.

Nel luglio 2020, le proteste hanno travolto diverse città turche dopo l’omicidio di Pınar Gültekin da parte del suo compagno Cemal Metin Avci.

La Convenzione di Istanbul vincola gli stati membri a garantire che le vittime di violenza abbiano accesso a rifugi, linee di assistenza 24/7 e altri servizi di supporto. Attualmente, la Turchia ha solo una linea telefonica di assistenza (Alo 183) per le donne vittime di violenza. Nel 2020, c'erano solo 145 rifugi per le donne vittime di violenza in tutto il paese, con una capacità di ospitare 3482 donne.

Reazioni

Il 20 marzo, le donne di tutta la Turchia sono scese in piazza per protestare contro il ritiro:

La convenzione di Istanbul protegge le donne, i bambini e le minoranze dalla violenza. I un paese dove ogni giorno vengono uccise 3 donne, era la nostra unica speranza. Ritirandosi ora, il governo turco sfida lo stato di diritto, i diritti umani, l'uguaglianza di genere e fa la guerra alle donne

Il giorno dopo, la gente è stata invitata a battere pentole e padelle alle 21 ora di Istanbul.

La protesta virtuale più completa di sempre per i diritti delle donne in Turchia il 21 marzo Migliaia di persone si uniranno a questa protesta unica. Unisciti a noi.

Aspettatevi colpi su pentole e padelle stasera alle 21 mentre i gruppi di donne invitano a continuare l'azione dai balconi e dalle finestre per protestare contro il ritiro della Turchia dall'accordo internazionale per prevenire la violenza contro le donne.

La decisione della Turchia ha anche attirato le critiche dei leader e delle istituzioni internazionali:

La #Convenzione di Istanbul mira a garantire una protezione legale essenziale a donne e ragazze in tutto il mondo.
Non possiamo che rammaricarci profondamente ed esprimere incomprensione per la decisione del governo turco di ritirarsi da questa convenzione. Esortiamo la Turchia ad annullare la sua decisione.

Sorpreso che la Turchia si sia ritirata da #IstanbulConvention sulla lotta alla violenza contro le donne. Non dobbiamo indebolire gli sforzi per proteggere la sicurezza di donne e ragazze in Turchia. Mi aspetto che il nostro governo solleciti la Turchia a ripensarci.

La decisione della Turchia di ritirarsi dalla convenzione di Istanbul è allarmante e profondamente deplorevole. Ancora un altro esempio di arretramento dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Turchia, questa volta per le donne e le ragazze.

I leader del Consiglio d'Europa reagiscono al ritiro annunciato della Turchia dalla Convenzione di Istanbul – La Germania presiede il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa fino al 21 maggio 2021

“Chiediamo alle #autorità turche di non indebolire il sistema internazionale di protezione delle donne contro la violenza messo in atto dalla coe”

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