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Nella giornata internazionale della donna, i cittadini di Trinidad e Tobago #ScelgonoDiSfidare la violenza di genere

Categorie: Caraibi, Trinidad & Tobago, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Legge, Politica, Protesta

Donne in una protesta a Woodford Square a Port of Spain, Trinidad, nel 2016. La protesta è avvenuta dopo che l'allora sindaco della città, Raymond Tim Kee, ha accusato la giocatrice giapponese Asami Nagakiya, trovata uccisa il 10 febbraio 2016. Foto di Janine Mendes-Franco, usata con permesso.

Nella Giornata Internazionale della Donna [1] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], mentre le persone in tutto il mondo si concentrano sulla lotta per l'uguaglianza celebrando le conquiste delle donne e chiamando fuori i pregiudizi di genere, Trinidad e Tobago si concentra sulla sicurezza delle donne sulla scia dei preoccupanti tassi di violenza di genere [2] nel paese.

Ben 15 gruppi della società civile locale, tra cui organizzazioni femministe, per i diritti umani, LGBTQ+ e per la giustizia sociale, hanno organizzato [3] un “Walk-Out per le donne” l'8 marzo.

Un editoriale nel Trinidad e Tobago Guardian ha scritto [4]:

This country has seen women soar in all spheres of life, from media, politics, law enforcement and business, all the way to the Presidency. […]

But many women in this country have also been suffering in silence […] many have endured and still endure violence.

Questo paese ha visto le donne imporsi in tutte le sfere della vita, dai media, alla politica, alle forze dell'ordine e agli affari, fino alla presidenza. […]

Ma molte donne in questo paese hanno anche sofferto in silenzio […] molte hanno subito e subiscono ancora violenza.

I due più recenti femminicidi di alto profilo accaduti nel paese, quelli di Ashanti Riley [5], che è stata rapita dall'autista di un’auto a noleggio privato (PH) [6] e Andrea Bharatt [2], che è stata vista viva l'ultima volta mentre lei e un'amica salivano su un veicolo con false targhe di taxi, hanno reso [7] la gente molto più consapevole [8] [it] dell'urgenza del problema.

Sulla scia di questi due omicidi, gli abitanti di Trinidad e Tobago hanno chiesto [2] che vengano prese misure concrete per proteggere le donne. Finora, il parlamento ha approvato [9] l’Evidence Bill [10], che introduce meccanismi più moderni per la raccolta delle prove nei processi penali, e ha approvato [11] lo spray al peperoncino come strumento di autodifesa, lasciando molti a chiedersi se la morte di queste due giovani donne abbia finalmente segnato un punto di svolta in ciò che i cittadini sono disposti a prendere.

La pressione dei cittadini e dei gruppi della società civile – compresa la marcia dell'8 marzo per le donne [12] – è rimasta costante [13]. La marcia [14], uno sforzo di collaborazione tra vari gruppi della società civile, tra cui Womantra [15], CAISO [16], Conflict Women [17], Act for Change TT, e la Rete di ONG di TT per l'avanzamento delle donne, si è riunita al principale snodo dei trasporti di Port of Spain e si è conclusa davanti alla Casa Rossa, la sede del parlamento di Trinidad e Tobago, dove i partecipanti hanno chiesto ai membri del governo e dell'opposizione di “intraprendere azioni immediate contro la violenza di genere”.

Molti netizen — uomini inclusi [18]hanno postato video [19] spiegando [20] perché marceranno.

Una donna durante una protesta a Woodford Square a Port of Spain il 12 febbraio 2016, dopo che la giocatrice giapponese di steel pan Asami Nagakiya è stata trovata uccisa. Il suo cartello, “Insegniamo ai nostri figli a non abusare delle donne”, parla al cuore della questione della violenza di genere a Trinidad e Tobago. Foto di Janine Mendes-Franco, usata con permesso.

Nello spirito del tema #ChooseToChallenge (#ScegliereDiSfidare) di quest'anno per la Giornata Internazionale della Donna, molte donne di Trinidad e Tobago hanno parlato, compresa la presidente Paula-Mae Weekes [21] [it], il cui silenzio pubblico al momento della morte delle giovani donne ha attirato molte critiche [22] sui social media. Mentre lei sentiva che questo era “giusto e perfettamente comprensibile in una società che si è abituata alla reazione istantanea e ai social media”, la presidente ha fatto notare [23] che la società deve assumersi parte della responsabilità per produrre il tipo di uomini che commettono tali crimini indicibili.

Nei tre anni in cui ha ricoperto la carica di presidente, ben 155 donne hanno perso la vita [23] a causa della violenza di genere; il continuo sostegno da parte di un elettorato vibrante, ha detto, aiuterebbe a creare un clima che renderebbe il cambiamento trasformativo quando si tratta di sicurezza e benessere delle donne nel paese.

la comica Simmy the Trini è stata d'accordo, postando [24] su Facebook:

Comedian Simmy the Trini agreed, posting [24] on Facebook:

If we want to see change, we need to continue challenging the systems that impact us negatively. We need to continue pressing for legislation that takes into consideration our various issues and challenges.

I am grateful to be alive at a time when women are collectively speaking up and out against the atrocities we face. No longer willing to suffer in silence. No longer ashamed or afraid to demand the right to live lives free of violence with access to education, healthcare and opportunities for empowerment.

Se vogliamo vedere un cambiamento, dobbiamo continuare a sfidare i sistemi che ci influenzano negativamente. Dobbiamo continuare a insistere per una legislazione che prenda in considerazione i nostri vari problemi e le nostre sfide.

Sono grata di essere viva in un momento in cui le donne stanno parlando collettivamente e si esprimono contro le atrocità che affrontiamo. Non sono più disposte a soffrire in silenzio. Non si vergognano più o hanno paura di chiedere il diritto di vivere una vita libera dalla violenza con accesso all'istruzione, all'assistenza sanitaria e alle opportunità di emancipazione.

Come dice [4] l'editoriale del Guardian:

Gender-based violence and domestic violence are no longer ‘not my business’ in Trinidad and Tobago; now they are everybody’s business. They are being seen for what they are—crimes against women. Crimes that are no longer culturally accepted. Crimes that can no longer be buffered with an apology or easily dismissed.

These crimes have been hurting this country’s women and doing unspeakable damage to the heart of this nation—which women undoubtedly are.

La violenza di genere e la violenza domestica non sono più “non sono affari miei” a Trinidad e Tobago; ora sono affari di tutti. Vengono visti per quello che sono: crimini contro le donne. Crimini che non sono più culturalmente accettati. Crimini che non possono più essere tamponati con delle scuse o facilmente liquidati.

Questi crimini hanno ferito le donne di questo paese e hanno fatto danni indicibili al cuore di questa nazione, cosa che le donne rappresentano indubbiamente.