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A Hong Kong il partito pro Pechino vuole “sbarazzarsi” del giornale democratico Apple Daily

Categorie: Asia orientale, Cina, Hong Kong (Cina), Censorship, Citizen Media, Diritti umani, Legge, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi
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L'articolo di una pagina di Wen Wei Po del partito Pro-Beijing, in cui chiede un'indagine sugli organi di stampa prodemocratici per “diffusione di fake news”. Screenshot dell'utente Twitter Galileo Cheng.

I media indipendenti di Hong Kong anticipano una pulizia a tappeto della stampa critica nelle prossime settimane, nel caso in cui si rivelino fondate le affermazioni, fortemente sostenute dai giornali pro Pechino, da parte del capo della polizia Chris Tan.

In un discorso pubblico in occasione della “giornata di educazione sulla sicurezza nazionale”, lo scorso 15 aprile, Tang ha accusato alcuni organi di stampa di aver “diffuso fake news” che “fanno l'interesse di potenze straniere”.

Da allora l'opinione di Tang ha trovato diffusione negli editoriali Pechino, che hanno colto l'occasione per domandare esplicitamente alle autorità di “sbarazzarsi” del giornale pro democratico Apple Daily.

Questo è accaduto proprio mentre Jimmy Lai, fondatore di Next Digital, casa madre di Apple Daily, è stato condannato a un anno e due mesi di prigione [2] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] il 16 aprile, colpevole di aver “organizzato” e di aver “partecipato a” due proteste non autorizzate, rispettivamente il 18 e 31 agosto 2019.

Il magnate dei media 73enne sta affrontando anche altre cinque accuse [3], compresa quella di “collusione con potenze straniere”, ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino. La pena massima per quest'accusa è l'ergastolo.

Se da una parte non è un segreto che Pechino abbia inscenato un'azione repressiva [4] sulla stampa di Hong Kong, iniziata con l'arresto di Lai nell'agosto del 2020, dall'altra è oltremodo agghiacciante l'allusione al fatto che gli articoli della stampa critica potrebbero essere considerati una minaccia alla sicurezza nazionale.

Nel suo discorso [5], Tang ha affermato categoricamente che le potenze straniere hanno usato i media di Hong Kong per seminare disinformazione e incitare alla violenza:

Agents of foreign forces disseminate fake news and disinformation to drive a wedge in the community, cause division in society and to incite violence[…] I am not making allegations. I am talking about facts. The United States is one of the countries that tries to cause security threats in Hong Kong and China. […] This is not something really secret.

These foreign forces will identify some sectors or media in Hong Kong that would serve their political objectives, with a goal to influence and plant in Hongkongers thoughts that may endanger China […]

I rappresentanti di potenze straniere seminano fake news e disinformazione per creare tensioni nella comunità, dividere la società e incitare alla violenza[…] Non sto accusando nessuno. Sto parlando di fatti. Gli Stati Uniti sono uno dei paesi che provano a minacciare la sicurezza nazionale a Hong Kong e in Cina. […] Non è un segreto.

Queste potenze straniere individuano dei settori o dei media a Hong Kong che sono al servizio dei loro obiettivi politici, con lo scopo di influenzare e diffondere negli abitanti di Hong Kong idee che possano mettere in pericolo la Cina […]

Il 16 aprile scorso Tang ha chiarito ulteriormente il suo punto di vista durante una riunione al Consiglio Legislativo, condannando “un giornale” per aver pubblicato fotografie in cui si paragonava un bambino in un edificio della polizia con una pistola giocattolo durante la giornata di educazione sulla sicurezza nazionale con un'immagine virale della polizia antisommossa che spara spray al peperoncino contro i manifestanti.

Tang si riferiva alla prima pagina di Apple Daily del 16 aprile (vedi l'immagine all'inzio di questo articolo). Ha affermato:

What I said yesterday has come true, if you look at the newspapers today (…) I think this is very unethical and is hurtful to children, and shows that some people want to use threatening ways to smear whoever wants to be close to the police. Citizens need to see this clearly or a danger against Hong Kong and the nation’s security will always be present.

Quello che ho detto ieri è diventato realtà, se guardate i giornali oggi (…) Penso che non sia etico ma sia anzi nocivo per i bambini e che dimostri come alcuni vogliano usare modi minacciosi per screditare chi è vicino alla polizia. I cittadini hanno bisogno di vederci chiaro, altrimenti Hong Kong e la sicurezza nazionale saranno sempre in pericolo.

Ha poi aggiunto:

For those endangering Hong Kong’s security using fake news, we will launch an investigation right away, and when there is evidence, we will pursue a prosecution.

Per quelli che minacciano la sicurezza di Hong Kong usando fake news, investigheremo subito e, se ci sono prove, intraprenderemo un'azione penale.

Il giorno stesso dei giornali pro Pechino hanno inziato a pubblicare colonne di opinioni sulla necessità di prendere dei provvedimenti sui media e di chiudere l'Apple Daily.

Il 16 aprile Ta Kung Pao ha pubblicato un editoriale  [6](zh) in cui si sostiene che alcuni organi di stampa “anti Cina”, compreso l'Apple Daily, avessero sfruttato lacune nella sicurezza nazionale andando a favore dell'indipendenza di Hong Kong e nascondendosi dietro articoli giornalistici.

Ha evidenziato una storia di cronaca [7] pubblicata sull'Apple Daily il 15 aprile su una campagna pubblicitaria organizzata dal gruppo attivista sull'altra parte della costa “Stand with Hong Kong”, etichettando l'articolo come propaganda di fatto a favore dell'indipendenza di Hong Kong.

Ha poi chiesto una “rivalsa” nei confronti degli organi di stampa di Hong Kong, in particolare l'Apple Daily [zh]:

《蘋果》已經成為香港國安的一大漏洞,《蘋果》不除,香港國安仍然存在漏洞,依法取締《蘋果》等「煽暴煽獨」、挑戰國安法的媒體,已是刻不容緩。

L'Apple Daily è diventato una scappatoia alla sicurezza nazionale di Hong Kong, che continuerà ad esistere se [le autorità] non se ne sbarazzeranno. [Hong Kong] dovrebbe agire e bandire l'Apple Daily, tra gli altri organi di stampa che incitano alla violenza e all'indipendenza, e che sfidano la legge sulla sicurezza nazionale.

Il 7 aprile Wen Wei Po ha pubblicato un articolo di una pagina [8] che critica l'Associazione dei Giornalisti di Hong Kong per aver “difeso la diffusione di fake news” e condannando anche gli organi di stampa prodemocrazia per aver fatto un “lavaggio del cervello” ai giovani per farli protestare. Successivamente ha chiesto una “investigazione capillare della diffusione di fake news” da parte degli organi di stampa prodemocratici.

Oltre all'Apple Daily, l'articolo pro Beijing ha anche fatto il nome di The Stand News per “aver incitato all'odio contro la polizia”.

Il settore prodemocratico aveva già anticipato che il governo di Hong Kong avrebbe emanato delle leggi per “controbattere alle fake news” in modo da sopprimere la libertà di stampa. I politici di Hong Kong a favore di Beijing hanno sostenuto queste leggi per mesi e di recente il Capo Esecutivo della città ha detto [9] che il governo di Hong Kong è stato “la vittima maggiore delle fake news”.

Comunque, questi ultimi dibattiti sulla collusione dei media con le potenze straniere per diffondere disinformazione lasciano intendere che la polizia potrebbe invece usare la legge sulla sicurezza nazionale per perseguire i media.