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La Comunità caraibica dalla parte della Guyana per la disputa di confine col Venezuela

Categorie: Caraibi, Guyana, Venezuela, Citizen Media, Legge, Politica, Relazioni internazionali, Storia
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“Riunione virtuale di CARICOM Caucus”, 17 dicembre 2020. Credito fotografico: Dean Calma/IAEA tramite la pagina Flickr della banca immagini dell'AIEA, CC BY 2.0.

La Comunità Caraibica (CARICOM [2]) [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] si è schierata saldamente dalla parte della Guyana quando si tratta della disputa territoriale [3] del Venezuela con la più piccola nazione sudamericana.

In una riunione virtuale [4] del 12 gennaio, tenuta da Keith Rowley, il primo ministro di Trinidad e Tobago e attuale presidente del CARICOM, i leader caraibici hanno dato il loro sostegno alla Guyana, lo stato membro del CARICOM [5] in cui la società energetica ExxonMobil ha iniziato l'esplorazione petrolifera nel 2008.

Nonostante la sentenza del 18 dicembre 2020 della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) che ha giurisdizione [6] nella secolare [7] [it] controversia sui confini, il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha dichiarato [3] che “riconquisterà” la provincia di Essequibo, che ritiene [8] appartenere di diritto al suo Paese.

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Mappa che mostra le località della Guyana e del Venezuela. Verde chiaro è la controversa Guayana Esequiba; il Venezuela è mostrato in arancione. Immagine di Aquintero82 CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons.

Tuttavia, l'Accordo di Ginevra del 1966 [10], firmato da entrambi i paesi, fu un solido tentativo di concordare di risolvere pacificamente l'impasse, che derivava dalla pretesa del Venezuela che il lodo arbitrale del 1899 fosse stato ingiustamente redatto a favore della Guyana (essendo all'epoca una colonia britannica [6]), rendendolo nullo.

Già negli anni '80 il Venezuela ha cercato di negoziare direttamente con la Guyana che, dal canto suo, ha preferito passare attraverso un arbitro internazionale.

Nel 2013, sembra esserci una certa misura di progresso, in quanto entrambi i paesi hanno concordato [11] che l'accademico giamaicano, il professor Norman Girvan [12], dovrebbe agire come il buon ufficiale delle Nazioni Unite (ONU) in questo campo. L'ONU utilizza questo approccio di mediazione come metodo diplomatico di risoluzione delle controversie. Il professor Girvan è deceduto nel 2014.

Più recentemente, il Venezuela ha rifiutato il coinvolgimento della Corte Internazionale di Giustizia (CIG) nella questione e il presidente Maduro sembra utilizzare la questione [8] come mezzo per raccogliere il sostegno pubblico per la sua amministrazione di fronte alla sempre peggiore crisi socioeconomica del Paese.

Resta da vedere se la presenza di CARICOM nella Guyana cambierà in qualche modo l'approccio di Maduro. Tra l'altro, la Comunità caraibica si è detta preoccupata [13] per “il decreto e le successive dichiarazioni del Venezuela in merito alla controversia di confine di quel Paese con la Guyana”, e ha dichiarato di essere a sostegno del processo giudiziario della Corte Internazionale di Giustizia:

CARICOM reiterates in the strongest possible terms its firm and unswerving support for the maintenance and preservation of the sovereignty and territorial integrity of Guyana. CARICOM firmly repudiates any acts of aggression by Venezuela against Guyana.

CARICOM ribadisce nel modo più assoluto il suo sostegno al mantenimento e alla conservazione della sovranità e dell'integrità territoriale della Guyana. CARICOM ripudia fermamente qualsiasi atto di aggressione da parte del Venezuela contro la Guyana.

Nel frattempo, Irfaan Ali, presidente della Guyana, che ha definito [14] i commenti di Maduro “profondamente inquietanti”, ha chiarito [14] che qualsiasi tentativo del Venezuela di ripristinare “unilateralmente” i confini non passerebbe – né legalmente né agli occhi della comunità internazionale:

I remind that sovereignty over this coast, and the land territory to which it is attached, were awarded to Guyana (then British Guiana) in the 1899 Arbitral Award, whose validity and legally binding character Guyana is confident the International Court of Justice (ICJ) will uphold unequivocally.

Regrettably, by decreeing that the seas adjacent to this territory belong to Venezuela, at least two fundamental principles of international law have been violated.

The first violation is that no State can unilaterally determine its international boundaries […]

The second violation […] is based on the fact that, under well-established rules of international law, there is a fundamental principle that “the land dominates the sea”. […]

Since Guyana is sovereign over the coast west of the Essequibo River, as far as Punta Playa, it follows, consequently, that only Guyana can enjoy sovereignty and exclusive sovereign rights over the adjacent sea and seabed.

Ricordo che la sovranità su questa costa, e sul territorio terrestre a cui è annessa, è stata assegnata alla Guyana (l'allora Guyana britannica) nel lodo arbitrale del 1899, della cui validità e carattere giuridicamente vincolante la Guyana è certa che la Corte internazionale di giustizia (CIG) sosterrà in modo inequivocabile.

Purtroppo, decretando che i mari adiacenti a questo territorio appartengono al Venezuela, sono stati violati almeno due principi fondamentali del diritto internazionale.

La prima violazione è che nessuno Stato può determinare unilateralmente i propri confini internazionali […].

La seconda violazione […] si basa sul fatto che, in base a regole consolidate del diritto internazionale, esiste un principio fondamentale che “la terra domina il mare”. […]

Poiché la Guyana è sovrana sulla costa ad ovest del fiume Essequibo, fino a Punta Playa, ne consegue che solo la Guyana può godere della sovranità e dei diritti esclusivi sovrani sul mare e sui fondali marini adiacenti.

Quel fondale marino è la sede del vasto giacimento petrolifero di Liza [15] della ExxonMobil, che ha il potenziale di produrre circa 120.000 barili di petrolio al giorno e, con esso, trasformare completamente le prospettive economiche di qualsiasi paese ne abbia diritto.

La questione della sovranità è il nocciolo della questione che è all'esame della Corte Internazionale di Giustizia, e la Guyana è fiduciosa [14] che la Corte si pronuncerà in suo favore. La questione rimane: Il Venezuela accetterà la sua decisione?