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Le Isole Canarie divise nell'accoglienza di migliaia di immigrati

Categorie: Spagna, Citizen Media, Interventi umanitari, Migrazioni, Protesta

Foto di JonRo/Flickr [1] (CC BY-NC 2.0 [2])

Mentre ricorre il decimo anniversario dello scoppio della guerra in Siria, si registra un convulso esodo di milioni di persone in tutto il mondo. Nemmeno la pandemia della COVID–19 ha fermato l'aumento dell'afflusso [3] [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] di migranti in Europa.

Uno degli epicentri di questi movimenti migratori è l'arcipelago spagnolo delle Isole Canarie. Nell'ultimo anno, 23.000 migranti [4] sono approdati sulle coste delle Canarie, una comunità autonoma formata da otto isole, situata a 95 km circa dal continente europeo e composta da una popolazione di due milioni di abitanti. I migranti giungono non solo via mare dall'Africa, anzi, la maggior parte, circa il 90% del totale, sono migranti latinoamericani che sbarcano in aereo sulle isole. Ciò nonostante, l'attenzione dei media è rivolta principalmente ai migranti provenienti dal continente africano.

I migranti devono far fronte a diversi ostacoli nel corso del loro viaggio e all'arrivo alle Isole Canarie, una situazione che ha dato vita a diverse controversie che hanno coinvolto le Organizzazioni Non Governative (ONG) che lavorano con gli immigrati e gli ufficiali del governo spagnolo.

Si verificano situazioni di grande difficoltà, come il tentativo di salvataggio di una bambina di 2 anni, Nabody, [5] giunta nel mese di marzo assieme alla madre e alla sorella, provenienti da Mali, nel porto di Arguineguín dell'isola Gran Canaria.  Dopo un primo intervento di rianimazione da parte degli infermieri, la bambina è stata trasportata in ospedale dove è morta [6] nella domenica del 21 marzo.

Questo evento ha generato un grande turbamento. Ne hanno parlato sia il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez [7] che il leader dell'opposizione Pablo Casado [8] . La popolazione, invece, ha dimostrato attraverso i social network [9] [es] il proprio sconcerto riguardo la scomparsa della bambina.

Un altro tra gli sfortunati eventi che hanno colpito il territorio canario, connesso al fenomeno migratorio, è stato il ribaltamento di un cayuco [10] lo scorso 26 marzo, durante un'operazione di salvataggio in cui sono morte [11] tre persone.  

Sulle Isole, violando il coprifuoco stabilito dalle autorità, sono stati organizzati anche diversi raduni di manifestanti contro l'immigrazione, che hanno alimentato azioni xenofobe [12]

La Croce Rossa sotto i riflettori

Alla fine del mese di febbraio sono stati espulsi da un accampamento nelle Canarie 64 migranti. Questi sono letteralmente finiti a dormire per strada [13] facendo crescere il numero di coloro che già da tempo vivono in questa situazione precaria. L'incidente sarebbe avvenuto a causa del rifiuto da parte del gruppo espulso di condividere una tenda con un gruppo di nuovi arrivati, in cui era impossibile mantenere le misure minime  di sicurezza richieste dalla pandemia.

Di fronte a queste accuse di espulsione, la Croce Rossa ha affermato che i migranti avevano reagito in maniera violenta e che alcuni non desideravano continuare il loro percorso migratorio, rifiutando l'aiuto offerto dalla Croce Rossa stessa. Questa argomentazione è stata però smentita dagli espulsi.

Di fronte all'espulsione nell'Accampamento 50 nelle Canarie, alcuni movimenti solidali come la Piattaforma solidale di persone in movimento, siamo una rete, [14] composta da singoli cittadini, gruppi e associazioni, ha denunciato la situazione dei migranti e la gestione della Croce Rossa.

I residenti che vivono vicini agli accampamenti non comprendono la mancanza di attenzione ai migranti e delle risorse da parte delle istituzioni, ed hanno dimostrato la loro solidarietà fornendo alimenti [15] e coperte per ripararsi durante le notti. La piattaforma Siamo una Rete ha tenuto diverse riunioni con le istituzioni pubbliche, come il Cabildo di Gran Canaria e il  Consiglio Comunale, sottolineando l'inefficacia della strategia attuata nelle isole ed esigendo un'immediata azione da parte sia del Governo spagnolo che dell'Unione Europea.

Intanto, il Principato delle Asturie [16], una comunità autonoma nel nord della Spagna, si è offerto all'inizio del mese di marzo di accogliere i minori non accompagnati che si trovano nelle Canarie. Assieme alle Asturie, altre otto Comunità Autonome accoglieranno circa 200 minori. Attualmente il governo della comunità autonoma delle Isole Canarie si è fatto carico di circa 2500 minori.

Non è la prima volta che la Croce Rossa si trova sotto i riflettori — anche in altri casi è stata criticata dalla popolazione. Alla fine dello scorso anno, è stato divulgato un video [17] nel quale compaiono dei volontari della Croce Rossa e un gruppo di migranti che ballano insieme senza rispettare le misure di distanziamento sociale. Questo fatto ha provocato, in contrapposizione all'atteggiamento di aiuto portato dai canari, una serie di proteste [18] da parte della cittadinanza contro i migranti e l'organizzazione. Dal canto suo, la Croce Rossa si è scusata pubblicamente per il comportamento dei suoi volontari, essendo questo fatto nocivo per la sua immagine pubblica.

Migranti senza asilo

Per alcuni, la regolamentazione della situazione legale degli immigrati risulta alquanto problematica, generando diverse difficoltà nelle isole. Il totale delle richieste di protezione internazionale ammonta a soli 3.984 [4] nelle Isole Canarie rispetto ai 23.000 arrivi registrati nell’ arcipelago.

Un altro fattore che contribuisce a questa situazione è la mancanza di informazione  [4], infatti gran parte dei migranti non sono consapevoli di possedere il diritto di richiesta di asilo o protezione internazionale [19] . Inoltre, le isole non dispongono di risorse sufficienti per l'accesso alle domande di asilo, essendo necessari un numero maggiore di difensori pubblici [20]  che possano assistere adeguatamente i migranti, così come un maggior numero di interpreti che facilitino il lavoro legislativo. 

Da un punto di vista quantitativo, nel corso dell'anno 2020 sono state concesse a 5.700 persone la protezione internazionale, equivalente al 5% delle richieste presentate [21]. Secondo la relazione presentata dalla Commissione Spagnola per l'Aiuto ai Rifugiati (CEAR), La Spagna si trova dietro alla Francia e alla Germania in termini di riconoscimento di asilo politico ai rifugiati, essendo il paese con il maggior numero di richieste ricevute.

La ministra degli Affari Esteri, Arancha González Laya, ha affermato [22] che attualmente è in corso un dibattito a livello Europeo per la regolarizzazione delle migrazioni e l'asilo politico, che punta all'aumento delle opportunità di lavoro con i paesi di origine e di transito, come il Marocco o la Libia, così che la loro situazione socioeconomica migliori e che si rafforzino le persecuzioni delle organizzazioni criminali dedite al traffico degli essere umani.