L'eredità di El Mallku: l'autodeteminazione dei popoli indigeni

Nelle comunità aymara del paese conosciuto come la Bolivia, nelle varie riunioni, nelle assemblee di quartiere in città, nelle conferenze, nei mezzi di comunicazione, nelle conversazioni tra i cittadini, e soprattutto fra gli appartenenti alla nuova generazione, [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] si può sentire: “jiwaspachaw apnaqasjañasa”, cioè “l'autodeterminazione è fondamentale”.

Questa frase, che ora è diventata di uso comune nelle comunità aymara e tra i popoli indigeni della regione, veniva pronunciata da Mallku Felipe Quispe Huanca, che ha diffuso la sua ideologia fino agli angoli più remoti della sua terra natale e all'estero. Ideologia che ora sta dando i suoi frutti. Il leader boliviano aymara conosciuto come il Mallku (il condor), per tutta la vita e fino alla sua morte avvenuta il 19 gennaio 2021, ha fronteggiato lo stato coloniale e neo liberale. Aveva dichiarato che, dopo la sua morte, la sua posizione ideologica sarebbe stata mantenuta e che sarebbero nati migliaia di “Mallkunaka” (parola aymara che significa leader o presidenti).

L'attuale vicepresidente della Bolivia, David Choquehuanca Céspedes, anch'egli di origine aymara, ha detto: “Il nostro fratello Mallku non muore, trascende, diventa eterno, torna nel grembo della nostra Pachamama per continuare a seminare, per continuare a illuminare e alimentare la lotta dei nostri popoli.”

In Bolivia, circa il 62,2% della popolazione si identifica come indigena e uno di questi popoli è la nazione aymara che, tra Bolivia, Perù, Cile e Argentina, raggruppa circa 3 milioni di persone che dichiarano di appartenervi. La lingua che viene parlataa è il Qullan Jaqi Aru, che oggi si conosce con il nome aymara.

A 78 anni di età, e fino ai suoi ultimi giorni, El Mallku ripeteva “Jiwaspachaw apnaqasjañasa”; lo si può notare in questa ultima intervista rilasciata in lingua aymara per il canale SeoTV, dove potei intervistarlo insieme a Victoria Tinta.

In questo modo, nella frase che Mallku usava in continuazione “Jiwaspacha” y “apnaqasxañasa” sono vocaboli aymara, dove “jiwaspacha” significa “noi stessi” e “apnaqasxañasa” significa autodeterminarci. Enfatizzare sempre la prima persona plurale inclusiva e usarla nella maggior parte delle conversazioni fa parte della cultura aymara. Inoltre, molti aymara direbbero “phuqhat tunu saphi amuyunakas luratanakas markaspachpankaskiwa”, cioè “la nostra struttura, le nostre fondamenta ideologiche sono nel nostro popolo.”

Ma “jiwaspachaw apnaqasjañasa” non è l'unica frase famosa di Mallku; si è fatto conoscere per le sue forti dichiarazioni contro la struttura politica della “bolivianità”, come si può notare in un dibattito televisivo dell'agosto 2020, durante il quale disse:

No soy boliviano… soy del Qullasuyu, de la nación aymara… tengo idioma, religión, territorio, filosofía.

Non sono boliviano… vengo dal Qullasuyu, dalla nazione aymara… ho una lingua, una religione, un territorio, una filosofia.

Questa frase ispirò in Bolivia molti aymara a non commemorare l'indipendenza [it] del paese, che di regola si celebra il 6 agosto di ogni anno.

Disse inoltre:

Soy originario como la vicuña o el cóndor

Sono indigeno come la vigogna o il condor

No me gusta vivir bajo la manga del opresor

Non mi piace vivere sotto il giogo dell'oppressione

Riferendosi al governo di Jeanine Añez, aggiunse:

No puedo hermanarme con mi verdugo

Non posso essere amico del mio carnefice

La necessità di utilizzare la frase “Jiwaspach apnaqasiña” è stata confermata dall'atteggiamento del governo ad interim di Jeanine Añez. Conclusa nell'ottobre del 2020 la fase del governo transitorio con la massiccia votazione dei boliviani a favore di Luis Arce, il braccio destro di Añez Arturo Murillo e l'ex ministro della Difesa Fernando Lopez, fuggirono immediatamente dal paese. In seguito, il 13 marzo, Añez fu fermata [en] insieme ad altri membri del suo gabinetto con l'accusa di sedizione, terrorismo e cospirazione.

Per gli aymara il governo provvisorio di Añez fu “un governo di stranieri“, riferendosi ai numerosi cognomi croati presenti durante quel periodo. Questi fatti hanno portato la maggior parte della popolazione indigena ha riflettere su “jiwaspachaw apnaqasxañasa – l'autodeterminazione è fondamentale”.

Inoltre, El Mallku dichiarò in molte occasioni che tutti i colonizzatori si comporteranno sempre da distruttori del paese, iniziando da Cristoforo Colombo per finire con quelli che accompagnavano Evo Morales o che depredarono le casse statali durante il governo provvisorio di Añez, passando per Francisco Pizarro.

In questo modo i governi hanno sfruttato e annientato le risorse naturali solo a vantaggio di alcuni gruppi famigliari. Evo Morales è stato solo come un brillante ornamento, non ha governato con una propria ideologia o un proprio pensiero.

“I giovani che oggi erano presenti [alla veglia di Mallku] giurarono, giurarono letteralmente, di mantenere in vita lo spirito di Felipe Quispe per conquistare la piena libertà di questo popolo, e quando dico questo, non mi riferisco solo al popolo aymara, ma anche al quechua e al guaraní,” spiegò il sociologo Pablo Mamani alla testata La Razón.

La maggior parte della popolazione indigena è cosciente di quanto Mallku Felipe Quispe fece durante la sua vita lottando per il suo popolo, per la sua lingua, per la sua gente. In questo modo, la sua ideologia è rimasta costantemente al centro del dibattito dopo la sua morte. In molti testi e commenti presenti nei social media gli utenti sottolineano che il suo pensiero deve essere diffuso, discusso e analizzato per poter arrivare veramente a un'autodeterminazione.

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