L’indifferenza davanti al femminicidio mostrata attraverso le foto

Assenza, Proyecto Sirenas, mostrata con autorizzazione.

In Messico, vengono assassinate [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] 10 donne al giorno. Organizzazioni femministe ed artisti denunciano questo panorama violento che si ritrova tanto in casa quanto in strada, nonché la mancanza di risposta politica. Attraverso la sua associazione, il fotografo Pablo Tonatiuh Álvarez Reyes intende dare uno sguardo metaforico alle uccisioni, per risvegliare dal torpore quei messicani che provano indifferenza di fronte alla morbosità di comunicati stampa pietosamente ripetitivi.

Álvarez Reyes ha scelto la metafora della sirena nel suo progetto fotografico, perché questo essere mitologico “ha sempre avuto un utilizzo maschilista nelle riproduzioni pittoriche nel corso della storia dell’arte,” questo mi dice via email.

Se le relaciona con la tentación sexual, que los varones deben evitar para seguir con el camino recto, es decir, se le mira primero sólo en relación al hombre, sin considerar su propia moral o sus propias tentaciones.

Sono rappresentazione della tentazione sessuale, a cui gli uomini devono resistere per mantenere la retta via; ovvero, vengono prese in considerazione solo in relazione all’uomo, senza tenere in conto la loro morale o le loro tentazioni.

È a questo che ha voluto dare una rappresentazione simbolica, infatti nella serie fotografica:

son las víctimas de un sistema que las vende, compra, encierra y mata al considerarlas seres inferiores, sujetos a la voluntad de otros.

Sono vittime di un sistema che le vende, compra, ingabbia ed uccide, considerandole esseri inferiori, assoggettate alla volontà degli altri.

Carne di sirena 1, Proyecto Sirenas, mostrata con autorizzazione.

Pur essendo il “Proyecto Sirenas” rivolto ad un pubblico diverso, Álvarez Reyes aggiunge di essere

interesa dialogar con los hombres, ya que es vital que los varones tomemos un papel activo y crítico en la lucha contra toda la sistematización que perpetúa la violencia hacia las mujeres.

Interessato a dialogare con gli uomini, poiché è di vitale importanza che noi uomini assumiamo un ruolo attivo e critico nella lotta contro ogni sistematizzazione che perpetua la violenza sulle donne.

Le foto di Álvarez Reyes, tredici in tutto, ritraggono una serie di donne-pesce in differenti situazioni disumanizzanti. Molte possono risultare dure da guardare, ma mettono in risalto la vulnerabilità della donna ed il modo in cui, secondo la visione dell’artista, viene vista all’interno della società messicana: come carne.

Le foto hanno la caratteristica di mostrare le modelle seminude, il che spinge a chiedersi perché voler mostrare le donne in questo modo, dato che alcuni potrebbero percepire anche in questa scelta una visione tutta al maschile della tematica. Álvarez Reyes risponde dicendo di aver scelto di rimanere fedele all’immagine della sirena, metà umana e metà pesce, evitando così contaminazioni legate ad un’immagine della sirena romanticizzata dalla cultura pop ed evidenziando che le persone violentate sono donne reali.

Sirena in fin di vita, Proyecto Sirenas, mostrata con autorizzazione.

Alla domanda sul perché le sirene siano state fotografate in pose suggestive, vulnerabili o sanguinolente, Álvarez Reyes risponde che la suggestione è stata utilizzata “per sottolineare che molte delle violenze sono a carattere sessuale” per cui, attraverso foto che mostrino situazioni estremamente violente, si intende mettere in risalto l’indifferenza della società.

Ad esempio, nella foto “Lezione di Anatomia”

se estudia a la sirena muerta como si se tratara de una rana en el laboratorio de la escuela, en un desinterés por dialogar con ella en vida, de frente y reconociendo su individualidad. Entre varias posibilidades, es la crítica a un sistema judicial y a una prensa que presenta a las mujeres muertas por feminicidio como números o estadísticas ofreciendo infructuosas ‘soluciones’ ante la problemática de violencia que no pretenden comprender el origen y las causas de la misma.

Si studia la sirena morta come si trattasse di una rana nel laboratorio scolastico, nel disinteresse di aprire un dialogo con la stessa in vita, frontalmente, riconoscendo la sua individualità. Tra le chiavi di lettura, una critica ad un sistema giuridico e ad una stampa che rappresentano le donne morte per femminicidio come numeri o statistiche e che, davanti alla problematica della violenza, offrono ‘soluzioni’ infruttuose che non coinvolgono l’origine né le cause della stessa.

La maggior parte delle partecipanti non sono modelle, ma donne di età, luoghi e professioni differenti che si identificano con la lotta contro la violenza sulle donne.

Trofeo, Proyecto Sirenas, mostrata con autorizzazione.

Per il momento, l’opera non ha potuto essere presentata in esposizione, a causa delle restrizioni da COVID-19. L’idea iniziale dell’artista era realizzare un tour nelle scuole secondarie e superiori, mentre ora pensa alla realizzazione di un libro comprensivo delle tredici foto ed il “dietro le quinte”, al fine di mostrare qual è stato lo sviluppo del progetto, il tutto corredato da informazioni pertinenti con il femminicidio e la violenza.

Quello che il fotografo desidera di più attraverso quest’opera si riassume con una parola: dialogo. Incentivare:

un diálogo que nos arranque de la indiferencia sería el mejor impacto; que la gente al ver las fotografías desee entablar una dialéctica frente a la obra. Queremos emocionar a los espectadores para que reflexionen sobre causas y orígenes de la violencia hacia las mujeres, y cómo diversas prácticas nocivas conllevan, en última instancia, hacia el feminicidio.

Un dialogo che ci tolga dall’indifferenza sarebbe il miglior risultato; che la gente, vedendo le fotografie, desideri intavolare un discorso sull’opera. Vogliamo emozionare gli spettatori perché riflettano sulle cause e le origini della violenza sulle donne e su come varie abitudini nocive conducano, in ultima analisi, al femminicidio.

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