- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

‘Mi chiamano Haj Agha': il videogioco che racconta la rivoluzione iraniana

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Iran, Arte & Cultura, Citizen Media
Screenshot from the game 1979 Revolution

Fermo immagine del gioco 1979 Revolution.

La rivoluzione iraniana del 1979 è ora un videogioco. Il designer Navid Khonsari ha combinato le esperienze della sua famiglia con una ricerca meticolosa per produrre un gioco di avventura a scelta. Ogni scelta che fai ti porta lungo un percorso narrativo diverso.

Khonsari ne sa qualcosa di videogiochi, avendo lavorato alla popolare serie di Grand Theft Auto. 1979 Revolution è doppiato da diversi attori conosciuti e include alcuni video registrati dal nonno dell'autore.

In un'intervista per la rete canadese CBC [1] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], Khonsari rivive i suoi ricordi d'infanzia legati alla rivoluzione iraniana.

I saw hope. I saw the possibility of change. I saw people coming together and embracing each other. Strangers.

Vedevo speranza. Vedevo la possibilità di un cambiamento. Vedevo le persone unirsi e abbracciarsi, anche fra perfetti sconosciuti.

Alcuni mesi più tardi era chiuso in casa mentre all'esterno venivano sparati colpi d'arma da fuoco e la violenza si diffondeva ovunque.

All'epoca dell'uscita del videogioco la rete televisiva statunitense Fox News [2] aveva annunciato che il gioco aveva provocato “rabbia a Tehran”, il che potrebbe significare che il gioco aveva riscosso grande interesse fra gli abitanti della capitale iraniana.

In un'intervista del 2016 con Global Voices Khonsari sminuiva questa rabbia. Secondo lui la sua è una storia di persone “in viaggio per il cambiamento” e non una presa di posizione politica.

Global Voices: Cosa l'ha spinta a realizzare questo videogioco?

Khonsari: The spark came from a trip I made to Iran. When I arrived in a small village in the South, I was approached by young Iranians who knew of me from my work on the Grand Theft Auto games. I was shocked by the huge cultural export and power of video games to communicate. These kids explained how they felt like they knew America based on their game experience. Their favorite activities included shopping, eating, working out, listening to music, going to clubs. They felt as though they had walked on American soil based on the experience in the game. It made me think, what if I created a game that exposed audiences to REAL EVENTS, and offered players the chance to put themselves into a world that is represented with historical integrity? What if I could give people both a very engaging and meaningful experience?

Making a game like this offers the opportunity to portray history not as black and white, but with shades of gray.  Having lived through the revolution the event seemed like the ideal first step in defining this new genre: Vérité Games.

Because 1978/79 in Iran was an active and wild time where ideas were clashing and the stakes were very high for everyone, it seemed like an amazing environment and thrilling climate to recreate for audiences.

Khonsari: La causa scatenante è stata un viaggio in Iran. In un piccolo villaggio nel Sud del Paese, sono stato avvicinato da giovani iraniani che mi conoscevano per il mio lavoro con i giochi di Grand Theft Auto. Sono rimasto sconvolto dall'enorme portata culturale e dal potere comunicativo dei videogiochi. I loro hobby includevano fare shopping, mangiare, andare in palestra, ascoltare la musica e andare per locali. Avevano la sensazione di aver calpestato il suolo americano grazie all'esperienza del videogioco. Tutto questo mi ha fatto pensare: e se creassi un gioco che esponga il pubblico a EVENTI REALI e offra ai giocatori la possibilità di entrare in un mondo rappresentato con accuratezza storica? Se potessi offrire alla gente un'esperienza coinvolgente e istruttiva allo stesso tempo?

Realizzare un gioco come questo offre l'opportunità di dipingere la storia non in bianco e nero, ma nelle sue sfumature di grigio. Avendo vissuto la rivoluzione, mi sembrava che che il primo passo ideale fosse definire questo nuovo genere: Vérité Games.

IL '78 e il '79 in Iran sono stati un periodo attivo e turbolento di scontri di idee e la posta era molto alta per tutti, perciò mi sembrava uno scenario straordinariamente elettrizzante da ricreare per il pubblico.

Global Voices: Può parlarci del ruolo delle donne nel gioco?

Khonsari: In researching and developing 1979 Revolution: Black Friday, it was important for us to not overlook the crucial role of woman who participated and made great sacrifices during the revolution — and also received the most collateral damage.  We interviewed a number of women who participated or were living in Tehran during the revolution. They came from varying religious ideologies and economic classes. We wanted to inform an authentic representation of all the characters in 1979 Revolution.

One of the main characters we've written into the game is Bibi Golestan.  As young engineer she witnessed great poverty and inequality in villages outside of Tehran. This motivated her to become an active leader within the Tudeh Party [Iran's communist party].  We also represent women in various other roles.  This includes Shirin Shirazi, the mother of main player protagonist Reza Shirazi. She bitterly watches the demise of her “way of life” during the revolution.  1979's characters reflect the complicated issues facing woman of varied classes and ideologies.

Khonsari: Durante la fase di ricerca e sviluppo di 1979 Revolution: Black Friday, per noi è stato importante non trascurare il ruolo cruciale delle donne che parteciparono alla rivoluzione facendo enormi sacrifici, e subendo al tempo stesso la maggior parte dei danni collaterali. Abbiamo intervistato diverse donne che parteciparono alla rivoluzione o vivevano a Tehran in quel periodo. Queste donne provenivano da diverse ideologie e classi socio-economiche. Volevano offrire una rappresentazione autentica di personaggi di ogni genere in 1979 Revolution.

Uno dei personaggi principali di cui abbiamo scritto nel gioco è Bibi Golestan, una giovane ingegnera che ebbe modo di constatare la profonda povertà e la grande diseguaglianza nei villaggi fuori Tehran. Questo la spinse a diventare leader attiva del Tudeh [il Partito comunista iraniano].  Rappresentiamo le donne anche in altri ruoli, tra cui quello di Shirin Shirazi, la madre del principale protagonista giocabile Reza Shirazi che assiste alla scomparsa del suo stile di vita durante la rivoluzione. I personaggi di 1979 riflettono le complesse problematiche affrontate dalle donne di varie classi sociali e ideologie.

Il gioco, disponibile sulla piattaforma di distribuzione di videogiochi Steam, attirò da subito l'interesse dei giocatori e reazioni sui social media. Di seguito si può vedere un video di un account di Singapore dedicato ai videogiochi, @StoryConscious, caricato poco dopo il rilascio del gioco, in cui i giocatori cercano di individuare una spia in 1979 Revolution:

Guardate il nostro gameplay di #1979revolution, il momento in cui andiamo nel panico e facciamo confusione!

Altri, come Arman Ghorbani, erano particolarmente interessati a imparare di più di questo periodo vissuto dai loro genitori.

I miei genitori hanno vissuto la Rivoluzione del 1979 in Iran. Io l'ho studiata approfonditamente perciò non vedo l'ora di provare questa esperienza.

L'utente Kevin Miston invece trovò divertente una battuta di uno dei personaggi: “Mi chiamano Haj Agha”.