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Relazioni ceco-russe subiscono un duro colpo dopo l'accusa di Praga a Mosca di “terrorismo sponsorizzato dallo Stato”

Categorie: Europa centrale & orientale, Repubblica Ceca, Russia, Citizen Media, Economia & Business, Politica, Relazioni internazionali, Storia, Ultim'ora
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Ambasciata della Federazione Russa a Praga, Repubblica Ceca. Foto  [2]di Wikipedia user I, Krokodyl/Hynek Moravec, utilizzata sotto licenza CC BY-SA 3.0. [3]

Il 17 aprile, il governo ceco ha annunciato, in un’improvvisa conferenza stampa [4] [cs, come tutti i link seguenti, salvo diversa indicazione], l'espulsione di 18 diplomatici russi operanti a Praga, in seguito alle rivelazioni dei servizi segreti cechi (BIS [5] [en] in ceco), secondo le quali gli agenti russi avrebbero avuto un ruolo nelle esplosioni del deposito d'armi del 2014, che hanno provocato l'uccisione di due cittadini cechi.

I social media cechi si sono infiammati sulla scia dell'annuncio del Primo Ministro Andrej Babiš (che è apparso nella conferenza stampa con il Ministro degli Interni, nonché Ministro degli Esteri provvisorio, Jan Hamáček), mentre il paese e la sua scena politica hanno reagito alle gravi accuse, data l'importanza delle relazioni tra Russia e Repubblica Ceca. Anche Mosca ha reagito prontamente, negando le accuse e chiedendo misure di ritorsione.

Le esplosioni di Vrbětice sono così chiamate per una località nei pressi di un insieme di magazzini contenenti munizioni, situato nell'est del paese, sul confine con la Slovacchia, e preso in affitto da una compagnia ceca, la Imex Group, dall'Istituto Tecnico Militare statale.

La prima esplosione è avvenuta il 16 ottobre 2014, uccidendo due uomini che lavoravano sul posto, i loro corpi [6] [en] sono stati ritrovati solo un mese dopo. La seconda si è verificata il 3 dicembre dello stesso anno. I danni causati [7] hanno comportato costi stimati di più di 40 milioni di dollari ed è stato necessario evacuare la popolazione locale. Dall'indagine che ne è seguita è emerso che le esplosioni sono state dovute a una falla nella sicurezza.

Sette anni dopo, i servizi segreti cechi sostengono che ci siano delle prove credibili [8] che le esplosioni siano state causate dall'azione di agenti russi. La polizia ceca ha emesso un’ingiunzione [9] per due cittadini russi presenti vicino Vrbětice al momento delle esplosioni, conosciuti con i nomi falsi di Alexander Petrov e Ruslan Boshirov [10] [en].

I due sono stati chiamati anche dalla polizia britannica in merito all'avvelenamento di Sergey Skripal e di sua figlia a Salisbury nel 2018, usando quelli che sono creduti essere i loro veri nomi – Alexander Mishkin e Anatoly Chepiga.

Per il governo ceco, questa rivelazione giustifica la decisione di espellere 18 diplomatici russi, sospettati di condurre operazioni di intelligence coordinate nella Repubblica Ceca, dando loro 48 ore per lasciare il paese. Più di 140 diplomatici [11] lavorano nell'Ambasciata Russa a Praga, un numero insolitamente alto di rappresentanti stranieri per un paese con una popolazione di 10 milioni. Per fare un confronto, gli Stati Uniti hanno 70 diplomatici a Praga, mentre la Cina ne ha 22.

La reazione del capo del Senato ceco, Miloš Vystrčil, è stata una delle più forti: egli ha definito le rivelazioni come prove di “terrorismo di stato [12]“. Mosca ha reagito altrettanto fermamente e rapidamente alle accuse, come riportato da RIA Novosti [13] [ru], con una dichiarazione dalla portavoce Maria Zakharova che afferma:

Праге хорошо известны последствия “подобных фокусов”.

Praga è pienamente consapevole delle conseguenze di “tali trucchi”.

Il 17 aprile, Ivana Milenkovičová, una giornalista ceca che vive a Mosca, ha postato sul suo account Twitter la notizia che al Ministero degli Esteri russo alcune voci insinuavano che la Repubblica Ceca sapeva che la decisione di espellere diplomatici russi avrebbe portato alla chiusura della loro ambasciata a Mosca:

L'agenzia di stampa Interfax cita fonti diplomatiche russe che affermano che, nel contesto dell'espulsione di 18 diplomatici russi e dell'esplosione a Vrbětice, la Repubblica Ceca ha evidentemente deciso di chiudere la sua ambasciata a Mosca.

Effettivamente il 18 aprile il Ministero degli Affari Esteri russo ha annunciato [16] [en] l’espulsione di 20 diplomatici cechi [17], incluso il vice ambasciatore, e ha dato loro 24 ore per lasciare la Russia – lasciando così solo cinque diplomatici cechi a Mosca. Come mossa successiva, i politici cechi hanno chiesto una misura reciproca per mantenere solo cinque diplomatici russi  [18]a Praga.

Le relazioni ceco-russe sono state scosse da una serie di scandali

Questo annuncio è arrivato in un momento delicato nelle relazioni ceco-russe, che sono state scosse da una serie di scandali nel corso degli ultimi cinque anni; l'ultimo dei quali riguardante la possibile partecipazione della Russia in una gara d'appalto per la costruzione di una centrale nucleare in Repubblica Ceca.

L'unica centrale nucleare esistente nel paese, situata nel borgo di Dukovany [19] [en], e costruita nel 1970 in cooperazione con l'Unione Sovietica, ha lanciato una gara d'appalto internazionale per la costruzione di una nuova unità, dato che gli impianti più vecchi dovranno essere chiusi dopo il 2035. L'agenzia statale russa Rosatom [20] [en] è tra i candidati, ma i servizi segreti cechi hanno raccomandato l'esclusione della Russia dalla gara per motivi di sicurezza.

Mentre la Repubblica Ceca si è unita all'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO [21] [en]) nel 1999 e all'Unione Europea nel 2004, prendendo così le distanze da Mosca, la Russia continua a giocare un importante ruolo nel paese. Questa influenza non è tanto economica, dato che la Russia rappresenta solo il 2% [22] [en] del commercio totale della Repubblica Ceca, quanto politica. L'Unione Sovietica invase l'allora Cecoslovacchia [23] [it] nel 1968 e ha ritirato [24] [en] la sua presenza militare solo nel 1991, questi eventi ancora dividono la società ceca.

Nel corso degli ultimi tre anni, una serie di scandali diplomatici sono emersi dalle percezioni di questo passato e dalle ambizioni politiche della Russia in Repubblica Ceca. Nel Marzo 2018, Praga ha estradato un hacker russo, Yevgeny Nikulin [25] [en], negli Stati Uniti con l'accusa di aver hackerato aziende tecnologiche statunitensi e compromesso le informazioni personali dei cittadini.

Nell'agosto del 2019, poi, un diplomatico russo, Alexander Tyerentyev, ha dovuto lasciare la Repubblica Ceca [26] dopo che è stata reso noto che stava affittando appartamenti di proprietà della Repubblica Ceca, ma forniti come residenze gratuite ai diplomatici russi, su base commerciale.

Nel maggio dello scorso anno, le autorità di Praga hanno deciso di rimuovere la statua di un maresciallo sovietico, Ivan Konev, che in Russia è considerato “il liberatore della Cecoslovacchia dai nazisti”. Secondo parti dell'establishment politico ceco si tratta di una figura più controversa, che ha di fatto giocato un ruolo limitato nella liberazione mentre è stata direttamente responsabile della morte di migliaia di ungheresi [27], durante l'invasione sovietica dell'Ungheria nel 1956. In seguito alla rimozione della statua, politici cechi critici nei confronti di Mosca hanno ricevuto minacce da parte della Russia [28] [it] ed è stata fornita loro protezione da parte della polizia.

Il fattore Russia nella politica ceca

In  questo clima teso, i politici cechi sono divisi tra coloro che chiedono legami più stretti con la Russia, e coloro che avvertono che non ci si può fidare di Mosca.

I sostenitori del Cremlino includono il Presidente Miloš Zeman, che mantiene stretti i legami con il Presidente russo Vladimir Putin. In aprile, quest'ultimo ha richiesto il licenziamento del Ministro degli Esteri Tomáš Petříček, per presunta politica anti-russa e per non essere “qualificato per essere un Ministro degli Esteri [29]“.

Petříček è stato effettivamente licenziato l'11 aprile [30], e sostituito dal Ministro degli Interni Hamáček, che ha dichiarato che avrebbe visitato Mosca per negoziare un patto sull'acquisto del vaccino anti COVID-19 russo Sputnik V, ma il 15 aprile ha annullato la visita prevista per il 19 dello stesso mese. Il vaccino non è ancora stato approvato né dall'Unione Europea, né dalle autorità sanitarie ceche. La Repubblica Ceca (nel momento della stesura dell'articolo) ha il più alto tasso di mortalità correlata al Covid-19 al mondo [31] [en] e ha avuto quattro ministri della salute in sette mesi.

Nel frattempo, mentre il paese si fa strada in ciò che può essere sicuramente descritta come una delle più grandi crisi politiche e diplomatiche degli ultimi decenni, il Presidente Zeman ha annunciato il 18 aprile che sarebbe rimasto in silenzio per una settimana [32] sulla questione.