Appropriazione culturale, reggaeton e lesbofemminismo: il caso di Romina Bernardo

‘Chocolate Remix in occasione della fine del Gay Pride LGBTIQ 2017 a Buenos Aires, Argentina.’ Fotografia di “Nubeamarela”. Fotografia condivisa sotto licenza Creative Commons (Attribution-Share Alike 4.0 International)

Ogni giorno veniamo a conoscenza di nuove denunce di appropriazione culturale, soprattutto in ambito musicale. Da un lato, ci sono gruppi detentori di cultura e dei suoi prodotti, persone che sono solitamente escluse dai circoli di potere e dalla commercializzazione. Dall’altro, ci sono coloro che godono di certi privilegi, a cui viene permesso sia di riprodurre, che di beneficiare dei prodotti culturali concepiti e realizzati dal primo gruppo.

Sorgono inoltre questioni che rendono la discussione più complessa: chi ha diritto all’uso legittimo di prodotti culturali? E se l’appropriazione avvenisse da parte di persone appartenenti a gruppi oppressi, ciascuno per situazioni diverse?

Il più recente caso di dibattito sull’appropriazione culturale in America Latina ha riguardato il lavoro dell’argentina Romina Bernardo [es, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione], che sotto lo pseudonimo “Chocolate Remix” ha cantato, prodotto e composto per diversi anni musica reggaeton. Per questo si identifica come lesbofemminista, secondo un’intervista che ha rilasciato a giugno 2017.

Durante il suo ultimo tour in Europa, ha cancellato il concerto programmato per il 26 di aprile, che si sarebbe dovuto svolgere a La Mutinerie a Parigi, a causa della denuncia di appropriazione culturale presentata da un gruppo di attiviste afro-francesi.

In risposta alla denuncia, Bernardo ha messo in discussione la legittimità delle attiviste trans queer francesi per aver parlato di appropriazione culturale, data la sua nazionalità francese. Il dibattito ha avuto altri sviluppi, che comprendono reazioni da entrambe le parti, inclusi i nuovi commenti da parte di Bernardo.

Tuttavia, a prescindere dalle risposte più recenti, il dibattito e le sue reazioni lasciano il loro segno, in linea con numerose riflessioni riguardanti i diversi privilegi e oppressioni da affrontare. La discussione, che ha luogo solamente in poche occasioni, va oltre l’incidente avvenuto in Francia e apre numerose questioni e conversazioni necessarie.

È interessante, per esempio, la risposta alla prima reazione di Bernardo nei confronti delle attiviste trans queer francesi:

Nos silenciaron al decir que estábamos hablando por personas latinas negras y que nosotros, la gente negra cuir y la gente trans eran más privilegiados que ellxs porque somos franceses”. Lo cual es una prueba evidente de que no tienen idea de qué es la apropiación cultural, el colorismo, el racismo y la negrofobia y cómo funciona. ¿Cómo puede una mujer negra o una persona trans ser privilegiada entre cualquier persona en este planeta sobre una base racial?

Ci hanno zittiti dicendo che stavamo parlando per le persone latine nere e che noi, gente queer nera e gente trans, siamo più privilegiati di loro perché siamo francesi. Questa è la prova evidente che non hanno nessuna idea di cosa sia l’appropriazione culturale, il colorismo, il razzismo e la negrofobia e come funzionano. Come può una donna nera o una persona trans essere privilegiata rispetto a qualsiasi persona su questo pianeta su base razziale?

Al posto del concerto, si è tenuto un dibattito sullo stesso palco dove avrebbe avuto luogo lo spettacolo di Bernardo. Inoltre, la cantante ha partecipato insieme alla rinomata rapper cubana Odaymar Pasa Kruda, membro di Krudxs Cubensi, che è intervenuta telefonicamente.

Bernardo ha affermato sulla sua bacheca pubblica di Facebook dopo l’evento:

Celebro que las voces de personas negras se [hagan] oír y apoyo definitivamente la lucha antiracista, lo que lamento en profundidad es que aún no se oiga la voz de personas latinas migrantes, también racializadas, que acaba quedando silenciada entre medio del desconocimiento de realidades y subordinada a una lectura que parece plantear un orden jerárquico de opresiones sin tener en cuenta la transversalidad de las mismas. El resultado: dos grupos oprimidos enfrentados desvalorizando sus luchas mutuamente en un espacio blanco francés.

Sono lieta che le voci delle persone nere si facciano sentire e appoggio un volta per tutte la lotta antirazzista, rammarico però profondamente che ancora non venga ascoltata la voce delle persone latine migranti, anch’esse discriminate, che finisce per essere messa a tacere a causa dell’ignoranza della realtà e subordinata a una lettura che sembra proporre un ordine gerarchico delle oppressioni, senza tener conto della trasversalità di queste ultime. Il risultato: Due gruppi oppressi opposti che svalorizzano le lotte dell’altro in uno spazio bianco francese.

Questa risposta ha dato luogo a dibattiti e riflessioni condivise in rete, alle quali la cantante ha poi risposto nuovamente menzionando aspetti ancora soggetti a critiche nei suoi confronti, che però riconoscono in parte le omissioni nei suoi interventi passati sia in rete che sul palco.

Tuttavia, il dibattito aveva dato già vita a un’intensa discussione sui social media, caratterizzata, secondo Pasa Kruda, dalla violenza:

Durante el debate físico exigido por Romina y sus aduladoras, así como también en los comentarios escritos en los foros en línea se ha desenmascarado el facismo rampante que se arrastra en la comunidad blanca y blanco mestiza latina aún siendo cuir, aún siendo lesbianas, aún siendo emigrantes, aún siendo feministas. Seguimos esperando la declaración de Romina mientras sus fanes nos ofenden con los más dolorosos insultos y ataques racistas.

Durante il dibattito fisico preteso da Romina e le sue adulatrici, così come nei commenti scritti nei forum online, è stato smascherato il fascismo dilagante che si insinua nella comunità bianca, meticcia e latina, anche tra queer, lesbiche, migranti, femministe. Stiamo ancora aspettando la dichiarazione di Romina, mentre le sue fan ci offendono con gli insulti più dolorosi e attacchi razzisti.

“Dal rock al jack, dal jack al tango, e dal tango al flamenco”: l’appropriazione in un contesto ampio

A sua volta, il giornalista e rapper Fabian Villegas [en], nell’articolo Chocolate Remix: Reggaeton, apropiación cultural y extractivismo estético (Chocolate Remix:Raggaeton, appropriazione culturale e estrattivismo estetico), tratta di come altri generi musicali siano passati da essere forme di rappresentazione a essere coltivati da persone bianche.

Los procesos de apropiación cultural son tan viejos como los primeros espirales de producción, circulación y mediatización cultural. Para decirlo a cabalidad no hay posibilidad de que pensemos industria cultural al margen de procesos históricos de apropiación cultural y extractivismo estético. Del rock, al jazz, del jazz al tango, y del tango al flamenco, todos estos, solo por mencionar algunos ejemplos, se han erigido sobre estructuras y prácticas de apropiación, robo, despojo, “desahucio”, invisibilidad de los grupos racializados y de su propia producción y experiencia cultural.

I processi di appropriazione culturale sono vecchi tanto quanto la produzione, circolazione e mediatizzazione culturale. In poche parole, sarebbe impossibile vedere l'industria culturale al margine dei processi storici di appropriazione culturale e di estrattivismo estetico. Dal rock al jazz, dal jazz al tango, e dal tango al flamenco, solo per menzionare alcuni esempi, sono stati eretti su strutture e pratiche di appropriazione, furto, espropriazione, “sfratto”, invisibilità dei gruppi discriminati e della loro stessa produzione ed esperienza culturale.

Villgas spiega anche aspetti più complessi:

Lo conflictivo también está en que por tu privilegio racial, termines no solo por apropiarte de esa práctica cultural, sino que tu privilegio racial te otorgue la capacidad de resignificar, estetizar, sofisticar y ampliar la incidencia de esa práctica cultural. Y no conforme con eso, estés consciente que es por tu condición de blanco que esas prácticas culturales empiezan a ser asimiladas y aceptadas en el mainstream y en la industria cultural. Atrás de ti había una fila inmensa de músicas y músicos talentosos, pero la industria y el significante colonial los silenció, invisibilizó o relegó al anonimato, porque tu blanquitud hace cómoda, fresca, y cool esa práctica cultural…

Il problema è che, a causa del tuo privilegio razziale, finisci non solo per appropriarti di questa pratica culturale, ma il tuo privilegio razziale ti dà anche la capacità di ridefinire, estetizzare, sofisticare e ampliare l'impatto di quella pratica culturale. E non solo, siate consapevoli che è perché siete bianchi che queste pratiche culturali cominciano ad essere assimilate e accettate nel mainstream e nell'industria culturale. Dietro di te c'era una fila immensa di musicisti di talento, ma l'industria e il significante coloniale li ha messi a tacere, li ha resi invisibili o li ha relegati nell'anonimato, perché il tuo essere bianco rende questa pratica culturale comoda, fresca e cool..

La scrittrice Yolanda Arroyo Pizarro, una delle voci più note di Porto Rico, ha partecipato al dibattito con la poesia ¡Soñé!: Versos contra la apropiación cultural de lo Afro (Sognai!: versi contro l'appropriazione culturale degli afro), pubblicata all’interno di Afroféminas:

Soñé que en honor al feminismo
y al antirracismo
y al colorismo
quiso honrar el dolor ajeno
y evitar el vejamen discriminatorio
sobre nuestras cuerpas negras
no hacerlo es ser partícipe aún del patriarcado
de la heteronorma
del machismo
del bullying
de continuar pisoteando a otras y otros

Sognai che in onore del femminismo

e antirazzismo

e colorismo

volevo onorare il dolore degli altri

ed evitare l'umiliazione discriminatoria

sui nostri corpi neri

non farlo significa sostenere ancora il patriarcato

l’eteronormatività

il machismo

il bullismo

il continuo maltrattamento degli altri

Dalla Francia, Denise Alamillo e Emilie Mourgues in El barrio antiguo (il quartiere antico) analizzano in dettaglio le argomentazioni sostenute all’epoca da Bernardo.

En el debate en facebook a Romina se le hicieron varios señalamientos sobre su trabajo, el título de su proyecto artístico “Chocolate remix”, el uso de la frase “Me gustan las Negras” en una canción/video en el que sale una mujer afrolatina exotizada y sexualizada. A esto la artista respondió que no se estaba refiriendo a ‘Las Negras afrodescendientes’ sino que en su país ‘así se les dice a las personas mestizas que son pobres, de clase social baja. Con este argumento me parece se abrió la caja de Pandora y quedó al descubierto el extremo racismo estructural que se encuentra enraizado en la cultura Argentina, en donde se ha normalizado y pareciera ser evidente que Negrx en Argentina es un insulto peyorativo que hay que queerizar y reapropiarselo (hasta siendo blanqux) con orgullo sin siquiera hacer conciencia de lo que se está diciendo, cómo y a quiénes.

Nel dibattito su Facebook il lavoro di Romina è stato commentato più volte, il titolo del suo progetto artistico “Chocolate remix”, l’uso della frase “Mi piacciono le nere” in una canzone/video in cui compare una donna afro-latina esoticizzata e sessualizzata. A questo l’artista ha risposto che non si riferiva a “le nere di discendenza africana”, ma che nel suo paese si riferiscono così alle persone meticce povere e di bassa classe sociale. Con questa affermazione mi sembra che sia stato aperto il vaso di Pandora e che sia stato messo in luce l'estremo razzismo strutturale radicato nella cultura argentina, dove è stato normalizzato e sembra essere evidente che “Nerx” in Argentina è un insulto peggiorativo che deve essere queerizzato e riappropriato (anche dai bianchx) con orgoglio, senza considerare ciò che si sta dicendo, come e a chi.

Nella sua ultima risposta, Bernardo, pur riconoscendo che cambierà il testo della canzone Como me gustan a mi, aspramente criticata nel dibattito dalle attiviste afro-femministe, conferma che continuerà a usare il suo pseudonimo, nonostante anche questo sia stato oggetto di discussioni.

Il blog dell’autrice di questo post ha riprodotto la lettera scritta dal collettivo Ile-Iwe/La Escuela ¡No más Chocolate Remix! ¡El Feminismo Negro importa!” (Niente più Chocolate Remix, il femminismo nero è importante!), in risposta alla lettera di Bernardo, anche se non si concentrava solo su quella. È firmata da attivisti afro-discendenti di diversi paesi e con diverse identità di genere e orientamenti sessuali, e alleati:

Romina Bernardo parece no comprender el insistente cuestionamiento de su nombre “Chocolate”, cuando justifica y confirma, diez días después del debate inicial, su intención en continuar utilizándolo. Queremos volver a insistir en que ese alias estigmatiza, cosifica, fetichiza, re-traumatiza y oprime a las personas negras en general, no importa en qué lugar del planeta.

Romina Bernardo non sembra capire l'insistente messa in discussione del suo nome “Chocolate”, giustificando e confermando, dieci giorni dopo il dibattito iniziale, la sua intenzione di continuare ad usarlo. Vogliamo ribadire che questo alias stigmatizza, oggettivizza, feticizza, ri-traumatizza e opprime le persone nere in generale, in qualsiasi parte del pianeta.

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