Gli utenti di Facebook sono rimasti indignati dal blocco delle notizie in Australia da parte del gigante dei social network. La disputa in corso [it] tra Facebook e il governo australiano è entrata nel vivo il 18 febbraio 2021, quando la piattaforma ha bloccato le notizie su una bozza di codice di condotta riguardante il pagamento dei contenuti delle notizie.
La legislazione elaborata dal governo australiano “costringerebbe i giganti della tecnologia Facebook e Google a negoziare con le società dei media il pagamento per il collegamento alle loro notizie”. BBC News ha un utile riassunto della controversia [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] finora.
#DeleteFacebook e #BoycottZuckerberg erano solo due degli hashtag di tendenza su Twitter. “Paul” potrebbe avere solo 25 follower, ma ha riassunto una reazione comune:
You know Facebook … Our little thumb has the ultimate power …. It’s pretty easy to just #DeleteFacebook ❤from Australia x
— Paul (@Paul31607029) February 18, 2021
Conosci Facebook … Il nostro piccolo pollice ha il massimo potere … È abbastanza facile #CancellateFacebook dall'Australia x
Il divieto di Facebook è stato di vasta portata. Gli editori australiani non hanno potuto condividere o pubblicare notizie. Gli editori internazionali non hanno potuto essere visualizzati o condivisi in Australia. La comunità australiana non ha potuto visualizzare o condividere contenuti o pagine di notizie australiane o internazionali. La comunità internazionale non ha potuto visualizzare o condividere contenuti di notizie australiane su Facebook o contenuti di pagine di notizie australiane.
Come ci si poteva aspettare, i media tradizionali sono rimasti molto scontenti. La prima pagina del quotidiano The Age è stata tipica:
The Age front page for Friday, February 19, 2021. Read more online: https://t.co/jI69MmqQE4 pic.twitter.com/TfirqaMQVz
— The Age (@theage) February 18, 2021
La prima pagina di The Age di venerdì 19 febbraio 2021. Maggiori informazioni online: https://t.co/jI69MmqQE4
Facebook ha alzato la posta in gioco quando ha bloccato “inavvertitamente” siti non di notizie come l'Ufficio di Meteorologia, servizi di emergenza, pagine sanitarie e una serie di altri servizi comunitari. La risposta è stata pungente:
The Bureau of Meteorology reported that its “Facebook page has been impacted by the broader Facebook changes.” This on a day when there is a “catastrophic danger” of bushfires in Western Australia & warnings of possible flooding in the state of Queensland. Thanks #facebooknewsban https://t.co/02SJbIaqW7
— Lissa Johnson (@LissaKJohnson) February 18, 2021
L'Ufficio di Meteorologia ha riferito che la sua “pagina Facebook è stata influenzata dai più ampi cambiamenti di Facebook”. Questo in un giorno in cui c'è un “pericolo catastrofico” di incendi boschivi nell'Australia occidentale e avvisi di possibili inondazioni nello stato del Queensland. Grazie
So Facebook has decided that bushfire warning notifications for people who are potentially in direct harm shouldn’t be alerted to them because the platform won’t make a cent for them is the right way forward then? #DeleteFacebook #BoycottFacebook #BoycottZuckerberg— Daniel (@danofage) February 18, 2021
Quindi Facebook ha deciso che le notifiche di avviso riguardanti gli incendi boschivi per le persone che sono potenzialmente a rischio diretto non dovrebbero essere loro segnalate perché la piattaforma non ci guadagnerebbe nemmeno un centesimo, è la strada giusta dunque?
Molti hanno portato nella discussione l'impatto sulle comunità già emarginate, come le comunità indigene:
Shutting down women’s anti violence, carers, migrant and other orgs as well as small independent op-ed sites and really sticking it into a large number of indigenous organisations.#FacebookAustralia #facebooknewsban #facebook pic.twitter.com/SuvbsjsSy2
— Armagny (@armagny) February 18, 2021
Fermare l'antiviolenza delle donne, badanti, migranti e altre organizzazioni, nonché i piccoli siti editoriali indipendenti e inserirli davvero in un grande numero di organizzazioni indigene.
Facebook ha incolpato la definizione di contenuto di notizie da parte del governo australiano per il pasticcio e ha iniziato a invertire questi blocchi “involontari”. Alcuni australiani hanno concordato:
Um @breakfastnews when discussing community groups blocked too, it is “dishonest” to not include in your chat “why” this happened, as was in response to vague wording in legislation as to what “news” is.
FB removed every account that met the definition.
That is on Government! pic.twitter.com/NQ915massL
— Noely ⚡? (@YaThinkN) February 18, 2021
Um @breakfastnews quando si discute anche di gruppi di comunità bloccati, è “disonesto” non includere nella propria chat “perché” ciò è accaduto, è stata una conseguenza ad una vaga formulazione nella legislazione su che cosa sia una “notizia”
FB ha rimosso tutti gli account che corrispondevano a tale definizione
Quello spetta al governo!
Nonostante gli stridenti attacchi a Facebook da parte del suo governo, il tesoriere federale australiano, Josh Frydenberg, ha sostenuto che i negoziati sull'attuazione del suo progetto di codice erano in corso. Forse potrebbe seguire l'esempio del Regno Unito, dove Facebook News ha iniziato a diffondersi il mese scorso.
Una fonte di “notizie” che non è stata bloccata è il sito satirico The Chaser, che contiene diverse storie sulla rissa politica, inclusa questa:
- The Chaser (@chaser) 18 febbraio 2021
Facebook finally crack down on racism by banning all Aussie media https://t.co/hvW3EuetgC
— The Chaser (@chaser) February 18, 2021
Facebook finalmente reprime il razzismo vietando tutti i media australiani
Qualcuno crede, online, che il governo sia più che felice di avere una controversia importante per distogliere l'attenzione dallo scandalo che ruota attorno a un presunto stupro in parlamento:
- SkiCat (@ SkiCat10) 18 febbraio 2021
Brittany Higgins’ rape should be the continued focus. Facebook is the distraction set up by the govt. #IBelieveBrittany https://t.co/xSWbEF4z6F
— SkiCat (@SkiCat10) February 18, 2021
Lo stupro di Brittany Higgins dovrebbe essere il centro dell'attenzione. Facebook è la distrazione creata dal governo.
Un'altra preoccupazione è stata che l'assenza di notizie affidabili potrebbe portare alla cattiva informazione e alla disinformazione dominanti sulla piattaforma:
‘Attack on democracy': Experts fear misinformation will thrive on Facebook under news banhttps://t.co/NuW5hfuvKB via @skinnergj
— Gary Skinner (@skinnergj) February 19, 2021
‘Attacco alla democrazia': gli esperti temono che la disinformazione prospererà su Facebook sotto il divieto di notizie
Alcuni vedono le grandi organizzazioni dei media come la fonte di gran parte della disinformazione:
- Karen Free Zone (@GreatGasScam) 18 febbraio 2021
Facebook is much improved with no links to Newscorp misinformation
— Karen Free Zone (@GreatGasScam) February 18, 2021
Facebook è molto migliorato senza i collegamenti alla disinformazione di Newscorp
A Techdirt, Mike Masnick ha una difesa dettagliata della posizione di Facebook sul codice:
This fight was not “Facebook v. Australia.” Or “Facebook v. journalism” even though some ignorant or dishonest people are making it out to be the case. This was always “Rupert Murdoch v. the open web.” We may not like Facebook in the role of the defender of the open web (and it's far from the best representative for the open web).
Questa lotta non è stata “Facebook contro Australia”. O “Facebook contro il Giornalismo” anche se alcune persone ignoranti o disoneste stanno facendo finta che sia così. Questo è sempre stato “Rupert Murdoch contro il web aperto”. Forse non ci piace Facebook nel ruolo di difensore del web aperto (ed è ben lontano dall'essere il miglior rappresentante per il web aperto).
Jeff Jarvis della City University di New York ha avanzato argomentazioni simili su Buzzmachine. Include questa intervista con ABC TV News Australia:
Nel frattempo, Google ha compiuto notevoli progressi nella sua risposta alla legislazione proposta. La minacciata rimozione del suo motore di ricerca in Australia è sempre più improbabile. Sono stati stipulati numerosi accordi, tra cui uno con News Corp di Rupert Murdoch, per pagare i contenuti nel suo Google News Showcase.
Con una mossa azzeccata, hanno apparentemente bloccato brevemente la propria pagina.
Forse Facebook dovrebbe prendere come avvertimento il fatto che il problema non era più di tendenza su Twitter il giorno successivo.