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La caotica diffusione del vaccino COVID-19 in Kenya rivela il divario tra ricchi e poveri

Categorie: Africa sub-sahariana, Kenya, Citizen Media, Salute, COVID-19
"Information and awareness is important to prevent the spread of COVID-19. Here in Kenya, Clinical Health care workers are sensitising the community on COVID-19. Photo : Victoria Nthenge" by Trocaire is licensed under CC BY 2.0

“L'informazione e sensibilizzazione sono fattori fondamentali per prevenire la diffusione della COVID-19. Nella foto, in Kenya, gli operatori sanitari promuovo campagne di sensibilizzazione della comunità riguardo il COVID-19. Foto di: Victoria Nthenge” da Trocaire [1] Utilizzata dietro autorizzazione (CC BY 2.0)

In Kenya il lancio del vaccino per la COVID-19 è stato oggetto di controversie legate ad accuse di corruzione, tangenti e mancanza del rispetto dei turni di vaccinazione [2] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione]. I cittadini poveri e gli anziani sono stati così lasciati in attesa in lunghe file al di fuori dagli ospedali pubblici, proprio mentre il paese è alle prese con una terza ondata di contagi e di decessi.

Nel frattempo, centinai di keniani con le giuste conoscenze, pagano fino a 100 dollari [2] per ricevere segretamente le prime dosi di vaccino, come documentato in rete da diversi utenti e testimoni oculari keniani e dai notiziari locali e i media internazionali.

Il Kenya riceve oltre 1 milione di dosi del vaccino AstraZeneca

Nei primi giorni di marzo, lo stato del Kenya è stato rifornito di più di 1 milione di dosi [3] del vaccino Oxford-AstraZeneca mediante l'iniziativa di Accesso Globale ai Vaccini COVID-19, un'operazione di distribuzione globale sostenuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nota come COVAX. La consegna ha segnato l'inizio di una campagna volta alla distribuzione e somministrazione gratuita del vaccino presso ospedali selezionati, pubblici e privati​​. Il processo di distribuzione è stato suddiviso in tre diverse fasi: prima la somministrazione agli operatori sanitari e al personale per i servizi di sicurezza e immigrazione, poi ai cittadini oltre i 58 anni e agli adulti con particolari patologie, ed infine agli altri cittadini che si trovano in condizioni precarie come quelli che vivono nelle baraccopoli. Come riportato dal Washington Post, il Kenya riceverà 24 milioni di dosi tramite la COVAX e si prevede che il 50% della popolazione sarà vaccinata entro giugno 2022, [4] grazie sia ai vaccini forniti da COVAX che a quelli ricevuti in donazione da altri paesi.

In una conferenza stampa [5], Maniza Zaman, rappresentante dell'UNICEF in Kenya, ha celebrato l'arrivo dei primi vaccini, affermando: “Con l'arrivo di questi vaccini, l'UNICEF e i suoi partner stanno onorando la promessa fatta della COVAX di garantire che le persone provenienti da paesi meno ricchi non siano lasciate indietro nel processo di distribuzione globale dei vaccini salvavita.

Ciò nonostante, l'elaborato piano di distribuzione in tre fasi [6] è andato in fumo non appena si è dato il via alla procedura, a causa  [7]da un lato, della decisione dell'ultimo minuto da parte del governo di accelerare la seconda fase per tentare di frenare la terza ondata, e dall'altro dei conflitti di interesse politico e dell’ incapacità dello stato di coinvolgere e informare i cittadini.

Nel suo articolo, interrogandosi su ciò che è avenuto riguardo la campagna di vaccinazione COVID-19 in Kenya, Patrick Gathara, [8] uno scrittore e premiato vignettista politico di Nairobi, ha affermato:

Politicians loudly and self-servingly argued that they should be given priority to inspire confidence among the population, even though the Ministry of Health was reporting encountering little resistance. Because the state had ignored the need to explain its plan to the population, there was widespread confusion about where and when people were expected to be in line.

I politici hanno sostenuto ad alta voce  la priorità dovrebbe essere quella di ispirare fiducia nella popolazione, anche se il Ministero della Salute ha riferito di aver incontrato poca resistenza. Dato che lo stato aveva ignorato la necessità di spiegare il suo piano alla popolazione, c'è stata molta confusione riguardo i tempi di attesa e i luoghi di raccolta.

Nonostante la scelta del governo di dare priorità ai cittadini over 58, [9] i notiziari del Kenya hanno riportato [2] che uomini d'affari e politici che non rientravano in tale categoria, sono riusciti a trovare un modo per ricevere l'iniezione in anticipo, esponendo così ulteriormente il divario tra ricchi e poveri.

Intanto, come riporta il Washington Post, i cittadini idonei per età e i poveri che non hanno agganci ai piani alti e nemmeno il denaro per elargire bustarelle, spesso si ritrovano a dover aspettare in fila tutto il giorno a partire dalle 5, per poi essere costretti a tornare il giorno successivo [4] poiché le dosi sono esaurite.

“They have another door for their friends,” Mary Njoroge, 58, one of the teachers, told The Washington Post. “Without a godfather to help you through this process, what are you supposed to do?”

“Hanno una porta separata per i loro conoscenti.” Questo ciò che Mary Njoroge, 58 anni, ha raccontato al Washington Post. “Senza un buon contatto che ti aiuti durante questa procedura, che cosa dovremmo fare?”

Un simile incidente si è verificato in un altro ospedale governativo, come riporta @_Sativa, un utente di Twitter di Nairobi, in Kenya. In una discussione su Twitter , ha raccontato l'esperienza vissuta da sua zia, [10] un'insegnante sessantenne in pensione. Mentre molte persone anziane facevano la fila per il vaccino,  un'infermiera ha fatto i nomi di diverse persone, che si sono rivelate poi di giovane età, per ricevere il vaccino. Quando sua zia ha chiesto cosa stesse accadendo, l'infermiera le ha dato un numero dove era possibile inviare il denaro necessario.

A seguito delle notizie di un crescente entusiasmo da parte del pubblico per la campagna di vaccinazione, il Segretario di Governo per la Salute del Kenya, Mutahi Kagwe, ha riferito ai media [2]:

I think somewhere along the line we seem to have developed some confusion that anybody can walk into a vaccination centre and get vaccines. I want to make it very clear, those carrying out vaccination will have to account for every dose that they have used and that dose that they have used must be matched against an eligible person.

Penso strada facendo si è fatta confusione sul fatto che chiunque possa entrare in un centro di vaccinazione e ottenere vaccini. Voglio essere molto chiaro, coloro che effettuano la vaccinazione dovranno rendere conto di ogni dose che hanno somministrato e dovrà essere possibile trovare un riscontro nell'elenco di persone idonee a ricevere il vaccino.

Il presidente dell'Associazione Nazionale Infermieri del Kenya, Alfred Obengo, ha pregato i keniani [2] che non sono nella lista delle priorità di evitare di mettersi in fila per il vaccino.

Nel fornire chiarezza su come il governo keniota avrebbe potuto evitare questa confusione nel momento del lancio del vaccino, Gathara conclude il suo articolo dicendo:

Much of this could have been avoided if the Kenyan government and its global partners, including the World Health Organization and Western governments, treated Kenyans as partners in the rollout rather than colonial subjects to be brutalised and exploited. Sadly for Kenyans, their colonial state does not know how to act any differently.

Sarebbe stato possibile evitare tutto ciò se il governo keniota e i suoi partner globali, tra cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità e i governi occidentali, avessero trattato i kenioti come partner nel lancio, piuttosto che come soggetti coloniali da brutalizzare e sfruttare. Purtroppo per i kenioti, il loro stato coloniale non sa come agire diversamente.