La proposta di un senatore brasiliano rispolvera l'idea di una legge restrittiva sull'aborto

Donne protestano a Brasília, capitale del Brasile, in favore di aborti legali e sicuri nel Paese indossando i costumi della serie tv The Handmaid's Tale | Immagine: Mídia Ninja/CC 2.0

Una legge in discussione al Senato brasiliano [pt, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] ha l'obiettivo di rendere più difficile l'accesso ad aborti legali e sicuri, anche nei casi in cui sia garantito dalla legge.

La proposta iniziale afferma che “proteggerà la vita dei bambini non ancora nati fin dal concepimento” e propone la creazione di un fondo sociale per il sostegno economico dei figli delle vittime di stupro, se la donna porta a termine la gravidanza. Inoltre, la legge prevede che la donna debba fornire informazioni sul figlio al padre, anche se quest'ultimo è uno stupratore.

Attualmente, l'aborto è legale in Brasile solo in tre circostanze: quando la gravidanza mette in pericolo la vita della donna, se il feto è affetto da anencefalia (quando il cervello non è formato completamente), o quando la gravidanza è la conseguenza di uno stupro.

In tutti gli altri casi, la pratica è considerata un crimine, con una pena detentiva che va da uno a tre anni per la donna e da uno a quattro per chi esegue la procedura.

Una manifestante, nel 2017, con un cartello che recita: “É per la vita delle donne. Uno stupratore non è un padre. No alla #PEC181 (legge che poteva colpire il diritto ad aborti legali) | Immagine: Mídia Ninja/CC 2.0

La legge in discussione non è esattamente una nuova idea — alcuni anni fa, è stata presentata al Congresso Nazionale una proposta simile, nota come lo Statuto del Nascituro, che avrebbe vietato l'aborto in qualsiasi circostanza. Un’altra è stata oggetto di proteste nel 2017. Una petizione online contro un sussidio da stupro ha raccolto più di 192 000 firme da quando è stata lanciata nel 2018 per protestare contro lo Statuto del Nascituro.

Per gli oppositori, la nuova legge è un’imitazione di questa vecchia proposta.

La legge è stata presentata dal senatore Eduardo Girão del partito brasiliano di centrodestra Podemos nel dicembre scorso. Girão ha proposto quello che ha chiamato “Statuto della Donna Incinta” che, secondo lui, sarebbe un passo avanti dal “punto di vista umanitario” poiché protegge le donne incinte e fa ricadere la responsabilità sugli uomini.

I movimenti femministi, d'altro canto, vedono il sostegno economico come una scusa per evitare il diritto a un aborto sicuro e lo chiamano un “sussidio da stupro“.

Poiché la proposta sarà presto votata al Senato, gli attivisti per i diritti riproduttivi hanno iniziato a usare hashtag come #GravidezForcadaÉTortura (Gravidanza Forzata É Tortura) e #BolsaEstupro (Sussidio da Stupro) su Twitter per protestare.

In seguito alle critiche, la relatrice del progetto, la senatrice Simone Tebet del partito di centrodestra Movimento Democratico Brasiliano (MDB) ha dichiarato che lavorerà per apportare cambiamenti al testo originale. Il senatore Girão stesso ha affermato a marzo che avrebbe eliminato il sussidio dal progetto, secondo la rivista Crescer.

Global Voices ha contattato l'ufficio della senatrice Tebet, ma non ha ricevuto risposta alla data di pubblicazione di questo articolo.

Una rete internazionale di medici che difendono l'accesso a una completa assistenza sanitaria riproduttiva, Global Doctors for Choice [en], ha rilasciato un comunicato che definisce la proposta un “vero ostacolo ai diritti umani fondamentali nel Paese”.

“Decidere di rimuovere articoli dallo statuto non risolve niente. Noi, il movimento delle donne, stiamo combattendo per farlo accantonare”, ha dichiarato ad aprile al giornale Brasil de Fato la dottoressa Maria José de Oliveira Araújo, un membro del gruppo.

Jolúzia Batista, che lavora al Centro Femminista per gli Studi e la Consulenza (CFEMEA), una ONG femminista e antirazzista, ha inoltre dichiarato allo stesso giornale che il progetto è una trappola dei conservatori per togliere alle donne l'autonomia sui propri corpi.

“Lo statuto elimina la possibilità per una donna di decidere sul proprio corpo, sulla propria vita e sui progetti di vita che desidera per sé. Sappiamo che, per ottenere una vera democrazia, uno dei punti chiave è che le donne siano in grado di decidere sui propri corpi”, ha affermato.

“Come se la donna non avesse alcun diritto”

Nonostante venga chiamato “Statuto della Donna Incinta“, in realtà la legge non contiene politiche pubbliche o elementi diretti ai diritti delle donne incinte, secondo gli attivisti.

Per esempio, l’articolo 8, un estratto che è stato aspramente respinto dalle associazioni per i diritti delle donne, proibisce ogni tipo di danno al “figlio non ancora nato” dovuto ad “atti o decisioni di uno qualsiasi dei suoi genitori”. Questo potrebbe punire i medici che eseguono aborti legali.

Le associazioni per i diritti delle donne criticano anche l’articolo 10, in quanto vieta alle donne incinte di “negare od omettere” informazioni sulla paternità ai padri biologici. Ciò significa che una donna sarebbe obbligata a fornire informazioni sul bambino al padre — in alcuni casi, uno stupratore — a causa della “responsabilità penale”.

“Quest'obbligo di informare il padre — uno stupratore — a causa della ‘responsabilità penale’ è troppo violento. É come se la donna non avesse alcun diritto, ma il figlio non ancora nato e l'uomo li hanno tutti”, ha dichiarato al sito Congresso em Foco Luciana Boiteux, professoressa di giurisprudenza all'Università Federale di Rio de Janeiro e autrice delle mozioni presentate alla Corte Suprema brasiliana per depenalizzare l'aborto nel Paese.

L'aborto in America Latina

L'aborto è considerato un crimine in alcune o tutte le circostanze nella maggior parte dei Paesi dell'America Latina, secondo uno studio del Centro per i Diritti Riproduttivi [en]. In Brasile, ci sono 40 progetti alla Camera Bassa che propongono qualche sorta di restrizione alla legislazione attuale, secondo l'organo di stampa UOL.

Persino dove è permesso, interrompere una gravidanza non è sempre un'opzione facilmente disponibile, a causa della criminalizzazione sociale e lo stigma, la mancanza di strutture e di professionisti qualificati e l'assenza di politiche di pianificazione famigliare ed educazione sessuale.

Inoltre, esiste il concetto di “obiezione di coscienza”, cioè quando i medici si rifiutano di praticare aborti in base a motivazioni personali. Secondo l'antropologa e ricercatrice brasiliana Debora Diniz, ciò è stato usato come strumento di potere e abuso [en], come ha fatto notare durante l'incontro di Global Voices  “Rompere il tabù sull'aborto” [it], tenutosi il 7 aprile.

“Quando chiediamo a qualcuno se è a favore o contro l'aborto, ciò che otteniamo non è quello che le persone fanno, otteniamo bugie. A dominare è la moralità basata sull'opinione pubblica e che non rappresenta i bisogni, i diritti o le preferenze delle donne. Rappresenta il patriarcato e l'egemonia di come rispondere correttamente a questa domanda”, ha affermato durante l'incontro.

L'America Latina e i Caraibi hanno alcuni dei tassi di aborto più alti del mondo e le leggi più restrittive, che possono far finire le donne in carcere per sospetti aborti, secondo la Diniz.

Il Guttmacher Institute [en] segnala che i tassi di gravidanze indesiderate sono più alti nei Paesi che limitano l'accesso all'aborto e più bassi nei Paesi dove la procedura è legale.

“Ad un certo momento della loro vita, le donne brasiliane attraversano la linea tra legalità e clandestinità, poiché una su cinque interrompe una gravidanza entro i 40 anni”, ha affermato la Diniz.

Il 30 dicembre 2020, l'Argentina è diventata uno dei pochi Paesi dell'America Latina, assieme a Uruguay, Cuba, Guyana, Guyana Francese e Porto Rico, dove l'aborto è legale senza eccezioni, se praticato nelle prime settimane di gravidanza e seguendo le linee guida stabilite dalla legge.

L’aborto è legale anche a Città del Messico e nello stato messicano di Oaxaca [en]. Alcuni stati messicani, tuttavia, continuano a considerare l'interruzione di gravidanza punibile con pene fino a 30 anni di reclusione [en].

L'aborto è illegale in tutte le circostanze a El Salvador, in Honduras, Nicaragua, nella Repubblica Dominicana e ad Haiti. Altri Paesi della regione permettono l'aborto in alcuni casi.

Ore dopo la legalizzazione dell'aborto in Argentina [it], il Presidente del Brasile Jair Bolsonaro ha twittato affermando di essere profondamente dispiaciuto per la decisione e dichiarando: “Per quanto riguarda me e il mio governo, l'aborto non sarà mai approvato. Lotteremo sempre per proteggere la vita degli innocenti”.

- Mi rammarico profondamente per la vita dei bambini argentini, ora soggetti ad essere tagliati nel ventre delle loro madri con il consenso dello Stato. Per quanto riguarda me e il mio governo, l'aborto non sarà mai approvato sul nostro suolo. Combatteremo sempre per proteggere la vita degli innocenti!

Un sondaggio del 2017 ha rivelato che quasi il 60% dei brasiliani era favorevole alla legalizzazione dell'aborto nei casi di stupro. Un sondaggio condotto sul sito del Senato mostra che circa l'87% dei brasiliani si oppone alla legge di Girão, con più di 291.000 voti contro la proposta rispetto ai 42.560 in favore.

“Il diritto penale non è il modo migliore per proteggere le necessità sanitarie e l'aborto è una necessità sanitaria”, ha affermato la Diniz.

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