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Vogliamo vedere “le nostre usanze, cultura, tradizioni e il nostro stile di vita”

Categorie: America Latina, Ecuador, Citizen Media, Indigeni, NewsFrames, Rising Voices

Il progetto Reframed Stories [1] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] chiede alle persone di rispondere a temi e questioni dominanti sollevati dai mezzi di informazione che riguardano le loro comunità. Queste storie sono riflessioni da parte di persone che vengono spesso rappresentate da altri nei media. Tramite la piattaforma Media Cloud, [2] uno strumento di analisi dei dati che esamina una serie di organi di stampa in un determinato periodo di tempo, vengono create delle nuvole di parole che permettono ai partecipanti di analizzare e discutere le informazioni preliminari sulla loro potenziale rappresentazione nei media. Il progetto non vuole essere fonte di dichiarazioni definitive su questi dati, ma costituisce invece un punto di partenza per un dibattito su come essi possono aiutare a determinare la propria rappresentazione nei media digitali.

Julio Santi è un membro del Popolo Kichwa di Sarayaku [3], villaggio situato nella regione amazzonica dell'Ecuador che ha condotto una lunga battaglia a livello nazionale e internazionale per interrompere i progetti di estrazione nei loro territori. Di seguito è riportata la trascrizione del filmato di commento di Julio circa la nuvola di parole generata dal termine “Selva viviente” (Foresta vivente), ovvero uno stile di vita che prevede l'unione con la natura. Tra le altre parole, ad aver catturato l'attenzione di Julio è il termine “Sumak kawsay” (buon vivere) [es]:

De estas nubes de palabras he escogido el [término] “sumak kawsay” (buen vivir) porque sarayaku mantiene su tradición histórica vivida dentro del pueblo. No queremos contaminaciones, que nos vengan a contaminar nuestra selva y nuestros ríos. Sobre todo queremos una vida digna de paz y armonía.

Lo que queremos es que en esta nube de palabras aparezca nuestras costumbres, nuestra cultura, nuestras tradiciones y nuestra forma de vivir.

Da questa nuvola di parole ho scelto [il termine] “sumak kawsay” (buon vivere) perché Sarayaku mantiene le sue tradizioni storiche che vivono tra le persone. Non vogliamo contaminazioni, non vogliamo che loro contaminino le nostre foreste e i nostri fiumi. Più di ogni altra cosa, vogliamo una vita dignitosa in pace e in armonia.

Ciò che vogliamo [che compaia] in questa nuvola di parole sono le nostre usanze, la nostra cultura, le nostre tradizioni e il nostro stile di vita.

Questo progetto è parte della serie Raising Frames, sviluppata all'interno di un workshop organizzato dal Dipartimento delle Comunicazioni di Sarayaku [4] il 17 maggio 2018, che ha riunito i giovani membri della comunità per analizzare come essi, o questioni che stanno loro a cuore, vengono rappresentati in una serie di media ecuadoregni. Dopo averne discusso, hanno creato delle storie su queste rappresentazioni. Uno dei moderatori del workshop, José Santí [5], ha partecipato in passato al progetto Reframed Stories e ha scritto la propria storia sulla rappresentazione di Sarayaku.