La nuova Costituzione del Cile offre opportunità uniche per ripensare i diritti dei lavoratori nell'era digitale

Remote work’ (Lavoro da remoto) di oi-oi illustrations, utilizzata dietro loro licenza.

Dopo l'instaurazione della dittatura di Augusto Pinochet [it] nel 1973, le condizioni lavorative e di vita dei lavoratori ne hanno risentito in tutto il Cile. Il regime di Pinochet ridusse la dimensione del governo, eliminò misure di protezione sociale, e liberalizzò completamente l'economia. Queste politiche inizialmente comportarono un boom dell'economia cilena, e furono elogiate dalle maggiori organizzazioni finanziarie internazionali, inclusi il FMI e la Banca Mondiale. Tuttavia, le riforme di Pinochet lasciarono il popolo cileno senza protezioni sociali e con un potere drasticamente ridotto [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] di dar voce ai propri bisogni all'interno dell'arena politica. Lavoravano per più ore, per una paga minore, e a condizioni peggiori.

Sotto questo aspetto, ben poco è cambiato con il ritorno della democrazia nel 1990.

Questa situazione è esplosa nell'ottobre 2019 dopo quasi 50 anni di oppressione dei lavoratori. A seguito di una serie di proteste in tutta la nazione contro il regime dell'attuale presidente, Sebastián Piñera, il popolo cileno ha votato per emancipare se stesso completamente e riscrivere la propria Costituzione da zero. Da quel momento, un'ondata di ispirazione politica e filosofica ha attraversato il paese, concentrandosi su un'unica (ma complessa) domanda: “Che cosa cambiamo?”

In quanto filosofi e informatici, noi crediamo che l'imminente riforma costituzionale in Cile sia un'ottima opportunità per affrontare quella che possiamo definire come una problematica fondamentale e sottovalutata a cui sono esposti i lavoratori in questa nostra nuova era digitale.

Il rapido avanzamento, negli ultimi due decenni, delle soluzioni tecnologiche nel luogo di lavoro ha decisamente influenzato le condizioni lavorative in tutto il mondo. Spesso, i vantaggi di queste soluzioni tecnologiche includono l'aumento dell'efficienza e della produttività. Tuttavia, quando le soluzioni tecnologiche vengono applicate in un ambiente incontrollato (così come è avvenuto nell’economia cilena [es], completamente libera), minacciano anche di causare un'eccessiva automazione e l'insoddisfazione nei lavoratori. 

Così come per molti Paesi, l'attuale posizione del Cile relativa ai diritti dei lavoratori si basa sull’Articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell'ONU:

“Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.”

L'attuale interpretazione di questa frase non è all'altezza del nostro mondo tecnologicamente avanzato, come dimostrano i centri di distribuzione, il lavoro occasionale tramite piattaforme o app, e il lavoro virtuale.

Noi consigliamo che la frase “giuste e soddisfacenti condizioni” della Dichiarazione ONU venga ampliata dalla nuova Costituzione cilena per ricomprendere l'equità e il favore di tali condizioni nei luoghi di lavoro sia fisici che digitali.

Sebbene l'obiettivo ultimo sarebbe quello di vedere questo cambiamento apportato alla Dichiarazione stessa, la riqualificazione costituzionale progressista del Cile rappresenta una prima occasione di riforma. Il nostro desiderio è di avviare la conversazione sui modi migliori per proteggere i diritti dei lavoratori nell'era digitale. Con una simile riforma, il Cile ha l'occasione di diventare leader mondiale nel campo.

Anche se le sfide del lavoro digitale sono spesso connesse alle specificità di qualsivoglia lavoro, crediamo che ci siano almeno tre danni considerevoli che solitamente derivano dal lavoro digitale:

L'automazione eccessiva priva i lavoratori della propria libertà nel luogo di lavoro

‘Robotics’ (Robotica) di Storyset dietro licenza Freepik.

I computer sono ora in grado di prendere decisioni operative più velocemente e con meno errori degli esseri umani. Questo ha portato all'implementazione su larga scala dell’automazione digitale per guidare i lavoratori in carne e ossa nel flusso di lavoro. Così è aumentata la produttività; finora, però, il significativo costo umano non è stato affatto considerato.

Con l'aumento dell'automazione nei centri di distribuzione, ad esempio, si verifica un connesso declino del benessere dei dipendenti dovuto alla crescente richiesta di produttività e all'impossibilità per il dipendente di intervenire criticamente nel proprio flusso di lavoro senza autorizzazione.

Ad esempio, quando i lavoratori nei centri di distribuzione Amazon non gestiscono una quota specifica di ordini determinata da un programma per computer automatizzato, possono venire automaticamente licenziati. La pressione della produttività programmata obbliga gli operatori di magazzino a seguire le indicazioni senza errori; devono diventare le braccia e le gambe di un'intelligenza artificiale esterna. L'influenza sui lavoratori di questa pressione e automazione è indiscutibile. Tra il 2013 e il 2018, in 46 diversi centri di distribuzione Amazon, ci sono state 189 emergenze per episodi suicidi, inclusi “tentativi, pensieri e altri episodi di esaurimento nervoso“. Questo numero non include eventi simili verificatisi fuori dal luogo di lavoro. 

Riteniamo che agire liberamente sia un diritto umano, e sebbene si debbano adattare le proprie libertà individuali alle necessità dei datori di lavoro durante la giornata lavorativa, questo diritto non dovrebbe mai venire completamente eliminato.

I lavoratori della gig economy sono isolati e stressati

‘Visionary Technology’ (Tecnologia Visionaria) di Storyset dietro licenza Freepik.

I lavoratori assunti tramite piattaforme basate su app come Uber, Taskrabbit, Rappi, Fiverr, ecc., sono organizzati dai rispettivi software. Invece che provenire da un supervisore in carne e ossa, o essere distribuiti in una squadra di lavoro, gli ordini e i compiti sono assegnati e gestiti da un sostituto digitale: un programma software e il suo algoritmo.

Laddove i dipendenti normalmente collaborerebbero in squadra, i lavoratori della gig economy sono lontani dai propri colleghi. Anzi, i colleghi spesso rappresentano la competizione e comportano la diminuzione del valore del proprio gig (prestazione lavorativa occasionale o ‘lavoretto’). Più persone offrono lo stesso servizio, e meno sarà pagato quel servizio, causando una “gara al ribasso” per lavori occasionali molto limitati e a prezzi bassissimi.

Quindi, oltre allo stress dell'insicurezza occupazionale, della paga generalmente bassa e dei rischi alla salute mentale, il lavoro basato su app ora minaccia i lavoratori anche con l'isolamento diffuso dai propri colleghi, tramite la stigmatizzazione e l'induzione alla competizione tra lavoratori nello stesso settore.

Un nuovo insieme di “giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro” per i dipendenti

‘Completed steps’ (fasi completate) di Storyset, dietro licenza Freepik.

Ad oggi, ai lavoratori veniva riconosciuto il diritto ad una sedia per evitare di dover stare in piedi per ore, a misure di sicurezza quando un impiego presenta la possibilità di danni fisici, e a standard negli edifici lavorativi come riscaldamento, adeguata ventilazione, illuminazione, ecc. Tutte queste precauzione vengono adottate per assicurarsi che le condizioni fisiche nel luogo di lavoro rimangano giuste e soddisfacenti per i lavoratori. Tuttavia, quando lo spazio di lavoro diventa virtuale, sorgono preoccupazioni che si distinguono dai corrispondenti aspetti fisici.

Significativamente, gli spazi di lavoro virtuali, che sono qui per restare, non hanno ancora strumenti o tutele sociali analoghe. Gli insegnanti sono un esempio paradigmatico dei problemi sempre più diffusi del lavoro virtuale. L'energia dell'insegnamento, molto spesso derivata dal coinvolgimento e interazione umana dirette con studenti e colleghi, non è più possibile come lo era un tempo.

Globamente, incluso in Cile [es], la depressione e il generale peggioramento del benessere sono in aumento dall'inizio delle misure di quarantena per la Covid-19 a causa dell'isolamento sociale. Ciò è particolarmente vero soprattutto tra lavoratori a più basso reddito come, ad esempio, gli insegnanti.

Con questo spirito, crediamo che i diritti dei lavoratori siano diritti umani – ed è ora di adeguare questi diritti all'era digitale. 

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