La trasformazione dovuta all'eruzione: la fotografa di St. Vincent Nadia Huggins immortala La Soufrière

Vetta bruciata del vulcano La Soufrière sullo sfondo e deposito di corrente piroclastica in primo piano, 13 maggio 2021. Foto di Nadia Huggins, usata con il consenso.

Sono passati quasi due mesi da quando il vulcano La Soufrière di St. Vincent e Grenadine ha registrato la sua prima grande eruzione [it] del XXI secolo. Nelle settimane successive al 9 aprile, circa 20.000 persone sono state evacuate [it] dalle loro case: la pioggia di cenere [en, come tutti i link successivi salvo diversa indicazione] è stata così intensa da mettere in pericolo [it] sia la sopravvivenza della fauna selvatica che la salute umana, persino nelle isole vicine. Anche l'attività eruttiva, i cui effetti sono stati aggravati dalle forti piogge [it], è stata consistente, costringendo il livello di allerta del Paese a rimanere rosso [it] per la maggior parte del tempo.

La fotografa Nadia Huggins ha assistito a tutto questo, dall’eruzione iniziale, quando è uscita in barca per trovare un punto di osservazione (relativamente) sicuro da cui documentare la massiccia colonna di cenere del vulcano, al successivo e costante fallout.

La sua pagina Instagram racconta con forza il viaggio della nazione insulare, come le parole non possono fare, raccontando storie di incertezza, coraggio, perdita, dolore, speranza e resilienza. In questa serie in due parti, Huggins spiega cosa ha significato per lei essere testimone, come è stata la vita quotidiana all'ombra di La Soufrière (anche ora, il paese è in allarme arancione), e cosa vuole che le sue fotografie apportino alla ricostruzione. Abbiamo parlato con lei tramite una chiamata audio su WhatsApp il 2 giugno.

La fotografa di St. Vincent, Nadia Huggins, documenta la seconda esplosione di La Soufrière il 9 aprile 2021. Foto di Nick Spencer per gentile concessione di Nadia Huggins, usata con il consenso.

Janine Mendes-Franco (JMF): Le tue foto sono toccanti e molto potenti, eppure sembrano più intime che voyeuristiche.

Nadia Huggins (NH): I think it boils down to the way you approach the ethics of photography. Especially now, photographers have a responsibility to be considerate about what type of images they put out into the world. It's very easy to photograph a house buried under ash to try and get that gut reaction out of people, but for me, I try to go into the situation asking questions like, ‘If this were my house, how would I feel about somebody photographing and sharing it in this way?’ You really have to think of the intention behind the images. Of course you want people to know that there's all this horrible destruction that's happened, but what do you want [the message to be]? Do people need help? More relief? Long-term assistance? How is it socially impacting people? What is their mental health going to be like afterwards? I try to be very mindful with what I post.

Nadia Huggins (NH):Penso che si riassuma nel modo in cui ci si approccia all'etica della fotografia. Specialmente ora, i fotografi hanno la responsabilità di prestare attenzione al tipo di immagini che diffondono nel mondo. È semplicissimo fotografare una casa sepolta dalla cenere per cercare di ottenere una forte reazione dalle persone, ma per quanto mi riguarda cerco di entrare nella situazione ponendomi domande come: “Se questa fosse casa mia, come mi sentirei se qualcuno la fotografasse e la condividesse in questo modo?” Bisogna davvero pensare all'intenzione che si cela dietro le foto. Naturalmente vuoi che la gente sappia della terribile catastrofe che è accaduta, ma cosa vuoi [trasmettere]? A queste persone serve aiuto? Più soccorsi? Assistenza a lungo termine? Che impatto sociale ha su di loro? E sulla loro salute mentale, in seguito? Cerco di essere molto attenta a ciò che pubblico.

JMF: Le tue foto si concentrano spesso su dettagli che ad altri potrebbero sfuggire, come il tuo scatto della pomice che galleggia sull'acqua vicino all'isola di Chateaubelair lungo la costa Leeward. Quali elementi, secondo te, sono alla base di una buona foto giornalistica?

 

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Pomice che galleggia sull'acqua vicino all'isola di Chateaubelair.

NH: (Laughs) Sometimes I just wing it! I organically respond to what seems interesting. We all have a very particular range of perception of the world and as a photographer, your responsibility is to kind of zoom in or change your perspective ever so slightly when looking at things. Sometimes the most powerful thing that's going on is about eliminating a lot of the other elements around it—and that decision you make is really based on your own perception and what you might think is important, so it's a very personal approach to photography. I didn't even realise ash floated on the water like that, so if I didn't know that then how many other people out there don't know that?

NH: (Ride) Di solito improvviso! Reagisco in modo naturale a ciò che mi sembra interessante. Tutti noi abbiamo una scala particolare di percezione del mondo e, come fotografo, la tua responsabilità è quella di focalizzarti su un dettaglio o cambiare leggermente la tua prospettiva quando guardi le cose. A volte tutto ruota proprio sull’eliminare molti degli elementi circostanti – e questa decisione riguarda unicamente la tua percezione e ciò che pensi sia importante: è un approccio molto personale alla fotografia. Non pensavo nemmeno che la cenere galleggiasse sull’acqua in quel modo, quindi se non lo sapevo io allora quante altre persone là fuori non lo sanno?

JMF: La tua fotografia si trova al confine tra il fotogiornalismo e l'arte.

NH: My practice has always been moving between documentary and conceptual. I'm always trying to question how that fine arts side comes into play, and it's mostly through composition for me, and that's where the perception and perspective also comes into play—what I'm looking at and how I'm looking at it. You still want an element of truth in there; you don't want to completely manipulate what you see to the point where it's unbelievable. People also just want to be pulled in by something that looks different but still feels familiar, and that's always been the roots of my practice: trying to find that universal familiarity in scenes.

NH: Mi sono sempre mossa tra il documentario e il concettuale. Cerco sempre di interrogarmi su come entri in gioco l’aspetto delle arti figurative, che ritengo avvenga soprattutto attraverso la composizione, ed è qui che si inseriscono anche la percezione e la prospettiva – quello che sto guardando e come lo sto guardando. Vuoi che rimanga un elemento di verità al suo interno, senza manipolare completamente ciò che vedi al punto di renderlo poco credibile. Le persone vogliono essere attratte da quel qualcosa che sembra diverso ma ancora familiare, e questo è sempre stato alla base del mio lavoro: cercare di trovare quella familiarità universale nelle cose.

JMF: Allo stesso tempo, molte delle tue foto catturano il dramma dell'eruzione; mi viene in mente il tuo scatto che mostra il contrasto tra le nuvole e il pennacchio di cenere. Come è stato per te documentare queste eruzioni?

 

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Contrasto tra le nuvole e il pennacchio di cenere.

NH: I honestly have no idea what I was thinking, getting onto a boat going into the red zone! As soon as the first eruption went off, friends called me: ‘Are we gonna do this?’ We all just made a decision collectively, without even realising it, that we were going to document it and we just went for it and were lucky to know other people who were just as crazy as us: one person to drive the boat, one to be on the phone [with The University of the West Indies Seismic Research Centre] to make sure that we were in safe range—so it wasn't totally irresponsible.

When we got there, the whole place was just white with ash. You couldn't see anything, just bits of islands and then, as the cloud started to come up, everyone [thought] it was the old ash cloud [but] there was a new eruption happening and as it started to rise quicker, I just got terrified. We had no idea how [high] it was going to rise, if there'd be pyroclastic flow, so we needed to go. As the boat was driving off, it started to rise and I was just in awe. It didn't quite register that what goes up has to come down. Everybody on the island was just taking pictures, taking selfies, and by the evening, when the ash started to come down, falling like snow, you could hear stones. That's when the reality started to sink in and I instantly felt depressed.

NH: Onestamente non ho idea di cosa stessi pensando, salire su una barca ed entrare nella zona rossa! Non appena c'è stata la prima eruzione alcuni amici mi hanno chiamato: “Lo facciamo?” Abbiamo preso una decisione collettiva, senza nemmeno rendercene conto, che avremmo documentato il tutto, ci siamo buttati e siamo stati fortunati a conoscere altre persone che erano pazze quanto noi: una persona guidava la barca, un'altra era al telefono [con il Centro di Ricerca Sismica dell'Università delle Indie Occidentali] [en] per assicurarsi che fossimo al sicuro, quindi non del tutto irresponsabili.

Quando siamo arrivati, tutto il posto era bianco, coperto di cenere. Non si riusciva a vedere niente, solo parti di isole e poi, come la nuvola ha iniziato a salire, tutti [pensavano] che fosse la prima nuvola di cenere, [in realtà] c’era una nuova eruzione in corso e come ha iniziato a salire più velocemente ne ero terrorizzata. Non avevamo idea di quanto sarebbe salita, se ci sarebbe stato un flusso piroclastico, quindi dovevamo andare. Mentre la barca si allontanava, ha iniziato a salire e mi sentivo in soggezione. Non realizzavamo che ciò che sale deve anche scendere. Tutti sull'isola stavano solo scattando foto o selfie e, verso sera, quando la cenere ha iniziato a scendere, cadendo come neve, si potevano sentire le pietre. È stato allora che abbiamo cominciato a metabolizzare e in un attimo mi sono scoraggiata.

 

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Ciao a tutti, grazie mille a tutti per la vostra preoccupazione e i vostri auguri. Mi piacerebbe essere in grado di rispondere personalmente a tutti, ma è un po’ difficile al momento. Voglio solo farvi sapere che per ora sono al sicuro con la mia famiglia e i miei amici, fortunatamente siamo situati nella zona verde, quindi fuori dal pericolo maggiore. Tuttavia, questa mattina svegliarsi in un paese ricoperto di cenere è stato a dir poco traumatico. Stiamo prendendo tutte le precauzioni necessarie per garantire la sicurezza di tutti e siamo molto grati per il continuo lavoro che @uwiseismic e @nemosvg20 hanno fatto per tenerci informati e sicuri. La nostra fornitura di acqua è stata interrotta per preservare le nostre risorse fino a quando la cenere non si sarà depositata. La qualità dell'aria è pessima, ma stiamo rimanendo in casa il più possibile per evitare il contatto con la cenere. Non sono sicura di cosa aspettarmi nei prossimi giorni o settimane, ma pubblicherò informazioni su come potete aiutare la nostra piccola nazione – link agli strumenti di soccorso sulle mie storie in evidenza. Grazie ancora a tutti voi. #lasoufriere #volcano #caribbeanvolcano #stvincentandthegrenadines #stvincent #svg #stvincentvolcano

JMF: Alcune delle tue fotografie hanno le caratteristiche della natura morta. La bellezza può coesistere con la testimonianza?

 

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Frutto e foglie dell'albero del pane caduti e ricoperti di cenere. 10 aprile 2021.

NH: There wasn't any wind that day, after [the eruption]. The place was entirely still; nothing was moving. You wouldn't even see ash blowing on that first day. The place was just dark; like a black and white photo. You step outside and everything was covered in that grey. When you walked, the ash would move away and the colour would come back into the ground. I was just looking for these iconic symbols of St. Vincent, you know? The breadfruit leaf has been a part of our old flag and we have so many trees here … part of our national dish and I think Captain Bligh brought the first breadfruit tree to the Western world through St. Vincent, so there was some kind of significance in it for me. This is in my mother's garden […] I was walking around and just observing, saw it, and something about it was really striking. It felt kind of poetic. I didn't place the leaves in the image in any particular way; they fell that way, so it's looking for those moments that seem compositionally interesting. With still life, you place things in a particular way, but this is nature just placing things in the way that it intended. I try not to interfere with things.

NH: Non c'era vento quel giorno, in seguito [all'eruzione]. Il posto era perfettamente tranquillo, non si muoveva nulla. Non si vedeva nemmeno la cenere che spirava quel giorno. Era tutto buio, come una foto in bianco e nero. Uscivi fuori e tutto era coperto di grigio. Quando camminavi, la cenere si allontanava e tornava il colore del terreno. Stavo solo cercando questi simboli iconici di St. Vincent, capito? La foglia di albero del pane faceva parte della nostra precedente bandiera e abbiamo così tanti alberi qui… parte del nostro piatto nazionale e penso che il capitano Bligh abbia portato il primo albero del pane nel mondo occidentale attraverso St. Vincent, quindi aveva un certo significato per me. Questo si trova nel giardino di mia madre […] Stavo facendo un giro e guardandomi intorno, l'ho visto e qualcosa di esso mi ha davvero colpito. Mi è sembrato quasi poetico. Non ho posizionato le foglie nell'immagine in un modo particolare; sono cadute in quel modo, quindi si tratta di cercare quei momenti che sembrano interessanti dal punto di vista compositivo. Con la natura morta disponi gli oggetti in un modo particolare, ma questa è la natura che posiziona le cose nel modo in cui vuole. Cerco di non interferire.

 

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Foglie di banano raccolte per nutrire alcune pecore in un campo vicino alla casa di mia madre, ora coperte di cenere. 10 aprile 2021.

JMF: Gran parte del tuo lavoro precedente, che è stato esposto a livello internazionale, è incentrato sull'oceano sia come soggetto in sé che come forza che aiuta a plasmare le culture e i destini locali. Cosa comunicano i tuoi paesaggi marini di La Soufrière? Uno dei miei preferiti è stata la documentazione del banco di pesci con la nave da crociera in lontananza.

 

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Kai mentre documenta un banco di pesci in arrivo e la nave da crociera per gli sfollati sullo sfondo. C'erano numerosi banchi appena fuori dalla zona arancione. Sembrava che non ci fosse nessun tipo di attività più vicino alla zona dell'eruzione in corso. 9 aprile 2021.

NH: That was a strange moment. As we were going into the red zone to document that explosion […] my friend Kai just wanted to face some of his fears. He'd never jumped into the ocean so far away from land. There were these massive bait balls around the orange zone because all the fish were now out of the red zone—nothing could survive in there—but the thing with bait balls is that there's something […] below trying to capture the fish. It could be sharks or whales—it's kind of terrifying to think about it—and Kai just jumped into the water with the GoPro trying to see if he could get anything. The cruise ship in the background was for the evacuees but [at the time] it didn't have anybody on it, so it was strange [seeing it] floating out on the horizon just waiting for something to happen. It really just felt like a powerful moment that I wanted to capture.

NH: È stato un momento strano. Mentre stavamo entrando nella zona rossa per documentare l'esplosione […] il mio amico Kai voleva solo affrontare alcune delle sue paure. Non si era mai tuffato nell'oceano così lontano dalla terraferma. C'erano questi enormi banchi intorno alla zona arancione perché tutti i pesci erano ormai fuori dalla zona rossa – niente poteva sopravvivere lì dentro – ma il problema con i banchi è che c'è qualcosa […] sotto che cerca di catturare i pesci. Potrebbero essere squali o balene – è piuttosto inquietante pensarci – e Kai si è buttato in acqua con la GoPro cercando di vedere se riusciva a prendere qualcosa. La nave da crociera sullo sfondo era per gli sfollati, ma [in quel momento] non c'era nessuno a bordo, quindi era strano [vederla] mentre galleggiava all'orizzonte in attesa che succedesse qualcosa. È stato un momento intenso che ho voluto catturare.

 

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Tornando verso la zona verde lungo la costa di Leeward. Seconda eruzione esplosiva e Questelles Bay in primo piano. 9 aprile 2021. #lasoufriereeruption2021 #lasoufriere #leica

NH: When I started taking the underwater images, I was trying to think about looking back at an island in a geological way. How does an island look below the sea? Geologically, what are those structures? Obviously my camera can't capture that scale, but I was interested in that aspect of it. We know that most of these islands are volcanic—that's how the Caribbean was formed—so at one point, we were all under water and over millions of years, these formations happened and now we're living on these islands. This gradual process of the landscape being transformed through these eruptions is interesting to me, so looking at it from the sea is me still trying to get a sense of that transformation.

NH: Quando ho iniziato a scattare le immagini subacquee, stavo cercando di ripensare all'isola da un punto di vista geologico. Come appare un'isola sotto il mare? Geologicamente, cosa sono quelle strutture? Ovviamente la mia macchina fotografica non può catturare tale portata, ma ero affascinata da tale aspetto. Sappiamo che la maggior parte di queste isole sono vulcaniche – è così che si sono formati i Caraibi – quindi a un certo punto eravamo tutti sott'acqua e nel corso di milioni di anni sono avvenute queste formazioni e ora viviamo su queste isole. Trovo affascinante questo graduale processo di trasformazione del paesaggio dovuto alle eruzioni, quindi guardandolo dal mare sto ancora cercando di dare un senso a questa evoluzione.

 

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Nube di cenere che si muove verso il mare. 18 aprile 2021.

Nella seconda parte di questo post, Nadia discute i concetti di cambiamento, resilienza e speranza, e qual è la posta in gioco per i Caraibi.

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