Il principale sito web d'informazione in Bielorussia rimuove i suoi post dai social media per proteggere i suoi dipendenti

TUT.BY Portal logo, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons. Remixed by Tanya Lokot.

Logo del portale TUT.BY, CC BY-SA 4.0, tramite Wikimedia Commons. Remixato da Tanya Lokot.

Secondo quanto riferito, Tut.by, un popolare sito web d'informazione indipendente in Bielorussia, ha rimosso tutti i suoi post dai social media negli ultimi 18 mesi per proteggere il suo staff e i suoi lettori dalla repressione statale in corso sui media indipendenti.

Gli editori di Tut.by hanno rimosso [ru, come i link seguenti salvo diversa indicazione] quasi tutti i contenuti pubblicati sulla maggior parte dei loro canali social nel 2020 e nella prima metà del 2021, al culmine delle proteste post-elettorali. Hanno affermato che gli archivi erano ancora in loro possesso ed erano semplicemente “nascosti” alla “vista del pubblico”.

Tut.by è attualmente sotto inchiesta dopo la richiesta di metà giugno da parte dei funzionari del ministero dell'Interno di riconoscere il portale di notizie e i suoi account social come “estremisti”. L'udienza iniziale presso un tribunale di Minsk, prevista per il 24 giugno, è stata rinviata a data da destinarsi.

La redazione ha anche rimosso l'opzione di verifica d'accesso dal suo canale Telegram in modo da poter rinominare il canale con breve preavviso nel caso in cui la testata giornalistica o lo stesso canale siano ufficialmente etichettati come “estremisti” dai tribunali bielorussi. “Non saremmo in grado di farlo subito dopo il verdetto del tribunale, quindi abbiamo deciso di prepararci in anticipo”, hanno affermato gli editori in un post su Telegram.

Sebbene alcuni follower abbiano temuto che il canale, con oltre mezzo milione di abbonati, fosse stato violato o cooptato dalle autorità, Tut.by ha rassicurato i lettori confermando all'Associazione bielorussa dei giornalisti che il canale è ancora nelle loro mani.

Рэдактары TUT.BY пацвердзілі Беларускай асацыяцыі журналістаў, што тэлеграм-канал партала @tutby_official дакладна знаходзіцца пад кантролем рэдакцыі. Калегі просяць не хвалявацца, ніякіх узломаў не было. TUT.BY па-ранейшаму з намі, а мы – з TUT.BY!

Gli editori di Tut.by hanno confermato all'Associazione bielorussa dei giornalisti che il canale Telegram del portale @tutby_official rimane sotto il controllo della redazione. I colleghi vi chiedono di non preoccuparvi, nessuno è stato hackerato. Tut.by è ancora con noi, e noi siamo con Tut.by!

Il sito web principale di Tut.by è stato bloccato in Bielorussia il 18 maggio 2021, mentre i conti bancari dell'organizzazione sono stati congelati a seguito di accuse di frode fiscale. È stata avviata un'indagine penale contro i dirigenti della testata e 15 dipendenti sono stati arrestati.  Molti di loro, tra cui il caporedattore Marina Zolotova, restano dietro le sbarre.

Nel dicembre 2020, le autorità bielorusse hanno ritirato la licenza a Tut.by in seguito agli avvertimenti che il portale aveva ricevuto per il reportage in corso sulla repressione statale delle proteste [en] scoppiate dopo le contestate elezioni presidenziali ad agosto 2020.

A maggio, le autorità bielorusse hanno adottato una serie di emendamenti [en] alle leggi esistenti che regolano l'attività giornalistica, la copertura mediatica delle proteste e la responsabilità penale dei giornalisti. Gli emendamenti sono stati criticati dal Rappresentante OSCE per la libertà dei media, Teresa Ribeiro, la quale ha affermato [en] che le leggi recentemente adottate “contraddicono gravemente gli standard internazionali sui diritti umani sulla libertà di espressione e d'informazione”.

Nel suo World Press Freedom Index 2021, Reporter senza frontiere ha designato [en] la Bielorussia come “il paese più pericoloso in Europa per i giornalisti” e ha affermato che “i giornalisti sono stati sottoposti a una repressione senza precedenti nel tentativo di coprire le massicce proteste di piazza”. Secondo l'Associazione bielorussa dei giornalisti, 25 reporter [en] restano oggi dietro le sbarre, con 77 detenzioni o arresti dall'inizio del 2021.

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