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La rete commemora Danish Siddiqui, fotoreporter indiano ucciso in Afghanistan

Categorie: Asia meridionale, India, Citizen Media, Diritti umani, Guerra & conflitti, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, Relazioni internazionali
Danish Siddiqui speaking at TEDxGateway in 2010. Screenshot via YouTube channel TEDx Talks. Fair use. [1]

Danish Siddiqui al TEDxGateway nel 2010. Screenshot da YouTube canale TEDx Talks. Uso autorizzato.

Danish Siddiqui, fotoreporter indiano e acclamato vincitore del Premio Pulitzer, è stato assassinato in Afghanistan [2] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] il 13 luglio del 2021. Secondo quanto riportato [3], si trovava in missione all'interno di un convoglio delle forze di sicurezza afgane poichè impegnato nella copertura del conflitto tra le forze di sicurezza e i talebani al confine col Pakistan. La scomparsa di Danish ha scaturito svariate reazioni tra le diverse comunità, dagli omaggi in segno di rispetto fino ai commenti aspri da parte degli oppositori

L'eredità di Danish Siddiqui

Danish [4] aveva una carriera strepitosa come giornalista, lavorava per la televisione e prestigiose agenzie di stampa internazionali. Attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica ha catturato molti avvenimenti, e con le sue fotografie ha rappresentato vividamente numerose storie. Dai conflitti politici agli innumerevoli scontri umani, Danish ha arricchito il suo lavoro di estremo spessore.

Prima della sua scomparsa, Danish aveva postato diverse fotografie sul suo account Twitter raccontando la missione di salvataggio delle forze afgane a Kandahar.

THREAD.
Forze Speciali Afgane, i cui combattenti scelti combattono su vari fronti in tutto il paese. Mi sono unito a questi giovani uomini per alcune missioni. Ecco cosa è successo oggi a Kandahar durante una missione di salvataggio dopo aver passato tutta la notte in un combattimento.

Si sentiva la tensione mentre le ASF attendevano l'attacco imminente da parte dei talebani. C'era stato qualche colpo di mitragliatrice, ma l'inferno si è scatenato quando gli Humvee hanno raggiunto il punto di estrazione.

Vincere il Premio Pulitzer [9] per la miglior fotografia nel 2018, insieme ad altri colleghi, per aver documentato la condizione della comunità Rohingya in Myanmar, ha rappresentato un grande traguardo per la sua carriera. Il documentario ha rivestito una grande importanza per diversi motivi: gli ha fatto vincere il Pulitzer e ha posto l'attenzione sulle lotte della comunità Rohingya e la loro vita nei campi profughi.

Il primo incontro di  [10]Siddiqui [10] con la fotografia è avvenuto molto presto, grazie ad una macchina fotografica in bianco e nero prestatagli in occasione di una gita scolastica sull'Himalaia. Dopo aver conseguito la laurea triennale presso la Jamila Milia Islamia, una delle università più prestigiose di Nuova Delhi, ha anche ottenuto la laurea magistrale in Comunicazione di Massa presso il Communication Research Centre all'interno dello stesso campus. Nel corso di questi studi, ha continuato ad essere affascinato dalla fotografia, anche successivamente, durante la carriera televisiva.

La componente umana è sempre stata fondamentale nei suoi servizi fotografici. Il suo profilo su Wider Image di Reuters dice: [10] “Mi piace occuparmi di nuove storie – di economia, politica e sport – ma quello che mi appassiona di più è catturare il volto umano di una storia straordinaria”

Sia che si trattasse delle emozioni sui volti della gente durante la proiezione di un film di Bollywood al cinema Maratha a Mumbai, o delle peripezie strazianti della comunità Rohingya, l'essenza ‘umana’ prevaleva con forza nel lavoro di Siddiqui.

La sua ultima missione in Afganistan lo ha portato in luoghi in cui la vita è appesa ad un filo. Il suo profilo Twitter rivela quanto fosse consapevole dei pericoli che la carriera di fotoreporter al seguito dell'esercito implicava. Tuttavia, queste sfide non hanno condizionato gli affascinanti servizi fotografici che continuamente produceva.

Numerose commemorazioni online

Dal momento della sua morte, i social media sono stati inondati da necrologi e tributi alla sua opera, da parte di diplomatici e colleghi giornalisti. Giornalisti da tutta l'India hanno improvvisato altari [11] con macchine fotografiche per omaggiare la sua figura di fotografo.

L'attivista indiana Naina Raathore ha twittato:

In memoria di Danish Siddiqui

Trivandrum, Martyrs column, Palayam. #DanishSiddiqui

L'ambasciatore dell'Afganistan in India Farid Mamundzay, ha twittato:

Sono profondamente turbato alla notizia dell'assassinio della notte scorsa dell'amico Danish Seddiqi a Kandahar. Il giornalista indiano, vincitore del Premio Pulitzer, si trovava tra le forze di sicurezza afgane. Lo incontrai due settimane fa prima della sua partenza per Kabul. Condoglianze alla sua famiglia e a Reuters.

Attaccato dai troll anche dopo la morte

Nessun commento, invece, dalla segreteria del Primo Ministro indiano. Il noto giornalista Karan Thapar, in un editoriale [17] su Hindustan Times, ha chiesto: “Se il mondo intero ha sentito la necessità di piangere la sua morte, come mai il Primo Ministro della sua stessa nazione non ha detto una parola?”

Dall'altra parte, i cosiddetti membri dei Lutyen Media [18], simpatizzanti a sinistra, sono stati chiamati in causa [19] per non aver criticato abbastanza le ideologie statunitensi che presumibilmente hanno causato questa escalation di violenza in Afghanistan.

Perfino dopo la morte, Danish non è stato risparmiato dagli attacchi dei troll. [20] Alcuni di questi hanno calpestato qualsiasi forma di umanità addirittura festeggiano la sua morte, altri interrogandosi sul perché piangerne la scomparsa.

François Gautier [21], un giornalista francese stablitosi in India che ha lavorato per diversi quotidiani di lingua francese, ha commentato in un tweet:

Tragica la morte di #DanishSiddiqui che però ha sempre posto la sua identità musulmana davanti alla sua imparzialità di giornalista. Pro-Rohingya, anti-Hindu, noto il suo odio per @narendramodi. Non facciamo gli ipocriti: tutti i media lo piangono, ma hanno pianto i due sadhus indù brutalmente assassinati?

Un utente “For a cleaner Coimbatore…சுத்தமிகு கோவைக்காக” si è chiesto:

Perché Danish viene ancora trollato? Come è possibile gioire per la morte di qualcuno? Forse perché ha pubblicato foto dei vostri penosi tentativi contro il Covid e dei vostri eroi che uccidono la gente e di Delhi o è solo perché è un musulmano O entrambi? Tutto questo è senza vergogna, a dir poco.

I giornalisti in Afghanistan sono esposti a numerosi pericoli [25], dalle uccisioni mirate alle minacce che li condannano ad uno stato di stress e timore per la propria vita. La scomparsa di Danish Siddiqui negli scontri a fuoco tra le forze afgane e i talebani, è solo una delle tante tragedie nel quadro più ampio di una complessa questione contro cui il paese sta lottando.