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Professoressa brasiliana ha realizzato matite colorate per parlare di identità e questioni razziali

Categorie: America Latina, Brasile, Citizen Media, Donne & Genere, Etnia, Istruzione, Scienza

Gladis Kaercher in occasione della conferenza TEDxFronteiras, 2018 | Foto: da YouTube

Questo articolo fa parte della rubrica speciale “Women in Science” (Donne nella scienza) di Global Voices dedicata alle donne che hanno intrapreso la carriera accademica. Per leggere altre storie fare clic qui [1][it] e qui [2][pt, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione].

La ricercatrice Gladis Kaercher, 52 anni, da 26 anni è docente universitaria e coordinatrice del UNIAFRO [3] (Programma di azione positiva per la popolazione nera nelle istituzioni federali e statali di educazione superiore) – un corso di perfezionamento rivolto ai docenti e incentrato su pratiche pedagogiche orientate alle relazioni etnico-sociali – presso l'Universidad Federal de Río Grande do Sul (UFRGS) nel sud del Brasile, una regione che in passato è stata particolarmente interessata da fenomeni di immigrazione europea.

In un paese come il Brasile, in cui la maggior parte della popolazione si dichiara nera [4] e dove la disuguaglianza razziale si manifesta in un costante aumento del tasso di omicidi tra i neri,  [5]in contrapposizione a una riduzione del numero di vittime bianche, Gladis sostiene l'importanza della questione raziale [6] come tema di discussione in ambito scolastico sin dall'infanzia.

Nel 2014, in collaborazione con la sua collega Tanara Furtado, Gladis ha creato materiale didattico sino ad allora inedito in Brasile che permettesse di affontare la questione dell'identità e della rappresentatività sin dall'infanzia: un gioco con matite di diversi colori  [7]che consentisse ai bambini di raffigurare anche personaggi con la pelle nera o di altre tonalità.

Global Voices ha parlato in videoconferenza con la docente su questa sua iniziativa e sui suoi progetti di ricerca futuri. Di seguito i punti principali dell'intervista.

Colore della pelle

La ricercatrice ha raccontato che l'idea di creare queste matite colorate è scaturita dal fatto che fino ad allora in Brasile esisteva solamente il cosiddetto “color carne”, un colore tendente al rosa utilizzato per rappresentare la pelle bianca. Al contrario, fuori dai confini del Brasile già esistevano scatole di colori adatti a rappresentare differenti tonalità di pelle. Ora, l'obiettivo di Gladis e Tanara era che questo materiale fosse disponibile anche nelle scuole pubbliche brasiliane, ma importarlo avrebbe richiesto troppo tempo e denaro.

Scatola di colori ideata da Gladis Kaercher e Tanara Furtado. Foto: divulgación.

Nel dicembre del 2014, dopo lunghi dibattiti e riunioni, sono finalmente arrivati sul mercato i colori Pintkor, una scatola contenente 12 tonalità di colore diverse per la pelle. Oggi esiste anche una versione con 24 colori. Gladis ha dichiarato:

O que eu acho fantástico nessa invenção, era uma concretude que fazia os professores poderem discutir com as crianças pequenas as questões raciais. Porque pintar o corpo humano em um desenho é uma coisa concreta para uma criança, é palpável, fácil de desencadear a discussão. Para criança pequena, falar de raça, racismo, etnia, isso tudo é uma abstração absurda. Mas falar da cor da pele, da cor que se usa para pintar, é uma concretude. A criança pinta. Ela vai falar por que está pintando daquela cor, e o professor pode, então, entrar com perguntas e estabelecer esse diálogo.

Trovo che sia un'invenzione fantastica perché rappresenta qualcosa di concreto, che consente agli insegnanti di affronatare questioni complesse come quelle razziali con i bambini più piccoli. Perché per un bambino piccolo colorare un corpo in un disegno è qualcosa di concreto e palpabile. Per un bambino parlare di razza, razzismo ed etnia è un'astrazione, mentre parlare di colore della pelle è qualcosa di concreto. Il bambino colora ed è in grado di spiegare perché sta usando un determinato colore. In questo modo è più facile stabilire un dialogo con il bambino e porgli delle domande.

Questione raziale

Come donna nera, Gladis ha inziato a interessarsi alla questione razionale come argomento di ricerca quando è divenata docente presso l'Universidad Federal de Río Grande do Sul, dove lavora tutt'oggi, quando i suoi studenti hanno sollevato il problema in aula.

Nella sua tesi di dottorato [8],  Gladis si è occupata di questioni razziali in relazione a un programma di promozione per le biblioteche delle scuole pubbliche in Brasile. L'obiettivo era di analizzare la risposta dei bambini ai libri, tra quelli disponibili, che contenevano personaggi neri, la loro percezione e l'effetto che questi libri avevano su di loro.

A tese, então, se desdobra em pesquisas que eu vou continuando, pensando a representação do negro na literatura e outros marcadores identitários. Ali eu me dou conta da importância desses artefatos [livros infantis contendo personagens negros] para a educação das relações raciais.

La tesi ha costituito la base per ricerche, che poi ho continuato a portare avanti, sulla rappresentazione del nero e di altri marcatori identitari nella letteratura. In questo modo mi sono resa conto dell'importanza di questi strumenti [libri per l'infanzia che contengono personaggi neri] per la formazione dei bambini, in particolare nel contesto delle relazioni interrazziali.

Alla domanda su quali siano i motivi che l'hanno spinta a intraprendere la carriera di ricercatrice, Gladis ha risposto:

A necessidade. Eu sempre fui uma professora inquieta. O primeiro ponto da minha vida é ser professora. Por ser professora e ter um desejo profundo que meus alunos aprendessem de fato, eu sempre fui uma professora inquieta, incomodada. Sempre saí buscando materiais, alternativas, respostas. E isso fez com que eu precisasse entender determinados processos da minha sala de aula. É assim que eu me torno uma pesquisadora. Sempre pensando na dimensão concreta da minha atuação docente.

La necessità. Sono sempre stata una professoressa irrequieta. Al primo posto nella mia vita c'è l'insegnamento. Il desiderio profondo che i miei studenti apprendano mi ha portato ad essere una professoressa irrequieta, alla costante ricerca di materiale, alternative, risposte. È in questo modo che sono diventata ricercatrice. Cerco di concentrarmi costantemente sulla dimensione concreta nella mia attività di docente.

Gladis lavora da 26 anni in un’università che di anni ne ha quasi 85 [9]  e afferma di sapere a memoria i nomi di tutti i colleghi neri che ha avuto per quanto è corta la lista:

Saber o nome dos meus colegas negros é profundamente dolorido. Não há outro modo de dizer. Dói saber o nome. Dói. O que para um colega branco é inimaginável. Eu posso nominar [todos] meus colegas negros. Isso é profundamente assustador, numa universidade que tem quase 3 mil professores.

Sapere a memoria i nomi dei miei colleghi neri è profondamente doloro. Non c'è altro modo per dirlo. È doloroso sapere i nomi. È doloroso ciò che per un collega bianco è inimmaginabile. Posso elencare i nomi di tutti i miei colleghi neri ed è agghiacciante in un'università che conta quasi 3000 docenti.

E c'è un'altra difficoltà che le ricercatrici nere si trovano ad affontare:

Nós, mulheres, somos educadas para a humildade. Eu acho a humildade uma coisa preciosa, mas às vezes o excesso de humildade nos tira a altivez. Nós, mulheres negras, principalmente, somos educadas para desaparecer. E isso é tão marcante, que a gente leva muito tempo para perceber determinadas características que nos prejudicam.

Noi donne veniamo educate a essere umili. Credo che l'umiltà sia qualcosa di prezioso, ma a volte l'eccesso di umiltà ci priva dell'orgoglio. A noi donne nere ci viene insegnato a essere trasparenti. Ed è scioccante che per lungo tempo siamo state educate ad avere caratteristiche che, però, ci danneggiano.

Questione di genere

Come donna, Gladis afferma che, oltre alla questione razziale, anche la questione di genere ha avuto un certo impatto nella sua carriera accademica:

Há questões da vida acadêmica que atravessam mais fortemente os percursos femininos. Uma das questões que atravessou o meu percurso acadêmico foi a maternidade. Eu era uma mulher que queria ser mãe. Algo da maternidade, sobretudo nos primeiros anos, é da ordem de uma demanda importante, que é física. É um filho que berra e um seio que derrama leite.

Ci sono questioni che nella carriera accademica di una donna hanno un impatto maggiore. Una delle questioni che ho dovuto affrontare durante la mia carriera accademica è quella della maternità. Io volevo diventare madre. E la maternità, soprattutto nei primi anni, richiede uno sforzo importante, fisico. È un bambino che piange e un seno da cui fuoriesce latte.

Gladis ricorda che durante la sua seconda gravidanza, da cui ha avuto due gemelli, rimase sorpresa per come la notizia fu accolta nell'ambiente accademico. Ricorda di aver sentito qualcuno dire che non sapeva se farle gli auguri per la sua gravidanza o meno.

E eu disse para ela: pode me cumprimentar, porque a pessoa mais interessada em ser doutora antes do nascimento desse bebê sou eu. Nenhum homem grávido, esperando filhos gêmeos, daria essa resposta. Eu sabia que, sim, aconteceria um período em que a minha carreira ficaria quase em stand by após o nascimento dos bebês. O homem segue tocando sua vida acadêmica normalmente depois de ser pai. Esse é um forte atravessamento de gênero.

Io risposi: puoi farmi gli auguri perché la persona più interessata ad essere professoressa prima della nascita di questo bambino sono io. Nessun uomo che aspetta un bambino sarebbe costretto a dare una risposta del genere. Ero consapevole che dopo la nascita dei miei figli la mia carriera avrebbe subito un arresto. Gli uomini, invece, dopo esser diventati padre, proseguono la propria vita accademica normalmente. È una forte discepanza di genere.

Come ricercatrice, Gladis auspica che il Governo si impegni a distribuire colori di varie tonalità di pelle nelle scuole pubbliche e spera di avere più colleghi neri, al punto da non riuscire a ricordarne i nomi, e di incontrare più donne che ricoprono incarichi amministrativi nelle università.

Alle donne che hanno intrapreso o che desiderano intraprendere la carriera accademica, Gladis dice:

Dentro da universidade é fundamental construir-se em rede, em grupo. A solidão não é um imperativo da carreira acadêmica, da intelectualidade negra acadêmica. Hoje ela é uma escolha, mais do que nunca. Então, o conselho é: a solidão não é uma parte integrante do pacote. A gente pode furar essa solidão e criar pontes magníficas.

All'interno dell'Università è fondamentale costruirsi una rete, un gruppo. La solitudine non è un imperativo della carriera accademica, della carriera accademica dei neri. È una scelta, oggi più che mai. Il mio consiglio è: la solitudine non fa parte del pacchetto. Dobbiamo abbandonare questa solitudine e costruire nuovi ponti.


Nome: Gladis Kaercher
Campi di ricerca: Universidad Federal de Río Grande do Sul (Brasile), Insegnamento incentrato su letteratura infantile, educazione antirazzista, identità e diversità.
Per saperne di più: Plataforma Lattes [10]