Turchia: nuove restrizioni in arrivo, dopo quelle per la pandemia

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In seguito a una riunione di gabinetto del 21 giugno, il presidente e capo del Partito Giustizia e Sviluppo (AKP, Justice and Development Party) Recep Tayyip Erdoğan ha detto che in Turchia sarebbero state rimosse le rimanenti restrizioni dovute alla pandemia, a partire dal 1′ luglio 2021. Rivolgendosi alla nazione da Ankara, il presidente ha anche aggiunto che da quella data, gli eventi musicali sarebbero dovuti finire entro la mezzanotte. “Scusate, ma nessuno ha il diritto di disturbare nessuno di notte.” ha detto Erdoğan. L'hashtag #Kusurabakiyoruz (Non ti scusiamo) è entrato subito in tendenza su Twitter in Turchia, e moltissimi cittadini e musicisti hanno espresso il loro malcontento riguardo il nuovo divieto [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]:

Dopo la mezzanotte nel nostro paese, c'è un divieto sulla musica. Sì, questa è la Turchia. Stanno cercando di bloccare l'arte e la cultura e tutto ciò che le riguarda! Ci stanno portando via le nostre libertà una ad una.

Se non vogliamo una Turchia dove tutti girano in strada con la stessa camicia a quadri, la stessa gonna e gli stessi baffi; lo guardano [Erdoğan] in televisione tutto il giorno e votano per lui, dobbiamo dire” Quando è troppo, è troppo. Basta”

Alcuni suggeriscono che le radici del divieto siano da ricercare in un conflitto culturale emergente in Turchia, piuttosto che in questioni relative alla COVID.

Il rapper Ezhel non le manda a dire riguardo il divieto alla musica, che non c'entra nulla con la COVID ma ha a che fare con una guerra alla cultura mossa contro chiunque voglia divertirsi in questa breve vita.

“Basta venire in Turchia per fare i turisti. Non c'è rimasto nulla per divertirsi comunque.”

La piattaforma satirica online Zaytung ha condiviso il seguente titolo [tr] in risposta alle nuove restrizioni: “Ultime notizie. La presidenza ha annunciato nuovi piani per la normalità: Tutti a letto entro le 23:30. Luci spente entro mezzanotte. Vietato fare rumore!”

La risposta non è sorprendente, data la pubblica protesta generata quando il governo aveva annunciato il suo programma per vietare la vendita d'alcol durante il coprifuoco obbligatorio dovuto alla pandemia.

La Turchia ha introdotto [it] il suo più recente lockdown il 26 di aprile nel tentativo di contenere le infezioni da COVID-19, che avevano toccato i 60.000 nuovi casi al giorno.

In Turchia, un altro trend [it] preoccupante durante la pandemia è stato il tasso di suicidio. Questo è argomento tocca particolarmente i musicisti. Stando alle statistiche dell'Unione dei Musicisti e degli Artisti (Müzik-Sen) relative al settembre 2020, almeno 100 musicisti si sono tolti la vita durante la pandemia. Molti musicisti tra il milione di quelli registrati in Turchia non hanno assicurazione e quindi non possono richiedere benefici statali di sostegno. Con un altalenante divieto ai matrimoni e agli grandi eventi musicali in tutto il paese imposto da marzo 2020, questi artisti hanno perso tutte le loro fonti di reddito tradizionali.

Dopo un lockdown completo di 17 giorni a maggio, il governo ha annunciato che dal 17 maggio, ci sarebbe stato un coprifuoco dalle 21 alle 5 durante la settimana fino al sabato (e lockdown pieno durante la domenica, ad eccezione dei servizi commerciali essenziali). Tuttavia i ristoranti e i bar potevano rimanere aperti fino alle 21. Dal 1° giugno, il coprifuoco è stato allargato fino alle 22 ed è stato permesso alle palestre e ai teatri di lavorare al 50% della capienza. I centri commerciali sono stati riaperti 6 giorni a settimana, dalle 7 alle 21. Con la graduale riapertura del paese, molte famiglie stanno pensando di tenere quelle cerimonie nuziali che avevano subito le restrizioni della pandemia.

Nonostante questo allentamento nella seconda metà di maggio e giugno, ai musicisti era ancora vietato di esibirsi all'interno. In un’intervista con AFP, Bulent Ertugrul, professore e membro del consiglio della Società Turca della Microbiologia Clinica e delle Malattie Infettive, ha dichiarato che queste restrizioni non hanno senso. “Se si usa come giustificazione (al divieto sulla musica) il rischio di contagio, allora va chiuso tutto il resto”.

Le nuove restrizioni hanno naturalmente attirato ulteriori critiche dai musicisti turchi in difficoltà. Alcuni hanno comparato le nuove restrizioni alla guerra ideologica.

Gunes Duru, membro del gruppo musicale Redd, ha condiviso un tweet con l'immagine della storica Rumelihisari, area per i concerti all'aperto sostituita da una moschea [tr]:

Il problema è un altro…

Ad esempio, noi abbiamo fatto un concerto qui a Rumelihisari.

La band stessa, invece, ha detto che le nuove restrizioni sono un chiaro esempio del fatto che il governo stia interferendo con le vite delle persone [tr]:

“Stiamo allungando le restrizioni sulla musica fino alla mezzanotte, scusate, ma nessuno ha il diritto di disturbare nessuno.” non è una ragione scientifica. Questa è un'intrusione nelle vite delle persone. La musica non è una questione di salute pubblica.

 

Un altro cantante ha scritto su Twitter [tr]:

Se ne siete infastidito, non ascoltate signore.

L'associazione dei musicisti Izmir ha rilasciato una dichiarazione [tr]: “I musicisti sono presi di mira. Non possiamo più tollerarlo. Chiediamo al potere politico di abbandonare il prima possibile la questione e ogni misura che radicalizzi, divida ed emargini le persone, costruisca muri di odio.

Fahrettin Altun, direttore della comunicazione della presidenza ha difeso [tr] la decisione, definendo le critiche “manipolative” e “distorte”. A due anni dalle prossime elezioni, il partito dominante fatica ad attirare elettori disillusi, in larga parte a causa dell’economia instabile del paese.

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