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Strage allarmante di pesci minaccia il settore ittico in Mauritania

Categorie: Africa sub-sahariana, Mauritania, Senegal, Alimentazione, Ambiente, Citizen Media, Disastri, COVID-19

Scatto da un servizio di pesca in Mauritania di Africa News su YouTube [1].

Da diversi anni delle stragi di pesci vengono segnalate periodicamente sulle coste della Mauritania. A prescindere dall'origine di questo disastro, che alcuni attribuiscono ad un'alga tossica, in questi Paesi dell'Africa nord-occidentale l'importante settore ittico viene fortemente colpito.

Il 20 giugno, degli addetti del parco nazionale del banco di Arguin (PNBA), una riserva naturale riconosciuta dal patrimonio mondiale de l'UNESCO [2][fr, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] hanno scoperto grandi quantità di pesci spiaggiati. È stato rilevato:

Que l’échouage de poissons était massif sur une longueur de 5 Km sur la plage entre les deux caps Tafarit et Tagarit ;

  • Qu’environ 53 espèces de poissons ont été recensés dans les échouages;
  • Que les espèces les plus occurrentes dans les échouages sont le lasser africain, l’éthmalose, les sardinelles, les poissons chats et les carangidés ;
  • Que les investigations sont en cours pour déterminer la cause des échouages des poissons en si grandes quantités, le Public en sera davantage éclairé de l’évolution de la situation.

Che lo spiaggiamento di pesci era lungo 5 km sulla spiaggia tra i due passi Tafarit e Tagarit;

- Sono stati individuati circa 53 specie di pesci spiaggiati;

- La maggior parte delle specie spiaggiate sono le alose africane, le sardine, i pesci gatto e i carangidi;

- Sono in corso delle indagini per determinare la causa di così grandi quantità di pesci spiaggiati. L'opinione pubblica verrà informata ulteriormente sull'andamento della situazione.

Nel 2020, gli studiosi dell'Istituto Mauritano di Ricerca Oceanografica e della Pesca (IMROP) di Nouadhibou, seconda grande città del nord e capitale economica del Paese, aveva già stabilito che questa strage riguardava soprattutto una specie di pesci, il cefalo nero [3]:

On a constaté que l’échouage concerne une seule espèce à 99%. Il s’agit du mulet noir. Et cela nous a amenés à voir les caractéristiques, les spécificités et les tolérances de cette espèce. Toute espèce a des conditions optimales pour se développer et parmi ces conditions optimales, il y a la température, il y a la salinité, il y a l’oxygène dans l’eau.

Si è constatato che lo spiaggiamento riguarda al 99% una sola specie: il cefalo nero. Di conseguenza ne abbiamo osservato le caratteristiche, le specificità e le tolleranze. Ogni specie presenta delle condizioni ottimali per svilupparsi, tra cui la temperatura, la salinità e l'ossigeno nell'acqua.

Lo stesso fenomeno è già avvenuto nel 2005, 2017 e 2020. Ogni volta l'IMROP aveva inviato i propri esperti, tra cui il dottore Abdoul Dia, capo del laboratorio degli studi sull'ambiente marino e costiero, il quale nel settembre 2020 aveva condiviso [4] su Radio France Internationale i risultati delle prime analisi:

On est dans la saison hydrologique chaude, la température atteint parfois jusqu’à 33, 34 degrés, des températures vraiment très élevées.

Siamo nella stagione idrologica calda, la temperatura delle volte raggiunge i 33,34 gradi, siamo di fronte a delle condizioni davvero molto elevate.

Tuttavia, lo spiaggiamento riguarda solo dei pesci di piccola taglia. Infatti il sito mauritanien chezvlane.com riportava [5] nell'aprile 2021 la foto di una pesce gigante, della razza “delle balene blu”, nel parco naturale del Diawling, scoperto nelle zone di Legweïchich, nel sud di Nouakchott:

Ce poisson géant, d’une longueur de 22 mètres et dont on ignore les causes de sa mort, a ramené aux esprits des phénomènes similaires avec la mort des très grandes quantités de poissons en septembre de l’année dernière quand on avait retrouvé près de 200 tonnes de l’espèce dispersées entre Nouakchott et le port de Tanit.

Questo pesce gigante, lungo 22 metri e di cui non si conoscono le cause della sua morte, ha ricordato dei fenomeni simili legati la morte di enormi quantità di pesce nel settembre dello scorso anno quando erano state ritrovate quasi 200 tonnellate di specie sparse tra Nouakchott e il porto di Tanit.

Diverse spiegazioni sulle origini della strage

Riguardo le cause probabili di questa strage di pesci, l'ONG della Mauritania PAMIE, che lavora sulla conservazione della biodiversità marina, si pronuncia in questi termini sulla propria pagina Facebook [6]:

Le 26 décembre 2020, une prolifération massive d’une espèce de microalgue s’est manifestée par une forte coloration de l’eau de mer au niveau de la zone Cabanon à Nouadhibou.
Cette espèce connue sous le nom de Noctiluca scintillans, ne sécrète pas de biotoxines marine mais peut tout de même entraîner une libération de fortes quantités d’ammoniaque et une diminution de la concentration en dioxygène dissous qui risqueraient d’entraîner des épisodes de mortalité de poissons. Il est important de signaler qu’il s’agit d’un phénomène naturel qui peut être facilement corrélé avec les conditions hydro-climatiques.

Il 26 dicembre 2020, un'enorme proliferazione di una specie di microalga si è manifestata attraverso una forte colorazione dell'acqua di mare a livello della zona Cabanon a Nouadhibou.

Questa specie, conosciuta con il nome di Noctiluca scintillans, non secerne biotossine marine, ma può comportare un rilascio di elevate quantità di ammoniaca e una diminuzione della concentrazione di ossigeno disciolto che rischierebbero di provocare episodi di mortalità dei pesci. È importante sottolineare che si tratta di un fenomeno naturale che può essere facilmente correlato alle condizioni idroclimatiche.

Alcuni utenti internet suggeriscono altre ipotesi, come JednaDeida:

Importanti quantità di pesci morti a Cap Tafarit. Questi pesci ritrovati lunedì sulle spiagge sono presenti perché costituiscono rigetti dei pescherecci o per qualche altro motivo? Il risultato è che si assiste ad una strage tra i pelagici.

In Senegal, Paese confinante nella parte meridionale, questo fenomeno è stato osservato ugualmente e gli utenti dei social media sono preoccupati. A Kayar, luogo situato a circa 58 km a nord di Dakar, dove la pesca artigianale è l'attività principale, l'utente di Twitter Mlamenu segnala:

A Kayar decine di delfini sono stati trovati morti sulle spiagge.
Cos'è successo davvero…

Alcuni dicono che hanno dovuto attraversare uno strato di rifiuti tossici.

Orribile.

Anche Ameth Haydara Sequeira, tecnico e fotografo, scrive su Twitter:

Li vedo anch'io nella nostra spiaggia. Che tristezza.

Un'attività essenziale per l'economia mauritana ormai in pericolo?

La pesca è un'attività di cui la Mauritania trae importanti risorse per la propria economia. Questo settore rappresenta [13] il 58% delle esportazioni del Paese, il 10% del prodotto interno lordo e il 29% del bilancio nazionale, corrispondente anche a quasi la metà delle proprie risorse in valute estere:

Selon la Société mauritanienne de commercialisation du poisson (gouvernementale), les exportations de produits halieutiques se sont élevées à plus de 248 000 tonnes en 2019, pour des recettes atteignant 638 millions de dollars….

En juin 2020, l'Organisation des Nations Unies pour l'alimentation et l'agriculture (FAO) a classé la Mauritanie au deuxième rang des pays africains producteurs de poisson après le Maroc, et au 20e rang à l'échelle mondiale.

Secondo la Società mauritana di commercializzazione del pesce (governativa), nel 2019 le esportazioni di prodotti ittici sono ammontati a oltre 248000 tonnellate, con ricavi fino a 638 milioni di dollari…

Nel giugno del 2020, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) ha posizionato la Mauritania al secondo posto dei Paesi africani produttori di pesci dopo il Marocco, e al ventesimo posto su scala mondiale.

Purtroppo, la crisi provocata dalla pandemia della COVID-19 ha colpito gravemente il settore ittico. Secondo uno studio condotto dalla FAO [14][en] tra luglio e agosto 2020, durante il primo semestre dell'anno 2020 il settore della pesca ha registrato una regressione pari al 20% rispetto al 2019.

Questo calo è legato in maniera diretta alle restrizioni imposte dalla lotta contro la COVID-19. Prima della pandemia, infatti, i pescatori lasciavano il porto alle tre del mattino e tornavano la sera tra le sedici e le venti. Con l'introduzione del coprifuoco, che si estende dalle quattro del pomeriggio alle sei di mattina, i pescatori sono obbligati a partire più tardi verso le sette e di tornare al molo prima verso le quindici, riducendo così i tempi di pesca.

A tutto questo si aggiunge il problema della pesca eccessiva di navi provenienti da Paesi sviluppati che mina la capacità di rinnovamento delle risorse marine. Nel marzo 2021, l'ONG Greenpeace segnalava la presenza nelle acque mauritane della nave FV Margiris, battente bandiera lituana, la seconda nave da pesca più grossa del mondo, di una capacità di stoccaggio di 6000 tonnellate, e di cattura e congelamento di 250 tonnellate al giorno.

Dr Aliou Ba [15], consigliere politico di Greenpeace Africa, afferma:

Alors que les pêcheurs locaux et les femmes transformatrices de poisson luttent pour faire face à une crise sans précédent due à la pénurie de ressources halieutiques, des navires de pêche destructeurs venus du monde entier pillent les eaux ouest-africaines [16]. Cette situation a entraîné l’insécurité alimentaire et la perte des moyens de subsistance des communautés locales. En outre, le niveau de chômage ne cesse d’augmenter à la suite de la crise du COVID-19 et des troubles sociaux dans la région ouest-africaine.

Mentre i pescatori locali e le zone trasformatrici di pesci lottano per far fronte ad una crisi senza precedenti dovuta alla penuria di risorse alieutiche, delle navi da pesca distruttrici provenienti da tutto il mondo saccheggiano le acque dell'Africa occidentale [16][en]. Questa situazione ha portato all'insicurezza alimentare e alla perdita dei mezzi di sussistenza delle comunità locali. Inoltre, continua ad aumentare il livello di disoccupazione a seguito della crisi della COVID-19 e dei disordini sociali nella regione dell'Africa occidentale.