Attacco a un treno in Giappone rivela misoginia e violenza di genere

a commuter rail station in suburban tokyo

Una stazione frequentata da pendolari alla periferia di Tokyo. Il 6 agosto 2021 un uomo ha attaccato 9 persone su un treno della capitale. Foto di Nevin Thompson, ritoccata a protezione della privacy.

Attenzione: questa storia contiene dettagli di violenza sulle donne.

Un attacco con coltello a Tokyo in agosto ha messo in luce una cultura di misoginia in Giappone, mentre alcune donne pendolari ora temono per la propria sicurezza.

Un trentaseienne è stato arrestato il 6 agosto con l'accusa di tentato omicidio dopo aver accoltellato i passeggeri [en] di un treno pendolari della linea Odakyu. Nell'aggressione sono rimasti feriti cinque uomini e quattro donne, di cui una trasportata all'ospedale in condizioni gravi.

Al momento dell'arresto l'aggressore avrebbe dichiarato [ja, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] che l'attacco era mirato specificamente alle donne:

6年ほど前から幸せそうな女性を見ると殺してやりたいと思うようになった […] 誰でもよかった。

Negli ultimi 6 anni, ogni volta che vedevo delle donne che sembravano felici le volevo uccidere…Chiunque l'avrebbe fatto.

Le donne giapponesi subiscono regolarmente attacchi a sfondo sessuale in svariate occasioni [it], come ad esempio gli spostamenti quotidiani da pendolari [it]. In seguito all'aggressione, molte donne hanno espresso la loro paura [en] sui social nel muoversi da pendolari [en] a Tokyo e in altre parti del Giappone:

In the last year alone I’ve had a man grope himself on the train in my face, multiple men approach me on the street for sex, several follow me through stations and on roads, a man rub his genitalia on me on the crowded train. 14 years of stories I don’t have enough characters.

— Ebby (Spooky Baphomet Prophetess ) (@anitapam22) August 8, 2021

Solo nell'ultimo anno mi sono capitati un uomo sul treno che si palpeggia schiacciato contro la mia faccia, uomini che mi abbordano in strada per fare sesso, altri che mi seguono, uno che si tocca i genitali su di me su un treno affollato. Sono 14 anni di storie simili e non ho abbastanza caratteri.

Diversi organi di stampa [en] compresi l'agenzia Kyodo e il Japan Times hanno riportato che l'aggressore ha “subito” [en] dei rifiuti nelle sue passate relazioni con donne. Nei giorni successivi all'episodio sono emerse prove che il sospettato, prima della cattura, avesse ipotizzato o pianificato [en] più di un attacco.

Questo è il tipo per cui alcune pubblicazioni volevano farci sentire dispiaciuti ieri. uhm.

Invece di concentrarsi sulla mancanza di successo dell'aggressore nelle relazioni interpersonali, alcuni giornalisti hanno definito gli attacchi “reati di misoginia” (ミソジニー犯罪), nonché “crimini verso le donne”.

Ito Kazuko, avvocato e segretario generale [en] di Human Rights Now con sede in Giappone, in un articolo scritto per Yahoo! Japan News, ha parlato di un (tentato) “femminicidio”:

被疑者が逮捕され、これから真相が究明されることになりますが、報道される被疑者の発言を前提とすれば、女性を狙った憎悪犯罪(ヘイトクライム)、フェミサイドという性格が色濃いことが懸念されます。

Man mano che vengono svelati maggiori dettagli, supponendo che le asserzioni del sospettato siano effettivamente quelle riportate dai media, cresce l'ipotesi che ci troviamo di fronte a un reato d'odio contro le donne e un [tentato] femminicidio. Le donne hanno sempre più paura.

“Il tratto in comune che hanno stragisti, serial killer e altri autori di crimini di genere è un odio cieco verso le donne”, afferma Julia DeCook [en] in un'intervista a Global Voices. DeCook è Assistente Professore alla School of Communication della Loyola University di Chicago, il cui ambito di ricerca include i gruppi di “haters” su internet, l'etnia e il genere, la supremazia maschile e la mascolinità in particolare.

“Non credo che [l'attacco al treno di Tokyo] sia un atto di estrema destra contro le donne, ma piuttosto un esempio sconcertante di quanto possano essere violenti e fatali contro la categoria femminile la misoginia e gli attacchi al femminismo e ai diritti delle donne”, dichiara DeCook. “La violenta misoginia che le donne subiscono ogni giorno nelle situazioni quotidiane è l'esempio di come il modello patriarcale eserciti il controllo politico attraverso manipolazioni (spesso private) fatte di paura e terrore.”

Il Giappone è noto [en] come un paese generalmente sicuro, stando anche a un recente sondaggio che vede il 73% [en] delle intervistate sentirsi sicura nel camminare di notte da sola per strada.

Tuttavia, la storica Sayaka Chatani ha messo in dubbio questo assunto:

È essenzialmente un mito che il Giappone sia un “paese sicuro”. Ogni giorno, nella nostra società, le donne vivono nell'angoscia di palpeggiamenti, molestie sessuali e minacce di morte. Chi esattamente afferma che “il Giappone è sicuro?”

In un rapporto del 2019 stilato dal governo giapponese, il 65% delle donne interpellate ha asserito di aver subito palpeggiamenti [it], toccatine indesiderate, e altri episodi simili di molestia sessuale, più frequenti [it] nei treni affollati.

Secondo alcune stime, più del 95% [en] degli episodi di violenza sessuale in Giappone non viene denunciato alla polizia. Il rapporto del 2019 citato nel paragrafo precedente ha rivelato che i reati sessuali continuano ad essere tra i meno segnalati in assoluto in Giappone, che vede soltanto il 14 % delle donne vittima di violenza esporre poi denuncia alle forze dell'ordine.

Secondo una statistica pubblicata dall'Agenzia Nazionale di Polizia giapponese (NPA) nel 2021, il numero delle denunce per reati di genere come ad esempio lo stalking o la violenza domestica è aumentato in Giappone nel corso degli ultimi vent'anni. Questo aumento è avvenuto in seguito all'introduzione della legge [en] contro lo stalking del 1999, e quella contro la violenza domestica nel 2001.

Ad esempio, nel 2000 ci sono state 2,280 denunce di stalking contro le 20,189 del 2020. Il picco è stato raggiunto nel 2017 con ben 23,079 casi riportati. Nel 2000 ci sono state 3,608 denunce formali di violenza domestica contro le 82,643 e le 120,000 chiamate ai numeri verdi contro la violenza del 2020.

Alcune forme di violenza non vengono ancora ufficialmente registrate dalla NPA — ad oggi non esiste una legge che definisca reato il sesso non consensuale [en] (di contro, “il rapporto sessuale forzato” e crimini analoghi sono codificati dal diritto penale giapponese solo se vengono commessi per mezzo di “attacchi o intimidazioni”).

Non tutte le donne fanno denuncia alla polizia.

“In Giappone, le donne tendono a non esporsi negli abusi subiti, e la polizia da parte sua non è sempre di grande aiuto in queste situazioni”, afferma DeCook.

Secondo la ricercatrice è un atteggiamento che si riscontra in tutto il mondo, non soltanto in Giappone.

“Assistiamo a casi di strupro e violenza domestica ai cui autori vengono inflitte pene irrisorie, perfino multe pecuniarie, o addirittura continuano ad avere accesso ad armi da fuoco anche dopo essere stati a processo per violenza sessuale e domestica”, afferma. “Questi casi sono tutti influenzati dalla logica e dal terrore incarnati dalla misoginia. Questi fattori combinati tra loro impediscono alle donne di vivere pienamente e partecipare a tutte le sfere della vita sociale.” 

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