
Screenshot dal video musicale “Enjoy Enjaami” di Dhee ft. Arivu, YouTube. Uso corretto.
Rolling Stone India [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] e la piattaforma musicale Maajja ad agosto 2021 hanno pubblicato un servizio speciale intitolato ‘Back to the Roots,’ contenente interviste approfondite a Dhee (Dheekshitha Venkadeshan), cantante tamil dello Sri Lanka, e al cantante tamil canadese Shan Vincent, come parte del reportage sul contributo innovativo dei musicisti indie tamil – la stessa attenzione è stata negata però al rapper tamil indiano Arivu (Arivarasu Kalainesan), noto per i suoi testi contro la casta e per i popolarissimi brani ‘Enjoy Enjaami‘ e ‘Neeye Oli,’ trattati ampiamente nel servizio. Tutto ciò ha provocato polemiche e un malcontento diffuso, costringendo i responsabili a correre ai ripari.
In India, quando dalle radio nei negozietti di alimentari risuona continuamente una canzone, significa che questa è arrivata alle masse. È il caso di ‘Enjoy Enjaami’. Pensata da un gruppo di musicisti tamil (Arivu, e Dhee tra gli altri), nel testo si intrecciano messaggi provocatori, elementi hip hop dell'R&B e oppari, uno stile musicale folk del Tamil Nadu. Arivu ha anche scritto le parole nel suo particolare stile caratterizzato da messaggi radicali e corraggiosi commenti politici presi dalla strada. Nel testo Arivu si riferisce a eventi dell'India coloniale, alla civilizzazione, alle risorse naturali e rappresentano un omaggio alla cultura e al popolo tamil. Arivu ha definito la canzone come un tributo a sua nonna Valliammal e ai loro antenati.
Valliammal e la sua famiglia discendono da un'ampia comunità di braccianti tamil che emigrarono in Sri Lanka nel Diciottesimo e Diciannovesimo secolo in cerca di condizioni di vita migliori. Subirono oppressioni e privazione di diritti per poi tornare nell'India meridionale ed essere trattati da ousider anche là. La nonna di Arivu, e altri come lei, hanno sopportato con determinazione e sono sopravvisuti, rivendicando gioia e orgoglio ogni singolo giorno.
Questa è l'emozione, la saggezza e l'anima che Arivu trasferisce, fonde e celebra in modo struggente.
Queste parole ne sono un esempio [ta]:
“Naan anju maram valarthen… Azhagana thottam vachchen… Thottam sezhithaalum en thonda nanaiyalaye.a”
Ho piantato cinque alberi… curato un giardino bellissimo… anche se il giardino sta fiorendo, la mia gola rimane secca
Tuttavia, l'uscita non è stata priva di un certo disagio. Non appena è stato rilasciato, il video è stato accusato di essere anacronistico, di cattivo gusto e in contraddizione con le idee contenute nel brano. Il video contiene riferimenti importanti al simbolismo africano che, oltre a non essere culturalmente legato all'estetica Dalit, Bahujan (una parola Pali che significa “i molti”) e Adivasi (una tribù indigena), è sembrato falso e forzato. Il video è incentrato su Dhee e poco su Arivu, quasi relegandolo a un oggetto di scena aggiunto come mera espressione del tokenismo.
Non sembra pensarla allo stesso modo la stragrande maggioranza delle persone considerato il successo globale. Con 30 milioni di visualizzazioni su YouTube in meno di due settimane, è stata selezionata in 11 playlist di Spotify, di cui due internazionali, la prima volta per un brano tamil.
Dhee si è presto accaparrata l'opportunità di realizzare un remix della canzone con il produttore franco algerino DJ Snake da inserire tra i nuovi singoli globali di Spotify. I principali manifesti di Times Square a New York mostravano al mondo il duo come parte delle campagne promozionali per la piattaforma di streaming. Con Arivu del tutto assente. Alimentando le voci secondo cui si trattava di vera appropriazione culturale o altro.
Un irritato Sankul Sonawane ha twittato:
Enjoy Enjaami is a song written by Dalit rapper Arivu about his grandma who was a plantation worker. Brahmin singer Dhee appropriates the song, now DJ Snake collabs with her. Arivu is totally erased from his own song by everyone. This is how UCs have historically stolen Dalit art pic.twitter.com/o5UK5W4Du1
— Sankul Sonawane (@Sankul333) June 26, 2021
Enjoy Enjaami è una canzone scritta dal rapper Dalit Arivu per sua nonna che era una bracciante nei campi. La cantante bramina Dhee si è appropriata della canzone e adesso DJ Snake collabora con lei. Arivu è stato completamente cancellato dalla sua stessa canzone. Questo è come l'interesse economico ha storicamente distrutto l'arte Dalit
Qualche mese dopo, Maajja (la casa discografica del singolo) ha scelto di lanciare Dhee e Shan Vincent De Paul, un cantante canadese con radici tamil di Jaffna, tra le proprie prossime uscite. Questo ha portato a una copertina e a una lunga intervista con Rolling Stone India nell'agosto 2021. Arivu è stato ancora una volta assente, nonostante l'articolo si concentrasse su due canzoni direttamente legate al suo lavoro – Neeye Oli (scritta da Arivu) e Enjoy Enjaami (scritta e cantata da Arivu).
.@talktodhee and @shanvdp appear on our August 2021 cover. The triumphant South Asian artists have been at the front of erasing border lines with songs like “Enjoy Enjaami” and “Neeye Oli” respectively, released via platform and label @joinmaajja
Cover story by @anuragtagat pic.twitter.com/OJgstNLWRA
— Rolling Stone India (@RollingStoneIN) August 20, 2021
.@talktodhee e @shanvdp nella copertina di Agosto 2021. I famosi artisti dell'Asia meridionale sono in prima linea nel superare le stratificazioni sociali attraverso canzoni come “Enjoy Enjaami” e “Neeye Oli”, rilasciate attraverso la piattaforma ed etichetta @joinmaajja
Arivu è stato quindi nuovamente ridotto a una nota a piè di pagina e gli è stata di fatto negata la proprietà del suo lavoro. Questa volta l'indignazione è stata più tangibile. #WhereIsArivu è diventato popolare e i social media sono implosi, parlando di esclusione. Pa. Ranjith (un celebre regista tamil con caustiche posizioni Dalit e Bahujan ) e altri hanno messo giù la cosa con tweet dai toni forti.
@TherukuralArivu, the lyricist of #Neeyaoli and singer as well as lyricist of #enjoyenjami has once again been invisiblised. @RollingStoneIN and @joinmaajja is it so difficult to understand that the lyrics of both songs challenges this erasure of public acknowledgement? https://t.co/jqLjfS9nwY
— pa.ranjith (@beemji) August 22, 2021
@TherukuralArivu, l'autore e cantante di #Neeyaoli anche autore di #enjoyenjami è stato un'altra volta ignorato. @RollingStoneIN e @joinmaajja è così diffcile comprendere che i testi delle due canzoni protestano proprio contro questa cultura della cancellazione del merito?
La storia di chi è raccontata da chi?
La questione centrale sollevata da questa vicenda riguarda l'ethos di un'industria che dovrebbe essere radicato in quei princìpi che salvaguardano gli interessi delle comunità emarginate e il loro diritto ad essere presenti nell'arte che spera, aspira e racconta. Quando l'arte si ispira alle esperienze di vita straordinarie degli emarginati, è proprio a questi che dovrebbe essere affidata la narrazione dell'intero iter creativo. Quella che avrebbe dovuto essere la narrazione, condivisione e diffusione della storia di Arivu, è diventato il biglietto di Dhee per la sua incursione nella scena musicale internazionale.
È importante ricordare anche che Dhee e Arivu non arrivavano dalla stessa condizione sociale, infatti Dhee parte da una buona posizione (il suo patrigno è Santhosh Narayanan, un noto compositore di musica Tamil) e gode dei vantaggi della diaspora. Tuttavia, questa non è certo la prima volta che l'arte e la cultura Dalit vengono derubate – i musicisti e gli artisti neri sono stati storicamente trattati allo stesso modo. Shalin Maria Lawrence, scrittrice e attivista della comunità, riassume questo in un thread molto dettagliato:
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When #enjoyenjaami was released I first thought it was Arivu's independent single and it had Dhee supporting him as he was an independent artist. He wrote the lyrics ,sang .The song was his idea.Nobody can deny it. But the title said “Dhee ft Arivu”.
— Shalin Maria Lawrence (@TheBluePen25) August 22, 2021
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Quando #enjoyenjaami venne rilasciato credevo si trattasse del singolo indipendente di Arivu e che Dhee lo supportasse in quanto artista indipendente. Ha scritto le parole e l'ha interpretata. La canzone era una sua idea. Nessuno può negarlo. Ma il titolo diceva “Dhee ft Arivu”.
Come è andata alla fine?
Le reazioni sono state deludenti. Kiruba Munusami, un ricercatore e avvocato presso la Corte Suprema indiana attacca duramente:
Why only blame @RollingStoneIN and @joinmaajja for invisiblising @TherukuralArivu from erasing the global boundaries? @talktodhee could have stepped back crediting @TherukuralArivu for his politics, lyrics & voice. This privilege is why I have been criticising Savarna women for. pic.twitter.com/EWAcrQDt7s
— Kiruba Munusamy (@kirubamunusamy) August 23, 2021
Perché biasimare soltanto @RollingStoneIN e @joinmaajja per aver occultato @TherukuralArivu dal tentativo di cancellare le discriminazioni globali? @talktodhee avrebbe potuto fare un passo indietro e riconoscere @TherukuralArivu per idee, testi e voce. Questo privilegio è il motivo per cui ho criticato le donne Savarna.
Dhee e Maajja hanno mantenuto il silenzio radio nonostante fossero responsabili della cancellazione sistematica di Arivu e dei suoi contributi. Stranamente, la casa di produzione è stata concepita da giganti del settore, tra cui A. R. Rahman, allo scopo di amplificare e rappresentare musicisti svantaggiati. Shan ha scelto di non sostenere pubblicamente il suo collega artista.
Rolling Stone India ha poi aggiunto Arivu nella copertina del suo numero digitale come risposta allo scontento generale. Mentre questo ha soddisfatto alcuni, altri ammiratori e sostenitori di Arivu sono rimasti fedeli e solidali. Alcuni hanno presentato le proprie versioni di copertina, ponendo Arivu nei suoi elementi. Diverse voci fanno eco alla necessità per gli artisti Dalit e Bahujan di creare le proprie piattaforme indipendenti dal mainstream. Oltre a permettere loro di occupare spazio e prosperare, questo incoraggerà anche la narrazione incentrata su giustizia ed equità e sfiderà definitivamente la rappresentazione non inclusiva.