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“Siete più che abbastanza bravi”

Categorie: Caraibi, Trinidad & Tobago, Citizen Media, Giovani, Istruzione, The Bridge
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Banchi di scuola; foto [1] su Flickr [2] di Jack Sem [3], CC BY 2.0 [4].

Nota dell'editor: Il 9 settembre, gli studenti di Trinidad e Tobago che di recente hanno sostenuto il Secondary Entrance Assessment (SEA) —un test d'ingresso di alto livello che determina quale scuola secondaria debbano frequentare—hanno ricevuto i loro risultati. Circa 19.645 studenti [5] [en, come tutti i link successivi, salvo diverse indicazioni] hanno svolto l'esame del 2021 ma, poiché i posti all'interno delle scuole “di prestigio” sono limitati, la competizione è feroce. Inoltre, dato che molte di queste scuole sono gestite da consigli religiosi, esiste un accordo — il Concordato [6]— che attribuisce loro il diritto di selezionare con attenzione il 20% dei nuovi studenti iscritti alle scuole religiose, indipendentemente dalla loro performance.

Il sistema è stato a lungo considerato come ingiusto [7] e controintuitivo rispetto all'apprendimento dei bambini. La scrittrice Shivanee Ramlochan, che ha avuto le sue difficoltà con il sistema educativo della nazione, ha condiviso [8] su Facebook il suo pensiero sull'esame. Ci ha gentilmente concesso di ripubblicarlo, qui in basso:

Ero una studentessa ribelle.

Nonostante fossi portata per lo studio della lingua, molti aspetti delle mie esperienze nella scuola primaria e secondaria mi demotivavano e ostacolavano completamente. L'amministrazione scolastica e i metodi disciplinari di molti miei educatori, punitivi e basati sulla vergogna, non erano d'aiuto. Ero, naturalmente, una giovane precoce e arrogante ma, quasi senza eccezioni, i miei ricordi accademici peggiori hanno a che fare con gli insegnanti  più grandi, più saggi, con maggiore —  esperienza — che mi riducevano spietatamente in lacrime.

Questo è per dire che ci sono un po’ di passioni che sono state represse nel mio corpo e nella mia mente prima che potessero sbocciare, come risultato diretto del modo in cui fui educata. Non attribuisco colpe a nessuno; al contrario, essere dissuasa in passato da certi svaghi ha solo rafforzato il mio desiderio di dedicarmi a essi oggi. Tuttavia, com'è mia abitudine il giorno in cui vengono pubblicati i risultati degli esami di ammissione, trovo di non poter tacere riguardo le aspettative ottuse, punitive e repressive che abbiamo nei confronti dei giovani del nostro paese.

I giornali di oggi saranno disseminati di “fuoriclasse,” di ragazzi e ragazze occhialuti e raggianti che stringono la scheda dei risultati, affiancati da due genitori incoraggianti, una visione di beatitudine domestica. Chi ce l'ha fatta parlerà di notti lunghe e frustranti incollato ai libri, dell'importanza di Dio, del badminton e del nuoto insieme alle equazioni e ai temi. Verranno lodati, e non cerco di togliere loro nulla.

Ci sono molti più bambini che oggi si sentiranno infelici, mentre la scheda dei risultati tra le loro mani dice che non hanno passato l'esame per la prima, seconda, terza o quarta volta. Forse, infatti, hanno “fallito.” I loro genitori verseranno lacrime, grideranno, o li piccheranno finché non sapranno se piangono per le botte o per la mancanza di amore che provano. I loro amici li guarderanno con compassione e sollievo per non trovarsi in una situazione così penosa. Le loro vite gli sembreranno così deprimenti che alcuni potrebbero essere tentati di farsi del male, per liberare il mondo dall'imbarazzo che hanno causato. E questi sono i bambini a cui vorrei poter dare tutto, ogni certezza e ogni fiducia nella loro forza e nella loro promessa.

Oggi e ogni giorno della pubblicazione dei risultati, vorrei ci fossero premi e riflettori da prima pagina per la ragazza orgogliosa di aver terminato questa volta il compito d'esame, o per il ragazzo che, finalmente, ha capito la domanda di comprensione più difficile nonostante non abbia passato quella sezione. Per l'alunno che pensava avrebbe fallito, solo per esplodere di gioia all'essere stato scelto per un college “non prestigioso,” seppur vigorosamente olistico. Per i gemelli che non hanno mai avuto progetti su scuole di prestigio e volevano solo frequentare una scuola secondaria da qualche parte vicino casa, con un grande prato erboso dove potessero giocare a cricket e a calcio. Tutti questi bambini meritano lodi. Nessuno di loro merita umiliazioni.

Le rigide esigenze neocoloniali della gerarchia accademica di Trinidad e Tobago stabiliscono una via—stretta e crudele—perché un bambino “abbia successo.” A meno che non frequenti la “giusta” scuola materna, l'adeguata scuola primaria, l'ideale contesto di scuola secondaria, a meno che tu non “vinca” una borsa di studio ed emerga dall'altro lato di questa sfida estenuante un medico, un avvocato oppure — escludendo questi due — un ingegnere, a meno che questo non sia stato il tuo percorso, allora non meriti le lodi alla tavolata di famiglia a Natale. Non ho bisogno di dire a ciascuno di voi che ciò è sbagliato. Tuttavia, per alcuni di noi questo è il modo in cui siamo cresciuti, sia che abbiamo lottato per raggiungere il successo o meno.

Desidero un sistema educativo che premi sinceramente le intelligenze multiple, e una società supportata da media e organizzazioni non governative che facciano davvero quelle lodi. Vorrei dire ai bambini che si sentono scoraggiati e stravolti dal dolore, che vedono i loro gruppi andare alla scuola religiosa e al college, che la cosa migliore che possano fare con le loro vite è quella che dà loro piena soddisfazione, e ciò non deve essere per forza il sistema idraulico del corpo umano; può essere, infatti, l'impianto idraulico di bagni, rubinetti e lavandini. Che una vita priva di libri di testo sull'illecito civile e di seta per avvocati non è superiore, più brillante o migliore di una in cui, per vivere, prepari torte con supereroi o progetti francobolli, oppure guidi autotreni intorno ai pericolosi angoli della nostra isola e lungo le strade piene di buche con destrezza e precisione, o crei perfetti stili puntinisti su unghie laccate.

Di tutte queste abilità è fatto il nostro paese. Dalla raccolta dei rifiuti passando per il giardinaggio fino alla chirurgia geriatrica, abbiamo bisogno di tutti. O preferiremmo una Trinidad e Tobago dove 1,3 milioni di dottori-avvocati-ingegneri si osservano con aria assente, arriva il momento di riparare un carburatore, andare a teatro, leggere un romanzo, installare un climatizzatore, volare a Tobago, o estrarre pietra dalla terra?

Ai bambini che pensano di aver fallito:
Non avete fallito. Anche se non avete passato questo esame.
Non siete meno meritevoli. Non meno capaci. Niente di meno.
Il mondo è ancora vostro come lo è degli altri.
Siete ancora, e sarete sempre, persone radiose, capaci di infinite possibilità.

E sì, lo assicuro, siete più che “abbastanza bravi”.

La raccolta di poesie del 2017 di Shivanee Ramlochan, Everyone Knows I  Am a Haunting, è stata candidata al premio Felix Dennis Award del 2018 come migliore prima raccolta.