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“Dobbiamo normalizzare l'HIV adesso, non domani”, afferma un artista cileno

Categorie: America Latina, Cile, Arte & Cultura, Citizen Media, Diritti gay (LGBT), Diritti umani, Giovani
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José Abarza: “Scoprire di avere l'HIV è stato come fare coming out un'altra volta. L'ho vissuto in questo modo. Era la mia seconda occasione e questa volta non sarò triste a riguardo, anzi ne farò uno spettacolo.” Immagine pubblicata sotto Licenza Creative Commons 4.0.

La seguente intervista di Palo Valencia [2] [es, come i link seguenti] è stata originariamente pubblicata su Pousta [1], un media cileno. Una versione curata appare sotto licenza Creative Commons Licence 4.0.

“El Sombra è un parassita,” vi dice José Abarza quando si presenta. Perché la persona davanti a voi non è José, ma El Sombra (L'Ombra), il personaggio che ha adottato per identificarsi artisticamente e in quanto essere umano. Abarza è conosciuto in Cile come membro della band reggaeton Marako Intenso [3], che tenta di capovolgere gli stereotipi legati al genere e fornire una nuova immagine:

Abarza crea delle “bizzarre esibizioni artistiche [4]“. Le definisce così. Si esibisce fin dai tempi della Marako Intenso, quando cantava delle sue esperienze personali. Ad esempio, la canzone Trava asesina riguarda un travestito che Abarza conosceva, che ha ucciso tre persone e trascorso nove anni in prigione; oppure Sexy pasturri, che riguardava qualcuno che gli piaceva ma che faceva uso di pasta di coca [5]:

Muchas veces te bombardeas de tantas cosas y normalizas tantas situaciones que […] ya no te sorprenden. Pero cuando sales de ahí piensas que es fuerte […] 

Molte volte ti bombardi di molte cose e normalizzi delle situazioni che […] ormai non ti sorprendono più. Ma quando te ne vai, capisci quanto è dura [… ]

Ma adesso Marako Intenso appartiene al passato e El Sombra è un artista indipendente: 

Yo soy loca, soy más bizarra. Yo hablo del sida, de las enfermedades de transmisión sexual, sobre cortarte, que [insultes] a los demás. Ahora hago algo similar a Marako Intenso pero más bonito, más visualmente cuidado. Ya no me grabo yo, hay alguien que lo hace, que me corta y arma las maquetas. Yo puedo pedir lo que quiera, quiero que suene así, o quiero que suenen balazos. Igual antes me tenía que adaptar a lo que había en internet y [eso] me enseñó a trabajar con cero recursos. Pero ahora puedo crear algo con más recursos.

Sono una persona queer molto stravagante. Parlo molto di AIDS, di malattie sessualmente trasmissibili, di autolesionismo e di insulti rivolti ad altre persone. Ora sto facendo qualcosa di simile a Marako Intenso, ma più affascinante, più attento dal punto di vista estetico. Non mi registro più, qualcun altro invece lo fa, e poi taglia e mette insieme i modelli per me. Posso chiedere ciò che preferisco, ‘Voglio questo tipo di suono, oppure voglio il suono dei colpi di pistola.’ Prima dovevo adeguarmi a quanto c'era su Internet, e [ciò] mi ha dimostrato come lavorare con nessuna risorsa. Ora posso creare qualcosa con più risorse.

A marzo del 2016, El Sombra è apparso in una storia sull'HIV sulla testata di un giornale indipendente, El Desconcierto [6], rivelando di essere sieropositivo. Quello che per molti era un dramma senza fine non si è rivelato essere lo stesso per lui:

Salió un día y al otro tenía toda la bandeja de entrada llena de mensajes de ‘estoy contigo’, ‘te apoyo’. Y yo [respondía] ‘no me estoy muriendo, estoy más vivo que nunca’. Lo que menos quiero es que sientan pena o lástima

Un giorno la notizia è diventata pubblica e all'indomani ho ricevuto moltissimi messaggi come, ‘Sono con te,’ ‘Ti supporto.’ E io [ho risposto] ‘Non sto morendo, sono più vivo che mai.’ L'ultima cosa che voglio è che gli altri provino pietà nei miei confronti.

‘Questa era la mia seconda occasione, ma questa volta non sarò triste’

Sombra ha avuto l'HIV per poco più di un anno adesso, ma per qualche momento ha dovuto affrontare incertezze e difficoltà. Per molti mesi si è sottoposto a numerose visite mediche senza sapere cosa avesse, “O avevo l'HIV o la leucemia. Preferivo l'HIV al cancro” ha detto.

Dopodiché, si è fatto vedere da una serie di dottori che si sono rifiutati di curarlo. Ha visto altri dottori assistere 17 pazienti in un'ora e mezza. Altri si presentavano accompagnati da studenti di medicina mentre lo visitavano, Al momento, non è in una fase in cui è necessario che riceva delle cure mediche. La terapia non è un argomento che affronta volentieri.

Tengo un amigo que toma como ocho pastillas y él no se va a morir de sida, se va a morir de falla hepática de tanta cosa. Si al final nos quieren a todos los [homosexuales] muertos y resulta que somos súper buena inversión. Vivimos solos, [salimos de fiesta] toda la vida, nos compramos ropa cara, no tenemos hijos. ¿Para que nos quieren matar estos empresarios locos?

Ho un amico che prende otto pillole. Non morirà di AIDS, ma avrà un'insufficienza epatica a causa di tutta questa roba. Se poi alla fine vogliono uccidere noi [omosessuali], questo si rivelerebbe un grande investimento. Viviamo le nostre vite da soli [facciamo festa], compriamo vestiti costosi, non abbiamo figli. Per quale motivo quei pazzi uomini d'affari vorrebbero ucciderci?

Per quanto riguarda la diagnosi, Sombra dice:

Enterarme de que tenía VIH fue como salir nuevamente del closet. Yo lo vi así. Esta era mi segunda oportunidad y esta vez no lo voy a hacer triste, lo voy a hacer con show. Si mi mamá se siente mal, obvio que se lo voy a explicar de mejor forma para que no le de pena. Si [tengo sexo] con alguien obvio que le voy a decir, mejor que lo sepa de antes para evitar esa conversación. Porque no todo el mundo es como uno. Mis amigos me dicen [“no me toques”] y yo les digo “me voy a cortar en la noche y se lo voy a pegar a todos”. Es un [fastidio] constante. Pero el poder lo tengo yo. Yo soy un arma mortal

Scoprire di avere l'HIV è stato come fare coming out un'altra volta. Scoprire di avere l'HIV è stato come fare coming out un'altra volta. L'ho vissuto in questo modo. Era la mia seconda occasione e questa volta non sarò triste a riguardo, anzi ne farò uno spettacolo. Se mia madre starà male, ovviamente glielo spiegherò nel miglior modo possibile affinché non soffra. Se io [faccio sesso] con qualcuno, ovviamente glielo dirò. Per loro è meglio saperlo prima in modo da evitare quella conversazione. Perché non siamo tutti uguali. I miei mi dicono [‘non toccarmi’] e io dico loro, ‘Una sera di queste mi taglierò e lo passerò a tutti voi.’ È una seccatura costante. Ma ho il potere. Sono un'arma vivente.

Secondo lui, i gruppi al potere hanno preso il controllo del discorso sull'HIV:

Todo lo adornan con lentejuelas. Hubo una marcha el 1 de diciembre para decir “yo tengo VIH”. Patético, salgamos a marchar a decir que tenemos VIH todos. A mí me llegó una invitación y dije ‘uuuh voy a derramar y esparcir sangre para que todos se infecten’, y me dicen ‘oooh es tan serio’. No puedes dar charlas para asustar a la gente. Normalicemeos el VIH ahora, no mañana. Yo no entiendo a la gente que le tiene tanto miedo al VIH. Sí, ya, es una enfermedad crónica. Pero si te la cuidas bien puedes ser más sano que alguien sin VIH. Tengo VIH. Soy persona.

Viene tutto agghindato con delle paillettes. C'è stata una marcia il 1° dicembre per dire, ‘Ho l'HIV.’ Patetico. Andiamo tutti là fuori per dire di avere l'HIV. Ho ricevuto un invito e ho risposto, ‘Uh, leccherò tutto e spargerò sangue dappertutto per infettare tutti,’ e mi hanno detto, ‘Oh, è una cosa seria.’ Non si possono tenere delle conferenze che spaventino la gente. Dobbiamo normalizzare l'HIV adesso, non domani. Non capisco chi ha paura dell'HIV. Sì, d'accordo, è una malattia cronica. Ma se ti prendi cura di te stesso, puoi godere di una salute migliore di una persona che non è sieropositiva. Io ho l'HIV. Sono una persona.