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Dopo l'attacco al centro sociale LGBTI a Sofia, attivisti e principali politici bulgari condannano la violenza estremista di destra

Categorie: Europa centrale & orientale, Bulgaria, Citizen Media, Diritti gay (LGBT), Diritti umani
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Gloria Filipova di Rainbow Hub di persona sabato 30 ottobre 2021. Foto: screenshot di un video di Facebook [2] di Rainbow Hub, usata con permesso.

Lo scorso 30 ottobre, un gruppo di circa dieci uomini robusti appartenenti al partito politico ultranazionalista Unione Nazionale Bulgara – Nuova Democrazia [3] [en, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] (UNB-ND) ha attaccato il Rainbow Hub, un centro sociale LGBTI a Sofia, la capitale della Bulgaria. Il gruppo estremista con legami neo-nazisti [4] ha danneggiato il posto, distruggendo mobili e attrezzature, mentre il candidato alla presidenza Boyan Rasate assaliva fisicamente l'attivista Gloria Filipova.

I nostri uffici e il centro sociale LGBTI a Sofia – Rainbow Hub, sono stati attaccati stanotte durante un raduno della comunità trans. Il leader dell'attacco Boyan Rasate è ben noto per le sue azioni e le sue affermazioni LGBTI-fobiche e al momento è candidato alla presidenza in Bulgaria.

Secondo il telegiornale [10] [bg] di Nova.bg, la polizia ha iniziato un'investigazione per “vandalismo”, sulla base della testimonianza dell'attivista Gloria Filipova, la quale è stata sottoposta a una visita medica subito dopo [bg]:

Физически съм добре. Нараняването е минимално. Психически съм доста стресирана. Имахме събитие и към 17.30 ч. се почука на вратата. Едно момиче стана да отвори. Аз също отидох, за да видя кой е. Влезе група, ръководена от Боян Расате. Започнах да викам, че не може да влизат и тогава той ме удари. Започнаха да чупят всичко наоколо. Всичко продължи няколко минути. Звъннах на 112.

Sto bene fisicamente. Le ferite sono minime. Psicologicamente sono molto stressata. C'è stato un evento e verso le 17:30 qualcuno ha bussato alla porta. Una ragazza è andata ad aprire. Sono andata anch'io a vedere chi fosse. Un gruppo guidato da Boyan Rasate è entrato. Ho iniziato a urlare, a dire loro che non potevano entrare, e poi mi ha colpita. Hanno iniziato a rovistare ovunque. Il tutto è durato qualche minuto. Ho chiamato la polizia con il telefono.

Altri testimoni hanno confermato che il presunto capo dell'attacco Boyan Rasate ha colpito Filipova con un pugno in faccia. Secondo il Sofia Globe, Filipova ha aggiunto:

In the end, Boyan Rasate and another man remained. I had said that they had done their job and could leave, but he replied that he had not finished yet and took out a knife and cut the tires of a scooter that was here. The knife was not used against us, but there was a weapon.

Alla fine, erano rimasti Boyan Rasate e un altro uomo. Ho detto che avevano fatto il loro lavoro e potevano andarsene, ma lui ha risposto che non aveva ancora finito e ha tirato fuori un coltello e ha tagliato le ruote di un motorino che era lì. Il coltello non è stato usato contro di noi, ma c'era un'arma.

Rasate ha dichiarato a Nova.bg domenica mattina che la polizia non l'aveva ancora contattato.

Quattro partiti politici e un certo numero di singoli politici hanno condannato l'attacco, secondo [11] [bg] Radio Free Europe in bulgaro.

Radan Kanev, membro del centro-destra del Parlamento Europeo, ha dichiarato [12] [bg] in un post su Facebook che l'evento, sebbene “oltraggioso e disturbante,” non era inaspettato, perché “la violenza basata sull'odio nei confronti di sessualità differenti, particolarmente nei confronti delle persone gay, non è un problema nuovo in Bulgaria. Al contrario, è un problema profondo che ha già fatto vittime innocenti.”

Ha anche ripetuto che è giunto il momento che i crimini motivati dall'odio nei confronti di sessualità differenti siano considerati reati secondo il Codice Penale.

L'attacco neonazista nei confronti del Rainbow Hub a Sofia è tanto oltraggioso e allarmante quanto atteso. Atteso perché la violenza basata sull'odio nei confronti di sessualità differenti, particolarmente nei confronti delle persone gay, non è un problema nuovo in Bulgaria. Al contrario, è un problema profondo.

Monitor.bg ha riportato [20] [bg] che il partito politico di centro-sinistra Continuiamo il Cambiamento [21] ha rilasciato un comunicato tramite Facebook sostenendo che gli attacchi da parte di “un'organizzazione di tipo paramilitare” fossero armati, e ha richiesto la revoca dell'immunità parlamentare del loro capo e un intervento rapido della procura.

La Fondazione Bilitis, fondatrice del Rainbow Hub, ha dichiarato [22] su Twitter che l'attacco è stato eseguito solo dieci giorni dopo che una petizione di All Out [23] [it] con più di 8,000 firme è stata depositata al Ministero della Giustizia richiedendo l'introduzione dei crimini d'odio anti-LGBTI nel Codice Penale. I crimini d'odio [24] [it] basati sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere della vittima al momento non sono riconosciuti come categoria speciale in Bulgaria.

Il 26 ottobre, la Corte Costituzionale bulgara ha decretato che la ratifica della Convenzione di Istanbul [25] [it], un trattato internazionale sui diritti umani contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, sarebbe anti-costituzionale. Balkan Insight ha riportato [26] che gli attivisti in Bulgaria hanno criticato la sentenza, che affermava che la parola “genere” può indicare solo il sesso biologico.

In Bulgaria, il termine inglese “gender”, nella sua traslitterazione diretta (джендър), viene usato come un insulto [27] [it], per sminuire minoranze sessuali e persone non conformi al genere. Spesso, il termine viene anche usato per denigrare femministe e difensori dei diritti umani.

Un certo numero di persone su Twitter che chiede solidarietà con Rainbow Hub ha anche fatto notare che essa si può esprimere tramite donazioni che saranno usate per ricostruire e riattrezzare il posto.

Ieri sera un centro sociale LGBTI a Sofia è stato attaccato dall'Unione Nazionale Bulgara, con una persona ferita. Se vuoi supportare il centro nella ricostruzione e nella continuazione del suo importante lavoro, ecco qui come donare.