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Fondatori e editor del sito Hola News si dimettono a causa di pressioni delle autorità kazake

Categorie: Asia centrale & Caucaso, Kazakistan, Censorship, Citizen Media, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Advox

La ex editor di Hola News, Zarina Akhmatova, durante un'intervista rigaurdo al blocco del sito web. Il sottotitolo: “Ogni mese, 1 milione e mezzo di utenti visitano il sito Holanews.kz.” Istantanea tratta dal canale YouTube Dergachyov Insight [1].

Nelle stesse ore in cui è stato annunciato lo shutdown di Facebook [2] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] lo scorso 4 ottobre, è stato impossibile accedere anche ad uno dei maggiori siti di informazione del Kazakistan, Hola News, e di certo non per problemi tecnici. Le ragioni di questo shutdown durato ben 10 giorni [3] non sono ancora state chiarite dalle autorità locali.

Il sito, seguito sui social da centinaia di migliaia di utenti, aveva pubblicato il 4 ottobre un articolo riguardo all’indagine [4] OCCRP in cui sono state vagliate alcune società offshore presumibilmente collegate con l'ex presidente della nazione.

I fondatori del sito, Alisher Kaidarov e Adilet Tursynbek, insieme con la loro editor, Zarina Akhmatova, hanno deciso di rimuovere il 5 ottobre [5] [kk] l'articolo dai loro server, presupponendo che il blocco fosse dovuto proprio alla pubblicazione di quell'articolo. Il giorno seguente, i tre hanno notato [6] [kk], invece, che il blocco era dovuto a una Ispezione del Pacchetto Profondo [7] (DPI in inglese), una tecnologia utilizzata di frequente dai governi per censurare i contenuti web.

Dunque, al posto del pezzo originale, il sito Hola News ha pubblicato un articolo bianco che aveva tutte le apparenze di un necrologio. Di conseguenza, la pagina web che è stata portata ad autocensurarsi, ha scritto:”Qui c'era il titolo”, “qui si trovava l'immagine” e “qui c'era il corpo dell'articolo”. In fondo alla pagina, l'unica nota aggiunta consisteva in un video di YouTube [8] [kk] della canzone “Non c'è niente di meglio al mondo!” che introduce la versione sovietica del cartone de “I musicanti di Brema”.

Uno screenshot dell'articolo, ora censurato, della testata Hola News [9].

Tutto appariva come una sorta di epitaffio di Hola News, creata nel 2018 in Kazakistan, nel bel mezzo di in un ambiente ostile per i mezzi di comunicazione. Di fatto, immediatamente dopo il ripristino in rete del sito web, Kaidarov, Tursynbek, e Akhmatova hanno deciso di dimettersi [10] [kk] con un annuncio pubblico, a causa delle pressioni ricevute.

After being blocked for 10 days, we had to give up our basic principles [of honesty and objectivity]. We have removed the article from the site. […] That is why we believe that, in order to remain yourself, leaving is better than staying.

Dopo essere stati bloccati per 10 giorni, ora dobbiamo rinunciare ai nostri principi base [di onestà e di oggettività]. Abbiamo rimosso l'articolo dal sito. […] Ecco perché noi crediamo che, per rimanere se stessi, è meglio andarsene che restare.

La Adil Soz, una sorta di guardiano della libertà di espressione, ha rilasciato ufficialmente una dichiarazione [11] [kk] contro il blocco subito da Hola News che è stata indirizzata direttamente al Ministero dell'Informazione, tramite l'apposito portale web.

Il blocco è stato, in effetti, un brutto colpo per Hola News, una misura troppo dura, in modo particolare se si considera che le altre [12] testate giornalistiche [13] [kk] hanno trattato lo stesso argomento e che il sito web Semey City [14] [kk]  aveva copiato e condiviso il testo originale di Hola News.

Gli osservatori si sono chiesti, dunque, se questo non fosse “un unicum” oppure “un modo per avvertire gli altri”. Nurzhan, analista politico che ha chiesto di non condividere il suo cognome, ha raccontato a Global Voices che “molto probabilmente il governo ha colpito Hola News visto il suo ampio numero di follower”. Difatti, oltre un milione e mezzo di visitatori al mese leggono le notizie di Hola News, per cui il sito web ha un forte impatto sui social media.

Nell'ultimo report sulla libertà su internet, pubblicato da Freedom House, il Kazakistan è stato classificato come un Paese in cui non si è liberi [15] di navigare e di pubblicare contenuti sul web, viste tutte le difficoltà di accesso ai siti e i limiti imposti sui contenuti.

Self-censorship in the media is pervasive, even among independent online news outlets, because existing legislation often contains ambiguity.

L'autocensura sta diventando troppo frequente nei media, addirittura anche nei siti di informazione indipendenti, dato che la normativa esistente risulta spesso ambigua.

La trapelazione dei Pandora Papers [16] — circa 3 terabyte di dati diffusi tramite la pubblicazione di 12 milioni di documenti che contengono dati sensibili  — ci fa notare con maggiore attenzione gli accordi non propriamente trasparenti che riguardano individui coinvolti nella politica kazaka. Da questa prospettiva, il blocco del sito di Hola News potrebbe essere un monito, visto che in molti potrebbero decidere di autocensurarsi in vista dei controlli governativi.

Oltre alla nuova regolamentazione [17] e all'assenza dei comuni mezzi di sicurezza diffusi nel resto del mondo [18], è stato confermato che il Kazakistan rappresenta un contesto ostile per i giornalisti. Ad alcuni tra questi è stato imposto l'uso di software spia, come è stato svelato lo scorso luglio tramite l'indagine condotta all'interno del progetto Pegaso [19].

Ora, ad Hola News potrebbe toccare la stessa sorte di altre piattaforme media che sono state costrette a scegliere tra l'autocensura o l'indipendenza pur di sopravvivere.