“Hong Kong, add oil” espressione censurata perché associata alla sedizione

Immagine di the Stand News. Pubblicata su autorizzazione.

Un'espressione molto comune come “Hong Kong, Add Oil,” (molto simile ad espressioni italiane come “dai”, “forza”, “a tutta birra”, “a tutto gas”) è diventata un argomento politicamente delicato, tanto che ad Hong Kong la si censura.

“Add oil” (加油) è un'espressione di incoraggiamento che si dice spesso per supportare qualcuno. Si usa molto di frequente nelle aree in cui si parla cinese, in modo particolare, la si pronuncia durante una partita sportiva quando i tifosi cercano di incoraggiare i giocatori della propria squadra del cuore. Per esempio, l'espressione è stata pronunciata dagli leader cinesi durante le Olimpiadi che si sono tenute a Pechino nel 2008, così come riporta il reporter del New York Times, Austin Ramzy, che ha scritto sul suo account Twitter [en]:

Vale la pena notare come sia generico lo slogan 香港加油. Praticamente significa ‘Dai, su Hong Kong!’ e lo usano tutti. In questo caso è stato attribuito all'allora Direttore Generale Donald Tsang che ha pronunciato l'espressione in questione durante le Olimpiadi di Pechino, ma lo slogan è anche attribuibile al Vice Ministro Xi Jinping che l'ha usato durante un giro di ispezione di quei giochi olimpici.

Ad ogni modo, in un recente procedimento giudiziario ad Hong Kong, tale espressione è stata etichettata come sediziosa, di conseguenza queste parole sono state vietate in occasione della Maratona annuale che si svolge in città e che quest'anno ha avuto luogo il 24 ottobre. Il divieto è scaturito dall'azione di alcuni manifestanti che hanno intonato questo slogan durante le proteste di estradizione contro la Cina nel 2009 [en].

La Maratona di Hong Kong è il più grande evento sportivo della città. La gara, che è stata proposta per la prima volta nel 1997 e sponsorizzata dalla Standard Chartered Bank, coinvolge ogni anno circa 74.000 corridori locali ed internazionali. Di fatto, la competizione sportiva è diventata una delle più grandi strategie di promozione della città stessa [en].

Dopo essere stata annullata per due anni consecutivi a causa della pandemia, la competizione è stata organizzata nuovamente quest'anno per “dare nuovo lustro” alla città o, più ufficialmente, per “rilanciare” [en] Hong Kong. Dato che la città vive ancora in una situazione di semi-lockdown seguendo la strategia della “zero COVID policy” [en], solo 18.000 sportivi — per lo più residenti del posto — hanno preso parte all'evento.

Inoltre, questo scorso 24 ottobre, giorno in cui si è tenuta la maratona, non è passata inosservata agli occhi della stampa la presenza di parecchi agenti di polizia nei pressi dello sportello per l'iscrizione alla gara. I poliziotti si trovavano lì per verificare gli indumenti indossati dai corridori. Alcuni tra gli iscritti sono stati bloccati per una perquisizione corporale nella cabina di sicurezza e, in seguito, invitati a cambiare il proprio abbigliamento. Alcuni [zh, come tutti i link successivi, salvo diversa indicazione] sono stati obbligati ad abbandonare la competizione poiché non avevano con loro nessun ricambio oppure perché si erano rifiutati di seguire le regole di “abbigliamento politicamente corretto”. Citizen News, sito d'informazione con sede ad Hong Kong, ha intervistato un'iscritta alla gara che era stata fermata dalla polizia:

La signorina Wong che aveva preso parte al secondo gruppo per la mezza maratona è stata bloccata durante i controlli di sicurezza. Gli agenti hanno affermato che la signorina “indossava un abbigliamento non politicamente corretto”, riferendosi chiaramente agli shorts della donna su cui era stampata l'espressione “Hong Kong, add oil”. A quel punto la giovane è stata invitata a cambiare i pantaloncini ed è stata allontanata dalla pista.

La signorina Wong ha detto, poi, che a quanto si sente dalla cronaca, l'espressione “Hong Kong, add oil” dovrebbe essere accettata nel Paese. Sicuramente la giovane è rimasta allibita dall'esser stata fermata in quel modo. “Ci dicono che l'espressione non è vietata e poi gli agenti di Hong Kong agiscono diversamente, ma stiamo scherzando?”

La stampa in questione sui pantaloncini della giovane Wong era stata creata da una casa di produzione di Taiwan, intorno alla metà di giugno del 2019, per esprimere solidarietà agli abitanti di Hong Kong. I due caratteri cinesi che indicano la città di Hong Kong, se vengono letti orizzontalmente, possono essere decodificati in inglese con i termini “Add oil”, così come spiegato nel tweet in basso:

Questa non è assolutamente la prima volta che questa espressione viene censurata. L'anno scorso, il Ministero degli Interni ha bandito la proposta avanzata da un consiglio distrettuale che chiedeva di poter usare l'espressione “Hong Kong, Add Oil” come decorazione per l'inizio del nuovo anno. Le autorità governative hanno sostenuto che l'espressione avrebbe “causato fraintendimenti e avrebbe alterato l'armonia creatasi”.

Dunque, il 18 ottobre Lau Chi-pang Vice Presidente Associato alla Lingnan University ha testimoniato per l'accusa [en] contro un attivista e ha dichiarato davanti alla corte che quel tipo di espressioni, tra cui ovviamente anche la famosa”Hong Kong, add oil”, potrebbe assumere tratti sediziosi a seconda delle circostanze. L'attivista in causa, Tam Tak-Chi, al momento è alle prese con 14 diverse accuse, di cui otto contro i suoi interventi pubblici.

La Maratona annuale, ovviamente, non può essere considerata come un evento politico, tant'è che il Presidente William Ko ha dichiarato alla stampa che gli indumenti con l'espressione “Hong Kong, add oil” non avrebbero creato nessun tipo di problema. Sebbene Ko effettivamente abbia suggerito comunque di ritoccare la solita espressione in “Corridori a tutta birra”, i sostenitori di Pechino non ne sono rimasti contenti.

Messa sotto pressione, l'organizzazione dietro alla Maratona, che tra l'altro è finanziata dall'associazione governativa Association of Athletics Affiliates, ha rilasciato una dichiarazione lo scorso 19 ottobre, in questo modo ha tenuto a sottolineare che “la politica e tutto ciò che ha a che fare con essa non dovrebbe interferire con lo sport”. Inoltre, la stessa organizzazione ha avvisato che se si fosse scoperto alcun comportamento illecito o se si fossero individuati dei corridori che violavano tale principio, la polizia sarebbe intervenuta immediatamente.

Una nota pubblicata lo scorso 20 ottobre dal giornale Ta Kung Pao, evidentemente affiliato dello Stato cinese,  ha spiegato la logica dei sostenitori di Pechino:

如果,18500個參加者中,有5000人在身上展示了黑暴或「港獨」相關的服飾或裝飾,那麼,這就不是一場馬拉松,而是一場政治騷、一場讓西方輿論「執到寶」的政治騷。[…]主事人愈想左右逢源,作亂者愈會膽大包天。歷史已經證明,你模糊,他們就進取;你退讓,他們就踩到你臉上。只有約法三章、先旨聲明,才能阻止一切試探。

Se tra i 18.500 partecipanti, 5000 di questi indossassero indumenti con stampe che sostengono l'indipendenza di Hong Kong o le rivolte dei neri, questa non sarebbe una Maratona, bensì uno show politico che sarebbe strumentalizzato dai mass media occidentali […] Se l'organizzazione sta cercando di compiacere tutte le parti, i piantagrane supereranno di certo il limite. La storia ci insegna che se si è ambivalenti, qualcuno ne trarrà beneficio; se invece, si ritratta quanto detto, allora si perde la faccia. Solo quando le norme saranno scritte nero su bianco si avrà chiarezza.

Secondo le istruzioni date dai sostenitori di Pechino, l'organizzazione ha scritto e condiviso le norme di partecipazione con le varie sfere politiche prima della gara:

La Maratona di Hong Kong sponsorizzata dalla società Standard Chartered sta prendendo la forma di un evento politico.

Meow Star, altro utente Twitter, è indignato da quanto sta accadendo. L'utente ha deciso di postare una cronaca del posto che descriveva l'azione intrapresa dalla polizia, seguita, poi, da uno screenshot del giornale People's Daily, affiliato del governo cinese, che riportava lo slogan propagandistico “Hong Kong, add oil” contro le proteste anti estradizione del 2019 .

Non sapete leggere cosa aveva sostenuto il People's Daily? Questa non è la maratona della gente di Hong Kong, è piuttosto un insulto a coloro che sono invitati a nascondere, ad esempio, il proprio tatuaggio. Chiunque abbia ancora un po’ di dignità non dovrebbe prendere parte a questa competizione.

Altri ancora si sono fatti beffa delle misure previste dalla censura, che, a dir loro, non sono altro che una farsa politica. Un utente di Twitter, @meemeegu, ha definito il regime una “paranoia”.

Gente, non abbiate paura di un simile regime. Questa paranoia non rappresenta altro che una debolezza. Cambiare le maglie e nascondere i tatuaggi sono cose facili da fare. Ma cambiare testa e pensiero? Niente da fare. #CCP e i suoi compari hanno già perso la maratona. 香港加油

Un altro cittadino, @Bernard To, ha pubblicato l'opera di Baiduicao, vignettista politico, per prendersi gioco dell'accaduto [en]:

Questa farsa politica travestita da evento sportivo ha appena richiamato alla memoria quelle gestapo che, oggigiorno, hanno l'ultima parola qui ad #HongKong. #香港加油#HongKongAddOil

Lo sforzo per “rilanciare” la città di Hong Kong evidenzia, in realtà, quanto la città non sia più libera.

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